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L’umorismo in psicoterapia

L’umorismo all’interno di un percorso di psicoterapia non sempre è accolto come strumento di cambiamento da chi considera la stanza terapeutica un ambiente formale. E’ luogo comune, infatti, che la sofferenza e il cambiamento possano essere affrontati solo attraverso un impegno gravoso in un contesto triste, nel migliore dei casi in un ambiente di profonda e seria riflessione. Eppure, Freud stesso, proprio all’interno dei suoi studi sull’umorismo, considerava quest’ultimo una delle forme più alte, e quindi più mature, del processo difensivo e di crescita di una persona. Ciò che deve essere osservato è l’aspetto “rivoluzionario” dell’umorismo. Quando introdotto in specifici momenti della seduta, possiede un forte potere terapeutico. L’uso dell’umorismo è in grado non solo di restituire informazioni di carattere affettivo e cognitivo al paziente, oltrepassandone le difese, ma è capace anche di inserire aspetti divertenti in una relazione (quella tra terapeuta e paziente) che, di norma, può non esserlo. L’umorismo è in grado di spezzare il ripetersi del rapporto terapeutico e dei contenuti di alcune sedute.

A cosa può essere utile l’umorismo in psicoterapia?

Educare a concepire la vita con un po’ di umorismo vuol dire far acquisire al paziente una competenza che può essere applicata anche nella quotidianità e non solo all’interno del percorso con il proprio psicoterapeuta. Un paziente che si prende troppo seriamente acquisirà, in tal modo, una nuova strategia che fino a quel momento era del tutto sconosciuta, con cambiamenti sia a breve sia a lungo termine. Una spontanea e buona risata è, quindi, un avvenimento auspicabile in molte terapie.

L’umorismo in psicoterapia è utile, infatti, a:

  • Razionalizzare alcuni timori e far allentare la preoccupazione del paziente
  • Realizzare un clima collaborativo tra terapeuta e paziente, aumentando l’alleanza terapeutica, l’ascolto e l’empatia
  • Fronteggiare l’idealizzazione del professionista
  • Allontanare la paura delle prime o di alcune sedute
  • Far accettare concetti nuovi e ostici al paziente

Ridere e sorridere senza offendere

L’umorismo in psicoterapia, tuttavia, non è privo di rischi poiché se utilizzato male o rigidamente può trasformarsi in una forza distruttiva. Infatti, nel caso in cui il paziente si sente squalificato nelle battute poste dal terapeuta, se percepisce di essere preso in giro o burlato, il professionista deve capire in tempo che sta usando pericolosamente e in modo errato questo strumento. L’alleanza terapeutica, ossia quel forte e profondo sentimento di fiducia verso il proprio terapeuta e verso la terapia stessa, non si basano sul sarcasmo o sulla derisione del paziente ma al contrario sulla sua accoglienza. Un utilizzo avventato dell’umorismo in psicoterapia, pertanto, può essere nocivo. Il professionista non deve dimenticare di utilizzare l’umorismo a vantaggio del proprio paziente e non a suo svantaggio. L’obiettivo sarà di permettere, a chi chiede aiuto, di riflettere sul motivo che l’ha portato in terapia attraverso una prospettiva del tutto nuova e, soprattutto, creativa.

  

Riferimenti bibliografici 

Freud S. (1970). I motti di spirito ed il loro rapporto con l’inconscio, Newton Compton Italiana, Roma.

Gulotta G. (2005). Lo psicoterapeuta stratega. Metodi ed esempi per risolvere i problemi del paziente, Franco Angeli, Roma.