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Soffrire con piacere

La diade dolore-sofferenza è una componente base del Disturbo da Masochismo sessuale. Il masochismo sessuale comporta la messa in atto di particolari azioni umilianti, dolorose e sgradevoli che rendono la persona che le subisce completamente appagata e soddisfatta. Quando si trova in situazioni di simmetria relazionale e intesa sessuale la persona masochista non si sente a proprio agio. In Italia è stato De Masi (2007) a riconoscere il concetto di masochismo e a parlare della monade sadomasochista, in cui il piacere deriva da un unico atto compulsivo.

De Masi spiega il concetto di perversione masochista a partire dalla teoria elaborata da Stoller ( 1984). Quest’ultimo definiva l’azione perversa come quel particolare comportamento che coincide con il peccato. In tal modo si descrive l’azione perversa come un’azione peccaminosa.

Il termine masochismo sessuale fu introdotto per la prima volta da Krafft Ebing (1886). Lo psichiatra tedesco, nel testo Psychopathia Sexualis, cita lo scrittore austriaco Leopold  von  Sacher-Masoch che descrive la peculiarità del comportamento masochista in ambito erotico sessuale. Egli fa riferimento alla descrizione autobiografica del vissuto di umiliazione e sofferenza di un uomo devotamente sottomesso a una donna,  la Venere in pelliccia.  Da un punto di vista tecnico, il termine utilizzato per identificare il bisogno di provare dolore è algolagnia. Questo termine è stato descritto per la prima volta da Schrenck-Notzing (1895) e  ridefinito da Freud all’interno dello spettro dei disturbi sadomasochistici.

 

Comportamenti associati al masochismo

Tra i comportamenti associati al masochismo sessuale e non considerati un disturbo ma unicamente un comportamento trasgressivo legato a particolari giochi erotici,  spesso praticati nel BDSM, vediamo:

Imprigionamento: pratica che consiste nella costrizione fisica della persona sottomessa che ricerca il piacere attraverso sensazioni forti associate al senso di immobilità. Il sub si sente completamente nelle mani del partner ed è proprio questo stato di concessione totale che gli permette di provare il massimo del piacere.

Essere bendati: l’utilizzo di bende permette una temporanea privazione della vista e percezione dello spazio circostante.  Questo comporta il “lasciarsi andare” all’ignoto di ciò che il partner potrebbe fare. Questa pratica descrive il grande bisogno di concessione del proprio corpo al padrone che lo controlla.  Inoltre l’uso delle bende sugli occhi durante il rapporto sessuale è una pratica usata anche in terapia sessuale per creare una rottura della routine nell’intimità della coppia.

Schiaffeggiare, sculacciare, percuotere,  fustigare, scosse elettriche: pratiche diffuse nel mondo BDSM. Spesso comportamenti definiti estremi che non comportano la presenza di alcun disturbo ma unicamente la sperimentazione di giochi erotici trasgressivi tra partner consenzienti.

Ferite da taglio, punture e perforazioni: questi comportamenti sono oggi associati ad atti trasgressivi compiuti dagli adolescenti. Vediamo anche tatuaggi, piercing ed altre attività che comportano sofferenza per il corpo e contemporaneamente piacere masochistico. Un esempio è la body modification, che comprende tutte quelle modificazioni anche nella zona genitale che rispecchiano una natura erotica. Ad esempio molte donne decidono di applicare dei piercing tra le piccole labbra e il clitoride, mentre gli uomini spesso utilizzano un piercing che si chiama Prince Albert, un particolare anello che passa dall’orifizio uretrale, alla zona del frenulo.

Umiliazioni: sono diverse le pratiche in ambito BDSM  che comportano l’umiliazione della persona sottomessa. Ad esempio il camminare carponi, il comportarsi come se si fosse l’animale domestico, l’obbligo di indossare un abbigliamento da bambino, pratica definita in termine tecnico infantilismo.

