Skip to main content

La Giornata Internazionale dei Bambini scomparsi

Oggi 25 maggio è una bella giornata. Il sole è alto e splende in tutta la sua immensità. Una di quelle giornate in cui ai bambini piace scendere giù per strada, o andare al mare o correre al parco per vivere in libertà, che è una condizione fondamentale per credere nel Domani. Ma che i Bambini godano di ciò per loro natura, non è per tutti. Il tragico resoconto delle statistiche dimostra che in Europa ogni due minuti un bambino scompare nel nulla. Il Missing Children Day, nella Giornata internazionale dedicata ai bambini scomparsi, che si celebra oggi, punta un faro su questa tragedia umana, che cancella la presenza di una parte dell’infanzia nel mondo, abbandonandola a violenze sommerse. Mi chiedo perché c’è tanta crudeltà nel mondo e perché questa crudeltà viene inflitta così spesso ai bambini, anime innocenti che chiedono solo la libertà e la felicità di esistere, che piangono quando sono tristi e quando sono felici ci regalano un bel sorriso.

Per ogni bambino che scompare un giglio appassisce, una montagna si sgretola, una stella vien giù e non per realizzare un desiderio ma per la tristezza di un cielo stanco di assistere a simili drammi. Chi può spiegare o quantomeno svelare il senso di questo dramma? Non ci sono teorie filosofiche. Non ci sono aforismi. Non ci sono versetti biblici. Perché un senso non c’è. Nell’apoteosi del progresso, dell’informazione e dell’informatica, viviamo in una nebulosa e oscura foschia di inconsapevolezza che viene ogni tanto trapassata da lampi di luce. Ma è un attimo in cui, come nei versi di Pascoli, alla luce del lampo “cielo e terra si mostrò qual era”, improvvisamente tutto ci appare nella sua complessità, ne cogliamo la tragicità e ci pervade la consapevolezza di non poter rimanere inerti. Poi l’attimo sfugge. L’occhio che “esterrefatto s’aprì” si richiude e si ricade nell’oblio (Giovanni Pascoli, Myricae, 1891).

La Giornata Internazionale per i Bambini Scomparsi nacque nel 1983, per ricordare la scomparsa del piccolo Ethan Patz, rapito a New York il 25 maggio 1979. Da allora, ogni anno cade in questa data per sensibilizzare l’opinione pubblica e portare un messaggio di solidarietà e speranza ai genitori che non hanno più notizie dei loro bambini. Non si tratta di ricordare la scadenza di una data, ma qualche cosa di più, che dà molto valore alla vita. Che la Giornata Internazionale per i Bambini Scomparsi non diventi il giorno delle statistiche. Che la memoria non si rovesci in amnesia e rimozione. Che non sia l’oblio ad unirci. Non possiamo e non dobbiamo permettere che un bambino scomparso diventi un numero e ancor più che un numero possa diventare una nullità.

Il dolore della separazione

Non esiste nella lingua italiana, come in molte altre, una parola ad hoc per indicare un padre o una madre che ha avuto la sventura di perdere un figlio o una figlia, forse perché è innaturale che un genitore sopravviva al proprio figlio e chi vive questa tragica esperienza non ne avverte il bisogno. La mancanza che è costretto a lamentare è molto più dolorosa. La perdita di una persona significativa è un’esperienza che lascia dentro di noi oltre il sentimento dell’assenza, un’eredità simbolica, un bagaglio di memorie, di affetti, di esperienze ed emozioni condivise con il rischio di rimanere imprigionati nel passato e di allontanarsi dal presente. Il lutto è come una ferita la cui guarigione richiede un processo lungo e faticoso di elaborazione, che ci fa integrare la perdita nella trama della nostra vita, e ci sollecita a profondi cambiamenti. I genitori “sospesi” che non hanno più notizie dei loro figli scomparsi, alternano momenti di speranza a picchi di profonda disperazione e per loro diventano più difficili l’accettazione e il superamento della perdita. “Il loro bambino scomparso è una fotografia che non invecchierà mai”. È un dolore che va condiviso senza pregiudizi, senza paure e senza condizionamenti. Nessuno di noi può rimanere indifferente, perchè ognuno di noi ha un ruolo da svolgere nel rendere il mondo un posto migliore. Tutti possiamo fare la differenza in azioni positive, impegnandoci nella nostra comunità.

Le diverse tipologie di scomparsi

Nel mondo esiste una rete Globale per i Bambini Scomparsi, un programma del Centro Internazionale per i Bambini Scomparsi e Sfruttati (ICMEC). Le cifre sono agghiaccianti: almeno 8 milioni di bambini scompaiono ogni anno, ossia 22 mila bambini al giorno. All’interno della macro categoria “Scomparsa di minore” rientrano diverse tipologie:

– Sottrazione da parte di un genitore: senza il consenso dell’altro, che porta via con sé il figlio, allontanandolo dal domicilio stabilito e trattenendolo con sé.

– Fuga: nei casi in cui bambini e adolescenti decidono volontariamente di lasciare l’abitazione familiare o la comunità cui sono stati affidati.

– Rapimento di minore: quando il minore si trova con una o più persone terze (familiari diversi dai genitori, conoscenti, estranei) contro la volontà dei genitori. Il rapimento può avvenire tramite violenza fisica, la minaccia di violenza o la persuasione.

– Minori stranieri non accompagnati: spesso protagonisti di situazioni drammatiche come guerre, carestie, calamità naturali, non aventi la cittadinanza italiana o di altri paesi dell’Unione Europea che si trovano, per qualsiasi causa, in Italia privi di assistenza e rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti per loro legalmente responsabili.

– Bambino perso, disperso e scomparsa non altrimenti specificata: in quest’ultima categoria rientrano i bambini che si perdono o che risultano dispersi dopo un disastro naturale (ad es. un’alluvione o un terremoto) e anche tutti quei bambini per i quali non si dispone di elementi sufficienti ad inserirli in una delle categorie precedenti.

Se a tutto questo aggiungiamo i bambini che muoiono ogni giorno per la fame, per la sete e la mancanza di norme igieniche, diventa veramente difficile descrivere le dimensioni della tragedia, l’enormità delle perdite umane e l’abisso dove l’uomo è riuscito a spingersi.

La Prevenzione è il modo più efficace per proteggere i bambini. Gli obiettivi sono creare un ambiente che contrasti ogni forma di tolleranza di abusi e violenze, migliorare la capacità di ciascuno di noi di fare in modo che case, luoghi di lavoro e comunità siano più sicuri, creare una cultura della non violenza con linee guida e azioni in grado di contrastare la violenza. La prevenzione deve essere messa in atto attraverso politiche sociali che prevedano il coinvolgimento di famiglie, scuole, professionisti e di tutti i cittadini. E’ importante non abbassare mai la guardia e collaborare con gli sforzi di un numero enorme di associazioni e di enti.

Per ogni lacrima versata da un bambino un raggio di sole si spegne e l’universo muove un passo verso la fine.

 

Scritto da Giovanni Schiattarella, Dr. In Scienze e Tecniche Psicologiche per l’Analisi dei Processi Psichici nello Sviluppo e nella Salute

 

Riferimenti bibliografici

Caterina Boschetti (2008). Il Libro Nero dei Bambini Scomparsi –  Newton & Compton Editori