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La festa della mamma tra storia e curiosità

Come ogni anno, la festa della mamma si festeggia la seconda domenica di maggio. La festa della mamma è un’occasione per ricordare e celebrare la fondamentale importanza della figura materna per ogni bambino. Le origini di questa festa sono molto antiche; innanzitutto risalgono al mondo greco romano nel quale la figura materna veniva venerata e festeggiata durante le feste legate alle divinità femminili. Nel corso del tempo, si sono perse le tracce di ogni tipo di celebrazione collegate alla donna. Nel medioevo infatti le uniche feste celebrate erano quelle collegate alla maternità della Madonna. La vera e propria festa della mamma fu introdotta intorno alla seconda metà dell’Ottocento in due momenti diversi. Intorno al 1860-70, una pacifista americana di nome Ann Reeves Jarvis cercò, una volta terminata la guerra civile, di proporre feste con l’intento di favorire una rapporto tra le madri di Nordisti e Sudisti (Santrock, 2017).

Successivamente, Anna Jarvis, figlia di Ann Reeves, portò avanti il progetto della madre e iniziò ad organizzare numerosi eventi dedicati alla figura materna finchè nel 1914, il presidente americano Woodrow Wilson ufficializzò la festa nel 1914. Fu proprio egli a stabilire che la festa venisse celebrata la seconda domenica di maggio, dato che proprio in quel periodo dell’anno era morta la mamma di Anna. Nel nostro Paese, invece, la festa della mamma è arrivata intorno agli anni ’50 del Novecento, nonostante si celebrasse anche prima nei riti cristiani. Mussolini istituì la prima Giornata nazionale della madre e del fanciullo il 24 dicembre 1933 con l’intento di omaggiare e premiare le madri più prolifiche d’Italia, favorendo così la crescita demografica del Paese. Abbattuto il regime fascista, la Festa della mamma tornò ad essere una festa laica senza alcun tipo di significato politico. Venne festeggiata per la prima volta a Bordighera, in Liguria, per omaggiare la morte della pacifista Ann Reeves che in America lottò tanto per far si che questa festa divenisse mondiale (Santrock, 2017).

 

Che significa essere madre?

“Nessun linguaggio può esprimere il potere, la bellezza, l’eroismo dell’amore materno” (Edwin H. Chapin)

L’essere madre non è un mestiere impartito tra i banchi di scuola, non si impara leggendo libri, tantomeno non si eredita da nessuno. Essere madre significa impostare la propria vita daccapo per fare spazio a quella di qualcun altro, significa donare amore incondizionato ad una creature che prende forma giorno dopo giorno e conquista il cuore di tutti. E’ proprio l’atto di mettere al mondo un bambino che sancisce uno dei legami più forti esistenti, forse il più forte: quello tra una madre e suo figlio. Un bambino capovolge tutte le certezze fino a prima esistenti; se si era certi che l’unico amore provato era quello che per il proprio partner, l’arrivo di un figlio ci fa rendere conto che quell’amore era nulla in confronto a quello provato per il proprio bambino. E’ un amore che fa sentire vive, che spinge ogni giorno a fare di più, e sorprende il fatto che qualcosa di così piccolo possa essere in realtà così immenso.

Il legame nasce sin dal periodo della gravidanza, ma è sancito e sigillato quando, dopo il parto, la madre stringe il bambino tra le sue braccia e promette che farà di tutto per garantire la sua felicità, e che lo proteggerà da qualsiasi pericolo in cui egli potrà avventurarsi. Se c’è un amore che può definirsi puro, sincero, vero, quello è quello di una madre per il proprio figlio, eterno ed indissolubile. Il cambiamento che avviene nel corpo e nella vita di una donna va accolto e valorizzato al fine di trasformalo in futuro equilibrio che porterà sia la mamma che il nuovo arrivato, a vivere ed accettare serenamente tale sconvolgimento.si tratta di una trasformazione che porterà con sé tante nuove sensazioni: la paura di non farcela, il pensiero di non essere ancora pronti, l’ansia di sbagliare. Tutte nuove emozioni che all’inizio provocheranno un vero e proprio shock nella donna, la quale, di punto in bianco, smette di essere figlia ed inizia ad essere madre.

 

L’importanza della figura materna

Sia nella specie umana che in quella animale, la relazione madre-figlio è essenziale per l’evoluzione del bambino in quanto garantisce la sua sopravvivenza sia come individuo, sia come soggetto all’interno di una società. L’autore che maggiormente si è occupato di studiare il profondo rapporto tra madre e figlio è stato John Bowlby (1988) con la sua Teoria dell’attaccamento. Per attaccamento si intende quel legame emotivamente significativo per la madre e per il figlio che si instaura sin dai primi giorni di vita del bambino. Il compito principale della madre è quello di fornire una base sicura: il bambino deve sentirsi protetto e al sicuro da ogni pericolo. Una mamma conosce a memoria i difetti dei propri figli, capiscono quando hanno un problema e sono subito lì, pronte ad affrontare insieme qualsiasi difficoltà ed aiutarli a risolvere le situazioni al meglio.

Agli occhi di un figlio, una madre appare sempre in grado di sistemare gli inconvenienti perfettamente, senza intoppi. Al contrario, c’è una cosa che le madri temono sin dal giorno in cui scoprono di essere in dolce attesa: la paura di sbagliare. Di non essere dei bravi genitori. Molto spesso ci si ricorda degli errori commessi dai propri genitori e si ha la convinzione di non volerli mai ripetere con i propri figli:

  • Mai creare distanza, l’allontanamento non permette di stabilire un vero legame profondo con il proprio figlio
  • Quella nostalgia di ripensare alle mancanze nell’infanzia: la mancanza di affetto, di riconoscimento, quei complimenti che aumentassero l’autostima
  • L’aver ricevuto un’educazione rigida basata solo sul rispetto e sull’educazione. Si dialogava in famiglia solo per chiedere permessi
  • Aver avuto, al contrario, un’infanzia iperprotettiva che ha impedito uno sviluppo della piena individualità, reprimendo la donna a dar vita al suo “io”, poiché completamente assorbita dalla continua protezione dei genitori.

Ovviamente, non esiste un “manuale della mamma perfetta”. Capita e capiterà ancora di commettere degli errori. Una madre agirà sempre ingenuamente, il suo unico scopo nella vita sarà sempre e solo quello di proteggere il proprio figlio. Le mamme sono le persone più forti del mondo, e le loro debolezze saranno il motivo per cui noi figli, in futuro, dovremmo proteggerle. Il bambino diventerà adulto, ma la mamma sarà sempre la mamma: colei che ci ha dato la vita, e che ci accompagnerà sempre nel nostro percorso.

Auguri a tutte le mamme!

 

Riferimenti bibliografici

Bowlby, J. (1988). Una base sicura. Applicazioni cliniche della teoria dell’attaccamento. Milano: Raffaello Cortina Editore

Spitz, R.A. (2009). Il primo anno di vita del bambino. Firenze: Giunti Editore

Santrock, J.W. (2017). Psicologia dello sviluppo. New York: Mc Graw Hill Education