 

Asfissiofilia, scena del crimine e prevalenza del fenomeno

Un’altra pratica associata al masochismo sessuale è l’asfissiofilia. Questa pratica comporta la privazione di ossigeno al cervello attraverso dei comportamenti volontari di soffocamento e strangolamento contestualmente ad una stimolazione erotica e al raggiungimento dell’orgasmo. La letteratura scientifica ci dice che coloro i quali praticano l’asfissiofilia mettono prevalentemente in atto un’eccitazione di tipo autoerotica (Hucker, 2008a; 2008b). Tra le pratiche di auto soffocamento più utilizzate vediamo impiccagione, legature al collo, soffocamento attraverso l’uso di sacchetti di plastica, uso di maschere, compressione al petto o sostituzione dell’ossigeno con sostanze dannose.

Sono molti i rischi legati a questo tipo di pratica. L’asfissiofilia  comporta spesso la morte della persona. Le cause possono essere una reale volontà da parte della persona, oppure un’ erronea valutazione e quindi un mancato controllo del comportamento messo in atto. Solitamente attraverso l’analisi della scena del crimine è possibile  comprendere e ricostruire le dinamiche della morte. Infatti a volte è anche possibile osservare delle costrizioni indotte da terze persone che avevano l’intento di uccidere la vittima.

Sono tuttavia molte  le morti causate da errori involontari di valutazione (Hazelwood, Dietz & Burgess, 1984). Il 41% di coloro i quali praticano quotidianamente asfissia autoerotica dichiara di  essere sempre accompagnato da un partner,  questo è quanto rivela l’indagine on-line svolta da Hucker (2008).  Inoltre il 71% riferiva di svolgere attività di tipo masochistico, il 31% sadico, il 66% di utilizzare il bondage, il 44% di utilizzare morsetti sul corpo ed infine il 37% di usare la pratica dell’autoflagellazione.

 

Riferimenti bibliografici

De Masi, F. (2007). La pervesione sadomasochistica. L’oggetto e le teorie. Bollati Boringhieri: Torino.

Hazelwood, R.R., Dietz, P.E., Burgess, A.W. (1984). Autoerotic fatalities. Health, Toronto.

Hucker, S.J. (2008a). Sexual masochism. Psychopathology and theory. In D.R. Laws, W.T. O’ Donohoue (Eds.), Sexual deviance: Theory, assessment, and treatment. Guilford Press, New York, pp.250-263.

Hucker, S.J. (2008b). Sexual masochism. Assessment and treatment. In D.R. Laws, W.T. O’ Donohoue (Eds.), Sexual deviance: Theory, assessment, and treatment. Guilford Press, New York, pp.264-271.

Krafft Ebing, R. Von (2000). Psychopathia Sexualis: The Case Histories.

Quattrini, F. (2015). Parafilie e devianza. Psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale atipico. Giunti: Firenze.

Schrenck-Notzing, A. Von (1895). The use of hypnosis in psychopathia sexualis. Julian Press, New York.

 

 

Valeria Saladino - Fondatore di Psicotypo

Psicologo clinico, psicoterapia ad approccio breve strategico, specializzato in scienze criminologiche, forensi e psicologia giuridica. Fondatore e Presidente di “Psicotypo Associazione per l’Informazione e l’Aggiornamento in Psicologia”. Dottore di ricerca e psicologo esperto ex articolo 80 presso la Casa Circondariale di Cassino. Studiosa della psicologia della devianza, in particolare del fenomeno dell’istituzionalizzazione e delle dinamiche psicologiche che costituiscono quest’ultimo, ha partecipato e coordinato interventi di valutazione e trattamento all’interno degli Istituti Penitenziari. Si è occupata inoltre di nuove dipendenze, gestendo il Behavioral Addictions Research Team, Centro di ricerca sulle dipendenze comportamentali. Oltre alla ricerca svolge attività di tutoring e consulenza per chi è interessato al settore della ricerca e alla costruzione di elaborati di tesi a carattere sperimentale.