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Dipendenza da sport: quando l’immagine di sé crea dipendenza dall’esercizio fisico

Taglia 38, pancia piatta, fisico levigato e marmoreo, muscolosità. Questi rappresentano i canoni di bellezza che la nostra società impone indirettamente a maschi e femmine attraverso messaggi che fanno coincidere l’eccessiva magrezza e muscolosità con la salute e la chiave per il successo nella vita. Messaggi che ipnotizzano soprattutto le categorie di pre- e adolescenti, la cui immagine corporea è un importante strumento di autostima e di affermazione di sé nel mondo, e di personalità al limite, generando negative (e scorrette) immagini di sé, lo sviluppo di disturbi del comportamento alimentare e dipendenza da sport.

Excercise Addiction: quali caratteristiche?

La dipendenza da sport, conosciuta anche come vigoressia, è una forma di dipendenza comportamentale caratterizzata sia da un’eccessiva quantità di esercizi fisici svolti giornalmente sia da fattori psicologici tipici delle altre dipendenze, quali il desiderio incontenibile di fare sport, la ricerca compulsiva di situazioni in cui sia possibile fare sport, sintomi di astinenza se non ci si possa allenare. In sostanza, si parla di dipendenza da sport quando l’intera vita della persona finisce per ruotare attorno allo sport, indipendentemente dalla sua volontà e con la conseguente lesione di rapporti familiari e sociali.

La dipendenza dallo sport può svilupparsi indipendentemente da altre preesistenti patologie (dipendenza da sport primaria) oppure originare da disturbi del comportamento alimentare (ad esempio, anoressia e/o bulimia nervosa) o dell’immagine corporea (disturbo da dismorfismo corporeo), al fine di controllare il proprio peso e modificare l’immagine di sé, incidendo positivamente sui livelli personali di autostima e di autoefficacia.

Dipendenza da sport: come riconoscerla?

La dipendenza da sport svolge l’importante funzione di regolare l’omeostasi e l’umore della persona. Va, pertanto, distinta dalla mania dello sport, la quale consiste nel frequente e persistente svolgimento di esercizi fisici che può (ma non necessariamente) sfociare nell’abuso di sport e richiedere il recupero del benessere psicofisico della persona, senza evolvere nell’Excercise Addiction. Fra i maniaci dello sport è possibile citare i “sani nevrotici”, i quali ricorrono allo sport per esperire sensazioni globali di benessere psicofisico e di autorealizzazione, e gli “sportivi compulsivi”, i quali praticano sport in maniera compulsiva per controllare le loro ossessioni ed “espiare” i loro eventuali sensi di colpa.

La dipendenza da sport è alimentata da una serie di fattori psicologici e comportamentali che interagiscono e si influenzano reciprocamente. A tale proposito, è possibile annoverare i seguenti:

  • Pensieri ripetuti circa gli esercizi svolti o da svolgere;
  • Percezione dello sport come di un dovere;
  • Incapacità di pensare o di concentrarsi su altri compiti o impegni;
  • Infortuni o lesioni fisiche dovute all’eccessivo esercizio fisico;
  • Tendenza a fare sport nonostante gli infortuni e tensione nel caso di impossibilità di fare sport;
  • Compromissione della qualità della vita nelle sfere lavorativa e sociale;
  • Incapacità di ridurre l’attività fisica e sensi di colpa in caso di interruzione degli esercizi;
  • Sperpero di denaro relativo a nuovi e aggiuntivi corsi;
  • Utilizzo del tempo libero per esercitarsi;
  • Uso della menzogna per nascondere il personale bisogno di fare sport;
  • Bisogno di una quantità sempre maggiore di esercizi fisici (tolleranza);
  • Sintomi di astinenza (ad esempio, l’irritabilità) dopo 24-36 ore dall’interruzione degli esercizi fisici.

L’influenza dello sport sul cervello

L’irritabilità e gli altri sintomi di astinenza che si manifestano nella persona dopo l’interruzione dell’esercizio fisico sono legati al fatto che lo sport produce sul cervello gli stessi effetti delle droghe o dell’alcol. L’attività sportiva, infatti, comporta la produzione di dopamina e di altre sostanze chimiche che lavorano per favorire nella persona sensazioni di piacere e benessere psicofisico.

Un benessere che, però, è temporaneo; pertanto, viene perseguito in maniera sempre più consistente e frequente, rischiando di condurre la persona nel circolo vizioso della dipendenza. Dopo 24-36 ore dall’interruzione di attività sportiva il cervello avverte la mancanza delle sostanze della felicità e sviluppa sintomi tipici della dipendenza da sostanze o da alcol. Praticato in maniera equilibrata, lo sport costituisce un importante strumento con cui affrontare stress, sintomi ansiosi e depressivi e migliorare l’immagine di sé.

Ma… Attenzione a non eccedere!

 

Riferimenti bibliografici

De Pascalis P. (2013), Vigoressia. Quando il fitness diventa ossessione, Il pensiero Scientifico, Roma.

Guerreschi C. (2005), New Addiction. Le nuove dipendenze, San Paolo Edizioni.