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Intervista a Lino Moretti, fondatore e direttore artistico dell’associazione culturale Compagnia della Lunetta, associazione culturale che ha lo scopo di favorire lo sviluppo e la diffusione della cultura teatrale, musicale, cinematografica, didattica e pedagogica, attraverso la realizzazione di corsi, laboratori di formazione artistica, film, seminari, stage e molto ancora.

 

Qual è l’origine e la missione della Compagnia della Lunetta?

Nasce come compagnia teatrale che si rivolge all’infanzia nel 1991, da un incontro di fortuna, io e altre due persone che come me avevano finito l’Accademia Teatrale, facemmo uno spettacolo a Napoli e come succede nei film erano presenti in sala Vincenzo Cerami, Nicola Piovani e Lello Arena che vennero nei camerini e ci portarono il giorno dopo a Roma per formare una compagnia che si rivolgesse all’infanzia. Per noi fu una svolta professionale fantastica, quindi da quel momento si formò questa grande compagnia che si chiamò Compagnia della Luna, perché c’era in comune una coincidenza quantica tra i tre componenti della compagnia. Nei loro lavori indipendenti era sempre presente una luna, nel titolo o nella storia era fondamentale, quindi decisero che ciò che li accomunava era la luna.  Per cui in un secondo momento formammo una compagnia dedicata agli spettatori del domani per educare i ragazzi dalla scuola ad avere grandi prestazioni teatrali, dal nome Compagnia della Lunetta, che fu subito indipendente dalla Compagnia della Luna. Facemmo le prime produzioni teatrali indipendenti di cui loro furono supervisori e produttori. Affrontare il pubblico dei ragazzi non è come affrontare il pubblico degli adulti, non è semplice. Le nostre produzioni vengono sottoposte anche a degli psicologi proprio per raggiungere l’obiettivo di comunicare ai ragazzi. La nostra professionalità ci ha portato anche a vincere dei bandi presso i municipi di Roma. Abbiamo lavorato ad un laboratorio teatrale integrato che prevedeva l’incontro fra ragazzi disabili e coetanei. Aiutati da diverse associazioni e dopo grandi difficoltà vi fu una richiesta abnorme di iscrizioni a questo laboratorio. Era un gruppo molto ampio, non c’erano solo ragazzi diversamente abili ma anche diversi disagi all’interno dello stesso gruppo. Ci fu una lezione di vita da parte loro nei miei confronti che ci portò a grandi successi. Questo laboratorio è durato undici anni, c’eravamo solo noi in Italia. Abbiamo fatto un progetto anche a Tor Bella Monaca, con grande difficoltà, mentre montavamo gli stand i ragazzi li smontavano, ci toglievano il pallone mentre facevamo attività ludiche. Le stesse persone che cominciarono così il rapporto con noi, gli stessi ragazzi, si integrarono da soli e si sentirono responsabili e parteciparono a tutti i laboratori organizzati. Ci occupiamo di laboratori di cinema all’interno delle scuole.

 

È nato come un progetto teatrale per poi diventare sociale quindi?

Si, esattamente. La prerogativa sociale dell’associazione è poliedrica, consiste nell’espressione artistica, nella musica, nella composizione.

 

Questa associazione è mirata anche alle Istituzioni carcerarie e al disagio?

Si anche, le Istituzioni si sono fidate di noi e i risultati ci sono stati. Quando riesci ad ottenere dei risultati in certi contesti sai benissimo che è un successo enorme.

 

Quali sono i principali ostacoli incontrati, è cambiato qualcosa da quando hai iniziato?

 Purtroppo oggi sembra che non ci siano fondi, c’è incapacità e incuria. Non c’è progettualità… è cambiato tutto. La nostra difficoltà è trovare un interlocutore valido, che presuppone un acculturato. Compito della mia associazione è far crescere i ragazzi con un pensiero più ampio rispetto alla visione culturale, attraverso il teatro, il cinema, la musica e altre fonti fondamentali della cultura per poter emergere un giorno e decidere anche sul proprio futuro.

 

In che modo riuscite oggi a portare avanti questa idea?

Nella progettualità, nell’incontro e nella voglia di continuare a cambiare e costruire il futuro. Oggi se compri un giornale non si parla più di cultura, noi addetti alla cultura dobbiamo scavalcare queste barriere, la televisione e i giornali politicizzati e ricominciare sempre da zero, come abbiamo sempre fatto nei secoli e nella vita. Mostrando come nei secoli anche il teatro, nonostante la guerra e i disordini porta avanti ancora la cultura. Il teatro racchiude tutte le arti, per cui mi sento fortunato ad avere anche il mio piccolo esercito, il mio team.

 

Quali sono i desideri futuri tuoi e del tuo piccolo esercito?

Siamo un piccolo esercito arrabbiato. Noi continueremo a creare, a combattere e a dare energie, a dare idee e a mettere su progetti. Noi crediamo in quello che facciamo, se faccio un quadro è perché ho l’ispirazione che viene dal centro dell’universo. L’arte non si ferma. Ci auguriamo di far crescere ancora il nostro territorio e l’Italia.

Valeria Saladino - Fondatore di Psicotypo

Psicologo clinico, psicoterapia ad approccio breve strategico, specializzato in scienze criminologiche, forensi e psicologia giuridica. Fondatore e Presidente di “Psicotypo Associazione per l’Informazione e l’Aggiornamento in Psicologia”. Dottore di ricerca e psicologo esperto ex articolo 80 presso la Casa Circondariale di Cassino. Studiosa della psicologia della devianza, in particolare del fenomeno dell’istituzionalizzazione e delle dinamiche psicologiche che costituiscono quest’ultimo, ha partecipato e coordinato interventi di valutazione e trattamento all’interno degli Istituti Penitenziari. Si è occupata inoltre di nuove dipendenze, gestendo il Behavioral Addictions Research Team, Centro di ricerca sulle dipendenze comportamentali. Oltre alla ricerca svolge attività di tutoring e consulenza per chi è interessato al settore della ricerca e alla costruzione di elaborati di tesi a carattere sperimentale.