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Terzo e ultimo articolo per la sezione Attualità, che offre uno spazio all’approfondimento della relazione “intima” con una bambola del sesso. Chi sono i protagonisti? Cosa li spinge a scegliere come partner sessuale un oggetto inanimato? E infine, esistono differenze sostanziali tra uomini e donne? Benvenuti in uno scenario dove tutto è talmente finto da sembrar reale.

Le offerte della rete

Internet è la fonte principale, e più ricca, dove trovare bambole talmente realistiche da esaudire ogni desiderio e soddisfare ogni gusto personale. La bambola sessuale dal colorito artificiale, con i caratteri sessuali appena abbozzati (e quasi ridicoli) è ormai una realtà lontana e superata.

Dalle Reborn dolls, bambole dalle fattezze di un neonato, che fanno sperimentare il ruolo e le sensazioni di una maternità fino alle Lumidolls, descritte nell’articolo della Dr.ssa Valeria Saladino “Sesso, la legge del contatto”, in rete si trova ciò che la vita quotidiana non fornisce. Bambole in silicone per uomini, dalla temperatura calda e invitante come quella di un corpo umano, che permettono di realizzare le proprie fantasie sessuali e appagare la necessità di una presenza femminile facile, ma non certo quella di una relazione impegnativa.

“Bamboli”

Le donne che non sono interessate ad appagare un ruolo materno ma cercano invece puro piacere, cosa possono trovare in rete? C’è disponibilità anche per loro, ed anche cospicua. È ciò che porta sul mercato online, ad esempio, la fabbrica californiana Sinthetics. Bambole maschili veramente realistiche prodotte per appagare piaceri sessuali e personalizzabili in tutto e per tutto, come citato dal Ilfattoquotidiano.it: colore dei capelli, taglio degli occhi, tatuaggi, abbigliamento, fino alla forma e alle dimensioni del pene. Ovviamente, più optional s’inseriscono nella realizzazione del proprio “bambolo” ideale, maggiore sarà il prezzo di listino da saldare. E molte donne sembrano pronte a sborsare cifre consistenti senza batter ciglio pur di avere un uomo artificiale con tanto di appagante e funzionante pene.

Un pene, difficile da distinguere da uno vero, a detta di chi l’ha sperimentato; poiché in silicone, infatti, è morbido esternamente e duro internamente, in modo tale da mimare un’erezione (regolabile da parte della donna secondo il proprio gusto) realistica e a comando. È presente anche una colonna vertebrale flessibile in grado di consentire movimenti caratteristici dell’atto sessuale. Si passa così dalla bambola anonima e inanimata a un sex robot. Pur sempre un oggetto, non dimentichiamolo, ma dall’interazione che sembra essere davvero avvincente.

Perché fare sesso con un sex robot?

La giornalista Karley Sciortino, in un documentario, ha sperimentato in prima persona il sesso con Gabriel, sexy amante di gomma, riportandone la sua personale esperienza. Dichiara che fare sesso con un sex robot nel complesso può essere considerata un’esperienza positiva. Può aiutare una donna a sperimentare ritmi diversi e diverse angolazioni per poter conoscere meglio il proprio corpo. L’affermazione può essere condivisibile tuttavia può far sorgere il dubbio sul dove sia stata dimenticata la buona e sana pratica della masturbazione.

L’autoerotismo non è in fin dei conti il metodo più consolidato per conoscere il proprio corpo e come dargli meglio piacere? Se escludiamo, quindi, il lato della conoscenza della fisiologia del proprio organo sessuale, del proprio corpo e del relativo piacere, evidentemente si potrebbe essere alla ricerca di ben altro. Se c’è la necessità di avere un corpo, seppur finto ma da sembrar reale, ciò che si cerca nel fare sesso con questi uomini di silicone, non è mero piacere ma comunque un modo di essere in relazione con il mondo maschile.

Comunque in cerca di una relazione

Se superiamo la distinzione grossolana che vede l’uomo come voglioso di fare sesso con un oggetto inanimato e la donna esclusivamente alla ricerca di una connessione di tipo emotivo, potremmo includere ambedue le spiegazioni per entrambi i generi. Il piacere dato da un oggetto implica la sublimazione di una relazione mancante nella realtà attraverso lo sfruttamento di un ripiego. L’importante è esserne consapevoli, poiché il pericolo potrebbe essere quello di attribuire, o ricercare, appagamento emotivo nei confronti di un oggetto che non è in grado di soddisfarlo.

Come scritto nell’articolo di Davide Testa sul fenomeno dei Bordoll (Case con bambole del sesso n.d.r.) la solitudine e le difficoltà nel relazionarsi con l’altro, sembrano essere il motore che spinge gli uomini a dare un’anima a queste bambole. Lo stesso può essere valido per le donne che, in alcuni casi, cercano il surrogato di un uomo che nella loro vita ancora non ha trovato il giusto spazio. È lo stesso mercato che si occupa di questo tipo di produzione a confermarci la ricerca di relazione quasi paritaria con queste bambole. Lo sviluppo tecnologico sta producendo sex robot sempre più sofisticati, con i quali quindi mettere in atto un’interazione sempre più realistica tuttavia, ricordiamolo, mai veramente reale.