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Il santone e la cura miracolosa

Leggendo un’inchiesta del giornale britannico “Daily Mirror” si apprende che nel Paese di sua Maestà, la regina d’Inghilterra, ha preso nuovamente piede una pratica per curare l’autismo nei bambini. La “cura” è sponsorizzata da un sedicente santone, fondatore di una vera e propria “Chiesa”.

La cura, che dovrebbe far guarire i bambini affetti da autismo, è denominata “Miracle Mineral Solution”. Ideata dal santone Danny Glass, questa “cura miracolosa” è una soluzione di acido citrico e clorito di sodio, che dosati insieme formano diossido di cloruro, solitamente usato come sbiancante industriale. Il santone Danny, lo prescrive come clistere da fare ai bambini colpiti dall’autismo, in modo da eliminare i parassiti che ne sono la causa.

Solo a leggere questa notizia c’è di che rimanere basiti. Ma non finisce qui. Su alcuni siti è possibile acquistare questa soluzione per 30 euro. Non solo, l’inchiesta della testata britannica ha scoperto anche l’esistenza di un gruppo Facebook segreto, dove i genitori dei bimbi malati si scambiano “utili” consigli sui dosaggi e come usarlo. Una mamma ha suggerito di utilizzarlo per sei mesi a sedici dosi giornaliere. Un’altra donna ha dichiarato che è stata la disperazione a portarla all’utilizzo della Miracle Mineral Solution. Suo figlio,di due anni, con il primo clistere ha pianto molto, in seguito ha ravveduto dei miglioramenti.

Il diossido di cloro ha effetti collaterali importanti come diarrea e disidratazione. Sarà anche miracolosa, ma in almeno sei differenti stazioni di polizia, lungo tutto il territorio britannico, gli investigatori hanno interrogato dei genitori con l’accusa di aver utilizzato la pericolosa soluzione, propinata dal sedicente santone, sui figli di soli due anni, alcuni dei quali sono stati ricoverati al pronto soccorso.

 

Vecchi venditori di fumo e nuove tecnologie

Il mondo va avanti, ma i ciarlatani riescono sempre a irretire i più ingenui e nei casi più odiosi, come questo, sfruttano la disperazione della gente. Genitori che si trovano ad affrontare la malattia dei propri figli, sono deboli in molti casi, e quando la medicina ufficiale non riesce a dare soluzioni adeguate, arrivano i vecchi venditori di pozioni magiche. Dalla notte dei tempi esistono queste losche figure, che seminano nella spiritualità smarrita della gente e poi vendono di tutto. Oggi hanno un’arma in più, anziché estinguersi proliferano, grazie ad internet, praticano e-commerce, pontificano sui social, creano apposite pagine facebook.

Purtroppo la prevenzione non è mai troppa, e quando c’è la disperazione di mezzo, non si può mai contare solo sul buon senso delle persone. Personaggi senza scrupoli ,come Danny Glass, hanno  gioco facile, in un mondo che ci vede sempre più connessi ma sempre più isolati.

 

Arousal e social network

La trasmissione sociale è esistita da quando l’uomo cammina sulla Terra. Le nuove tecnologie hanno permesso la nascita dei social network, hanno permesso di ridurre a zero i tempi per condividere una notizia. Ma ci sono alcune tipologie di informazioni che fanno più presa, rispetto ad altre, e i ricercatori dell’University of Pennsylvania si sono chiesti il perché e hanno pubblicato i dati dello studio effettuato su Psychological Science. Quello che fa accende la condivisione delle informazioni è l’arousal ossia la fisiologica attivazione che accompagna le nostre emozioni. La notizia, che risulta emotivamente evocativa, attiva fisiologicamente, coinvolge ad esempio, il Sistema Nervoso Autonomo che fa da propulsore alla trasmissione sociale.

Un arousal legato ad ansia, rabbia, porta ad un aumento della condivisione.  Il nostro Sistema Nervoso Autonomo stabilisce che è socialmente corretta la notizia appresa. La ricerca rivela che quando si è spaventati, arrabbiati o divertiti ciò porta le persone a condividere con più veemenza le informazioni, e qui il livello di arousal è molto alto. Nel caso di tristezza o soddisfazione si tende ad essere meno “social”, infatti in questi casi i livelli di arousal sono molto più bassi.

 

La disperazione, se non si è supportati, porta cattivi consigli

La disperazione veicolata sui social è una potente arma in mano a personaggi senza scrupoli, che la sfruttano per il loro tornaconto, non solo in termini economici. Costruiscono attorno a sé un prestigio fatto di nulla, premendo i tasti emotivi giusti, delle persone che più facilmente si espongono a questi consolatori d’anime della domenica. Giudicare le azioni di questi genitori non è corretto, perché deboli vittime di una disperazione così grande, che non si può minimamente immaginare se non vivendola sulla propria pelle.

Possiamo solo dire che sono le istituzioni preposte a garantire un supporto che aiuti ad evitare il nascere di questi predicatori da strapazzo, che dovrebbero quantomeno limitare il loro raggio di azione. Ma soprattutto essere vicini, con un adeguato supporto psicologico, fornito da professionisti preparati, ai genitori che si trovano ad affrontare malattie incurabili dei propri figli. Il disagio sociale dei familiari, che si prendono cura di un proprio caro gravemente malato, è da sempre troppo sottovalutato. La cronaca è piena di notizie come questa appena descritta.

In un mondo sempre connesso, ci sono persone sole che davanti alla malattia credono a chiunque proponga loro una cura miracolosa, fosse anche un clistere di candeggina.

Scritto da Davide Testa, blogger e articolista de Le Storie Più Piccole del Mondo

Riferimenti sitografici 

http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2018/02/06/gb-genitori-curano-autismo-con-candeggina-almeno-sei-casi_4ea3a965-486d-4f70-b562-be99a0ff6982.html

La Psicologia dei social network