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Maternità fake

Il volto di un bambino. La pelle di un bambino. Gli occhi di un bambino. Il sorriso di un bambino. Eppure non è un vero bambino, ma una bambola dalle sembianze umane. Le chiamano reborn dolls. Le mamme le tengono strette a sé come veri bimbi da accudire. Cambiano loro i pannolini e le riempiono di attenzioni e apprensione. Le mamme le acquistano sul web scegliendo da lunghi cataloghi come se fossero gioielli, vestiti, merce qualunque. Mamme che inquietano forse ma che spingono anche a chiedersi cosa si cela dietro un comportamento simile, quale bisogno? Quale desiderio?

Molte donne sentono il bisogno ardente di avere un figlio e quando si rendono conto di non poterlo realizzare scelgono di ricorrere ad altri metodi (Pascual, 2016). Tuttavia l’obiettivo è sempre quello di avere un figlio “in carne ed ossa” non una bambola.

 

Bambole rinate

 Il fenomeno delle reborn dolls è stato portato alla luce di recente in Italia dal blogger Vincenzo Maisto, il quale ha commentato il gruppo su facebook dal nome “il mio bimbo speciale”. I contenuti di questo gruppo rivelano un attaccamento da parte di giovani donne a queste bambole che sembra realmente allarmante. Molte di loro arrivano a fare richiesta per una baby sitter che si prenda cura di loro. Altre simulano con la nutella la defecazione, altre ancora comprano pappe per bimbi e portano al parco le loro piccole, grate delle lusinghe delle altre mamme le quali si complimentano per l’educazione deli figli tanto silenziosi e sereni. Altre lanciano allarmi al supermercato perché hanno dimenticato il neonato in macchina sotto il sole e tanti altri esempi di atteggiamenti simili.

Le reborn dolls nascono originariamente negli Stati Uniti negli anni Novanta, dedicate ad un pubblico di soli collezionisti. Queste opere iperrealistiche possono arrivare a costare 20 mila euro. Spesso vengono posizionati dei magneti nella bocca per fare in modo che trattengano biberon e ciucci. Lentamente le reborn dolls sono diventate vere e proprie attrazioni e vendute su Ebay e Amazon, alla portata di molti. Da qui ha avuto inizio un vero e proprio mercato.

 

Bambole 3.0

Documentari come My Fake Baby,  o tutorial come quelli lanciati da Stephanie Ortiz su come creare e crescere una reborn doll ci fanno riflettere sicuramente su come il mondo stia cambiando e con esso anche i nostri istinti più primitivi, come quello materno.  Tuttavia è possibile descrivere questa storia attraverso modalità meno tragiche e moraliste ma semplicemente mettendosi in dubbio. In un articolo della ricercatrice Fitzgerald (2011) vengono analizzate le componenti culturali e psicologiche che portano a considerare sintomatologico e patologico vedere una donna adulta “giocare” con una bambola.  Tale comportamento messo in atto da una persona adulta sembra evidenziare un desiderio materno falsato e artificioso.

Bisogna puntualizzare che già con le bambole del sesso, ossia bambole realizzate in materiali vari usate durante l’attività sessuale è emersa una condizione molto vicina a quelle della sperimentazione della maternità con le reborn dolls. Le bambole del sesso sono diventate sempre più umane, definite infatti Real Doll hanno dato vita ad un vero e proprio business del sesso. Un esempio molto simile alle reborn è il progetto Harmony, ossia un robot del sesso umanoide, che grazie all’intelligenza artificiale parla e memorizza le preferenze dei partner per simulare la gratificazione della relazione di coppia.

Cosa rende cosi appagante avere un robot o una bambola al posto di un essere umano? La risposta, seppure ipotetica, è semplice. Sono sempre disponibili a soddisfare i tuoi bisogni. Una real doll progettata per soddisfare bisogni sessuali non si oppone al tuo desiderio di fare sesso, non devi chiedere, non devi conquistarne la fiducia, né attrarla in alcun modo, perché è già tua. Una reborn doll non da “fastidio” né preoccupazioni come un vero neonato, puoi sfoggiarlo come un abito e portarlo in giro raccogliendo complimenti e collezionando sorrisi dai passanti, senza lo stress e l’ansia legate al pianto o ad altre problematiche.

Tutto questo rende l’istinto sessuale e l’istinto materno una simulazione, un eterno giocare al “come se” potessimo controllare ciò che ci spaventa o ciò per cui siamo stanchi di lottare. La società del tutto e subito non è solo degli adolescenti e dei nativi digitali ma è anche degli adulti che potremmo ribattezzare adulti 3.0. Madri che vogliono bambini fake eppure “reali” non virtuali e uomini che desiderano donne fake eppure non solo sullo schermo. Dove ci porterà? Per il momento possiamo osservare come questa soddisfazione potrebbe condurre a un’inversione di rotta, poiché come in tutte le cose, l’uomo tende a fare economia cognitiva dei suoi sforzi mentali ma sente in fondo che qualcosa manca. Dunque non è mai tardi per scoprire cosa manca per stare bene.

 

Riferimenti bibliografici

Fakers. Laws Relating to Sex, Pregnancy, and Infancy pp 19-32.

Louise Fitzgerald (2011). ‘Let’s play mummy’: Simulacrum babies and reborn mothers. European Journal of Cultural Studies, 14 (1), 25-39.

Pascual, (2016). Perceived needs of women regarding maternity. Qualitative study to redesign maternal education. http://europepmc.org/abstract/med/27039971

 

Valeria Saladino - Fondatore di Psicotypo

Psicologo clinico, psicoterapia ad approccio breve strategico, specializzato in scienze criminologiche, forensi e psicologia giuridica. Fondatore e Presidente di “Psicotypo Associazione per l’Informazione e l’Aggiornamento in Psicologia”. Dottore di ricerca e psicologo esperto ex articolo 80 presso la Casa Circondariale di Cassino. Studiosa della psicologia della devianza, in particolare del fenomeno dell’istituzionalizzazione e delle dinamiche psicologiche che costituiscono quest’ultimo, ha partecipato e coordinato interventi di valutazione e trattamento all’interno degli Istituti Penitenziari. Si è occupata inoltre di nuove dipendenze, gestendo il Behavioral Addictions Research Team, Centro di ricerca sulle dipendenze comportamentali. Oltre alla ricerca svolge attività di tutoring e consulenza per chi è interessato al settore della ricerca e alla costruzione di elaborati di tesi a carattere sperimentale.