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«È necessario solo un piccolo cambiamento per iniziare a cambiare il sistema» – (De Shazer, 1985, 17)

Orientare il paziente tossicodipendente alla soluzione in tempi brevi

Prima di andare a vedere nello specifico l’utilità della Terapia Breve Centrata sulla Soluzione per le dipendenze, definiamo che cos’è e come funziona.

La Terapia Centrata sulla Soluzione è un approccio che, a differenza degli approcci “tradizionali” che tendono a concentrarsi sul problema e sulle sue cause, guarda al presente della persona e al modo in cui può costruire il suo futuro. Dalle ricerche e dalle esperienze è stato dimostrato come questo sia un metodo estremamente efficace nel risolvere problemi relazionali e personali. Mc Donald (2001) evidenzia anche che la Terapia Breve Centrata sulla Soluzione mostra una percentuale di successo superiore al 60% entro 3-5 incontri, su uno studio di oltre 4 mila casi.

In sostanza, questo tipo di approccio si focalizza esclusivamente su di te, mettendoti al centro e facendoti lavorare su come vorresti che fosse la tua vita, aiutandoti a costruire, trovare e riconoscere gli strumenti – che potresti avere senza saperlo – per risolvere il tuo problema, puntando dritto alla sua soluzione. La Terapia Breve Centrata sulla Soluzione è utile per qualsiasi tipo di problema. Le evidenze scientifiche, infatti, non hanno evidenziato alcun criterio di esclusione rispetto a qualche problema o disturbo. Diversi studi dimostrano che alcuni ambiti particolari, possono beneficiare della Terapia Breve Centrata sulla Soluzione:

 

In che modo è utile con i pazienti che hanno problemi di tossicodipendenza o abuso di sostanze?

Lavorare con pazienti che hanno una tossicodipendenza significa mettere in conto grandi sfide, una fra tutte quella che fa arrivare il paziente in terapia solo quando la sua situazione è critica, grave e spesso dopo molti anni di consumi e abusi. Oltre a questo, la Terapia Breve Centrata sulla Soluzione è un approccio che si presta bene a soddisfare un’altra grande sfida di questa utenza, ovvero il fatto di ricorrere alla terapia per una o massimo due volte, quindi “al bisogno” e non necessariamente per un percorso continuativo. Quindi, con un’utenza che funziona in questo modo è ancor di più necessario, più che con altre tipologie di pazienti, organizzare la terapia in termini di obiettivi chiari, specifici e facilmente raggiungibili nel più breve tempo possibile.

Per fare questo, grande spazio viene lasciato al “qui ed ora”, al presente della persona, a cosa sta accadendo “oggi” e a ciò che la persona vorrebbe accadesse nel suo futuro. Il fattore “tempo” è molto importante: quando si lavora con coloro che abusano di sostanze si percepisce lo scorrere del tempo in modo diverso. Tendono a vivere il momento attuale, mostrando però uno scarso senso nel futuro a lungo termine. È come se ci fosse un’assenza di prospettive. Per questo motivo è fondamentale lavorare sul presente, sulla dimensione che prevalentemente fa parte della vita della persona e sulla quale, insieme, si può poggiare la dimensione del futuro.

Una delle prime cosa che mi riferiscono questi pazienti è “Voglio smette di fare uso di…”. Ed io tendo a ribattere con “Che cosa dovrebbe accadere in queste ore per farti dire di esserti avvicinato a questo obiettivo?” La persona in questo modo inizia a lavorare sul suo presente in vista di un futuro molto prossimo. Inizierà a guardare oltre il suo obiettivo e potrà raffigurare verbalmente gli step che gli permetterebbero di avere una vita diversa già a partire dalle ore successive. Far raccontare al paziente cosa farebbe di diverso lo aiuta a creare una “memoria futura” di come la sua vita potrebbe essere. Ogni paziente viene portato a pensare e descrivere il cambiamento, orientandolo ed aiutandolo a costruire un futuro in cui non soltanto è libero dal problema della droga, ma che include anche alternative di vita che potrebbe compiere.

 

Come si trattano le ricadute?

I tossicodipendenti possono andare incontro a ricadute, anche dopo un periodo di risultati positivi. In questi casi, il focus viene mantenuto comunque sugli aspetti positivi, considerando la ricaduta come una risorsa piuttosto che come una sconfitta. Non si tratta di negare o abolire i sentimenti di vergogna, rabbia o frustrazione che il paziente può sperimentare, ma di mettere le ricadute sotto una luce diversa, in modo da far ricordare al paziente tutte le strategie e abilità che le altre volte hanno funzionato bene e lo avevano portato a raggiungere i risultati desiderati e gli obiettivi prefissati.

 

 

Riferimenti bibliografici

Cannistrà F, Piccirilli F. (2021). Terapia Breve Centrata sulla Soluzione. Principi e Pratiche. Roma: EPC Editore.