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La giornata del colore

“Cos’è l’essere rispetto al colore del mondo? Il colore del mondo è più grande del sentimento umano”

-Juan Ramón Jimenez-

 

Il 6 maggio è il World Kids Colouring Day, meglio conosciuta come Giornata Mondiale del Colore. È una giornata ricca d’iniziative, in cui bambini ed adolescenti prendono in mano matite e colori, dando vita a numerosi disegni per celebrare un mondo a colori. È una festa che ci ricorda quanto i colori siano fondamentali nella nostra vita: ci guidano in ogni nostra scelta, influenzano le percezioni, scandiscono le nostre giornate, ci narrano la bellezza della natura e di ciò che abbiamo intorno. Per non dimenticare il loro importante ruolo come mezzo di comunicazione.

Nella Giornata Mondiale del Colore ci si pone un doppio obiettivo: il primo è quello di sensibilizzare tutto il mondo alla solidarietà, a far comprendere che un piccolo contributo da parte di ognuno è in grado di smuovere grandi cambiamenti, il secondo è quello di aiutare le persone che hanno bisogno, donando loro un po’ di colori in una vita che sembra solo in bianco e nero. Non a caso, il motto principale di questo giorno è “disegnare per cambiare il mondo”.

 

Curiosità sui colori

Grazie al lavoro della professoressa Eva Heller, psicologa ed insegnante all’Università di Stanford, possiamo avere un’interessante analisi dei colori applicati al neuromarketing:

  • Il blu: colore più usato dalle aziende poiché classificato come “meno invasivo” rispetto all’ampia gamma di colori esistenti. È un colore che suscita sicurezza e fiducia in un marchio (vedi Facebook, ad esempio). È il colore associato all’empatia e alla fedeltà, nonostante la sua classificazione come “colore freddo”. Una sua interessante peculiarità è che il blu placa la fame, di conseguenza viene evitato nelle pubblicità di alimenti.
  • Il rosso: è uno dei colori più utilizzati nel marketing poiché attira l’attenzione; è associato ai segnali di pericolo, pertanto la sua vista genera automaticamente un accelerazione a livello del battito cardiaco. Rappresenta due opposti: amore e odio, due antonimie che sono unite dallo stesso colore. Per finire: è il colore seducente per antonomasia. È associato all’erotismo, ed è in grado di risvegliare la nostra parte più aggressiva.
  • Il giallo: a livello di marketing rappresenta il puro ottimismo e viene usato per attirare l’attenzione di particolari oggetti esposti in una vetrina di un negozio. Bisogna avere delle accortezze, però, con questo colore: se esposto troppo in un negozio può stancare la vista. È un colore che favorisce la creatività.
  • Il verde: è colore del rinnovamento e della rinascita per antonomasia; viene associato alla natura, alla pace, alla salute (non a caso le farmacie hanno il simbolo color verde). Dona sicurezza, per questo è utile alle persone affette da depressione.
  • Il nero: è associato all’eleganza, al mistero e al potere. È un colore autoritario, ma al tempo stesso conferisce sofisticatezza. In passato, il nero era il colore che di più rappresentava il mondo oscuro delle sette e dei sacerdoti.
  • Il bianco: è il colore che rappresenta l’innocenza e la purezza. Il bianco viene associato all’inizio, alla volontà di cominciare qualcosa daccapo. Trasmette una sensazione di pace e tranquillità, per questo è associato alla perfezione.

 

La psicologia del colore tra scienza e teorie

Il colore è stato oggetto di numerosi studi, dalla psicologia alla scienza. In particolare, a livello fisico, il colore deriva dalla scomposizione della luce ed è misurato in lunghezza d’onda. Un contributo importante è stato dato dallo scienziato Isaac Newton il quale, attraverso un lungo studio, arrivò a dimostrare che la luce del sole, vista di color bianco a occhio nudo, è composta da ben sette colori propri dello spettro solare: violetto, indaco, azzurro, verde, giallo, rosso e arancio.

Un’altra importante figura è Max Luscher, psicologo del colore. Attraverso il suo test dei colori, è arrivato ad analizzare lo stato psicofisico di una persona in base alla sua preferenza dei colori. Per dimostrare ciò, egli è partito dal concetto di psicologia relativa, secondo cui ogni essere umano, attraverso varie strategie, tende al raggiungimento dell’armonia. Secondo la psicologia del colore ogni colore ha un significato universale, ciò che conta è la percezione: è ogni uomo, nella sua singolarità, a donare un significato proprio e soggettivo al colore.

 

La percezione del colore

Il principale organo adibito alla percezione del colore è l’occhio. La sua complessa struttura ci permette di distinguere molti colori, di adattarsi velocemente alle variazioni di luce e di mettere a fuoco in maniera automatica.

La luce entra nell’occhio attraverso un’apertura che prende il nome di pupilla. Gli impulsi luminosi ricevuti dai recettori retinici vengono trasmessi al cervello grazie al nervo ottico: la percezione visiva dei colori è sintetica, ciò significa che se una luce rossa ed una luce verde colpiscono insieme lo stesso punto della retina il risultato sarà la percezione del giallo, il colore derivato dall’unione del rosso e del verde.

Non tutti però, riescono a discriminare i colori allo stesso modo. Esistono alcune anomalie nella visione dei colori, tra cui:

  • Acromatopsia: detta “cecità ai colori”, è un difetto genetico presente nei tre tipi di coni. Può essere totale oppure parziale.
  • Tricomati anomali: soggetti che hanno 3 tipi di coni, ma la mutazione di uno (solitamente quello rosso o verde), causa un’alterazione nella sensibilità spettrale, alterando la percezione dei colori primari.
  • Dicromati: hanno 2 tipi di coni, di conseguenza percepiranno i colori solo sulla base di due colori primari. Tra questi rientra il “daltonismo”, forma di cecità per il canale rosso-verde.

 

La terapia dei colori: Cromoterapia

Sin dall’antichità, le diverse culture esistenti – egizi, cinesi, sumeri – praticavano la cromoterapia, tecnica che sfrutta il potere dei colori per risolvere alcuni situazioni di malessere del corpo.

Questo tipo di terapia è utilizzata tutt’ora affermando che ogni colore svolge un compito particolare:

  • Il rosso purifica il corpo e la mente e aumenta la circolazione
  • Il giallo stimola i nervi
  • L’arancione si occupa del benessere dei polmoni
  • L’azzurro attenua il dolore
  • Le varie tonalità dell’indaco sembrano avere benefici a livello epidermico.

Nonostante ciò, la comunità scientifica afferma che il risanamento del disturbo, dopo un percorso di cromoterapia, può essere dovuto a fattori esterni o addirittura ad un effetto placebo, non associabile alla terapia dei colori. Per questo motivo, ad oggi la cromoterapia è inserita all’interno delle pseudo-scienze.

 

Riferimenti bibliografici

Luscher M. (1993), La persona a quattro colori. Roma: Astrolabio Ubaldini Edizioni

Goethe J.W. (1810), La teoria dei colori. Milano: Il Saggiatore.