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Test psicologici, perché utilizzarli?

I test psicologici sono strumenti utili in ambito clinico e si classificano in base allo stimolo utilizzato, alle aree indagate e alla teoria psicologica di riferimento. La somministrazione dei test psicologici, dei questionari o protocolli d’intervista, permette al clinico di raccogliere numerose informazioni utili all’orientamento del percorso di “cura” che si vuole svolgere. Inoltre, può dimostrarsi un valido aiuto per il professionista nell’eseguire una più precisa definizione psicodiagnostica del caso da seguire. I test, o reattivi mentali, sono quindi strumenti molto validi per indagare le dimensioni psicologiche del proprio paziente. Lo psicologo, nella somministrazione del test, offre alla persona che supporta una situazione standardizzata che gli permetterà di raccogliere reazioni e riflessi. La possibilità di confrontare, in seguito, le risposte fornite durante la somministrazione con scale numeriche di confronto prese come campione (n.d.r. “media” di riferimento) orienterà il tecnico nella delimitazione di eventuali dubbi o, viceversa, nella conferma delle sue supposizioni. Inoltre, il “profilo in uscita” potrà invogliare il paziente a prendere decisioni su un eventuale progetto terapeutico.

Come e perché proporre test psicologici?

Nel proporre a una persona, durante una prima seduta o nelle successive, di sottoporsi a uno o più test psicologici (batteria), è necessario manifestare un atteggiamento non distaccato ma umano ed empatico che renda il più accettabile possibile la prova. Un atteggiamento freddo, rigido ed eccessivamente scientifico potrebbe, infatti, portare il paziente sulla difensiva piuttosto che su una collaborazione auspicata. E’, inoltre, importante valutare e approfondire con estrema attenzione il significato che il test ha per il soggetto ed eventualmente sostenerlo nei dubbi e nelle perplessità. Non è semplice individuare il momento esatto in cui utilizzare i test psicologici. Un’indicazione può essere data da quei colloqui in cui non si riescono ad ottenere sufficienti informazioni per l’intervento; in questi casi può essere vantaggioso utilizzare questo strumento come via d’accesso al mondo interno del paziente.

L’importanza della restituzione nei test psicologici

Dopo aver interpretato i risultati del test, aver fatto una relativa diagnosi o eventuale relazione scritta, arriva il momento della restituzione al paziente. Il feedback dei dati emersi dai test psicologici è un momento particolarmente delicato. In questo stadio della relazione paziente/terapeuta è necessaria la giusta preparazione e attenzione al fine di evitare rigide categorizzazioni, identificazioni con la psicopatologia o allarmismi inutili. La restituzione è, infatti, un momento di vero e proprio intervento clinico e terapeutico. Per questi motivi all’interno della restituzione sui dati ottenuti dai test psicologici, occorrerà confrontarsi sull’esperienza appena fatta dal paziente: su come si sia sentito prima/durante/dopo. In un dialogo circolare dei risultati, attraverso una regola semantica ben comprensibile e senza l’utilizzo di una terminologia ridondante di tecnicismi.

 

Riferimenti bibliografici 

Boncori L., (1993), Teoria e tecnica dei test, Bollati Boringhieri, Torino.

Korchin S.J. (1977), Psicologia clinica moderna, Borla, Roma.