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Purezza vendesi: mette all’asta la propria verginità

Una modella italiana di 18 anni, come riportato da un articolo del Ilfattoquotidiano.it, ha deciso di vendere la sua prima volta. Vuole monetizzare la perdita della sua verginità. Ha dato l’esclusiva dell’affare a un’agenzia di escort, la quale ha subito indetto un’asta on line. Esposta così sembra l’ennesima notizia, dove chi scrive, ha intenzione di fare una denuncia sul decadimento morale che la società postmoderna ha raggiunto. Invece si vuole solo capire come il mondo stia cambiando o, meglio, come è già cambiato. In questa epoca, tutto muta a delle velocità che fino a vent’anni fa erano inimmaginabili.

La ragazza vuole trasferirsi in Inghilterra, iscriversi all’Università di Cambridge per studiare business. Facoltà per cui ha già mostrato di avere una qualità importante: il senso degli affari. Anche in Gran Bretagna si sono interessati alla vicenda, tanto che sul tabloid The Sun si apprende che l’offerta più alta abbia raggiunto il milione di euro.

Il mio prezioso tesoro

La giovane ha dichiarato che ha sempre ritenuto la sua verginità preziosa. Una buona istruzione è un altro dei suoi capisaldi e ha cominciato a cercare su internet dei buoni metodi per finanziarsi. E qui ha scoperto che molte ragazze hanno venduto la loro prima volta, c’è chi è riuscita a guadagnare oltre tre milioni di euro. Quindi, finalmente, ha trovato come dare il giusto valore alla preziosità che ha sempre riconosciuto alla sua illibatezza. Un ricavo che le deve permettere non solo di studiare, ma di dare tranquillità alla sua famiglia; aiuterebbe sua sorella e comprerebbe una casa ai genitori.

Monetizzare la verginità, l’ennesimo esempio di come nell’era postmoderna ogni cosa deve avere una quantificazione monetaria, per esistere nella percezione dell’altro. Una volta stimata l’esistenza del “prodotto”, parte la mercificazione, la pubblicità, l’esposizione mediatica. Tutti hanno il famoso quarto d’ora di gloria e possono guadagnarci qualcosa. Un dato di fatto, ed è inutile ancorarsi alla retorica di un’etica corrotta e dell’assoluta mancanza di valori. Nulla è scomparso, è solo in vendita.

Bauman, Nietzsche e Pasolini

Può non piacere questo discorso, ma certe storie avvalorano l’analisi. Il nuovo millennio conferma che la società è liquida, l’idea di Zygmunt Bauman per descrivere l’uomo di oggi, legata a ritmi veloci dove se non ci si adegua alle caratteristiche di un gruppo si è tagliati fuori Le grandi narrazioni del passato sono state ridicolizzate con rivisitazioni ironiche e sprezzanti. Le vicende dei nostri avi hanno perso di forza, essendo ritenute anacronistiche e inconciliabili con le nuove esigenze dell’uomo consumatore. Il nichilismo in questo ha buon gioco. Descritto da Nietzsche: dove l’uomo moderno scopre di non poter più contare sui valori metafisici e cade nell’angoscia del non avere più un senso nel suo agire, mancando il fine. Pasolini lo aveva capito oltre quarant’anni fa, parlando degli italiani: le società rurali che caratterizzavano la nostra Penisola hanno cominciato a emigrare nelle grandi città. Qui non sono nati dei cittadini, sono nati dei consumatori.

Un facoltoso uomo d’affari, supponiamo, riuscirà ad aggiudicarsi il prezioso tesoro della giovane business girl. Lo farà regalando un’effimera notorietà, ma soprattutto un mucchio di soldi che garantiranno una vita agiata e ben inserita nel meccanismo che regola questo pianeta. I vecchi valori le imporrebbero sacrifici che non garantiscono gli stessi risultati come la sua decisione. Le difficoltà economiche rischierebbero di infrangere i suoi sogni sul nascere. Non potrebbe fare gli studi che tanto desidera.

Oggi funziona così.