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Ipocondria o psicosomatica?

Le persone che venivano etichettate come ipocondriache, oggi vengono classificate, prevalentemente, con l’etichetta di disturbo da sintomi somatici. Tuttavia, una percentuale viene diagnosticata come disturbo da ansia di malattia. Queste persone temono di avere o di contrarre una grave malattia. Chiaramente, per poter formulare questa diagnosi non devono essere presenti patologie organiche, o se presenti, non devono giustificare l’eccessiva paura di ammalarsi. I sintomi, che spesso allarmano questi pazienti, sono fisiologici, come ad esempio l’aumento del battito cardiaco. Solo che questi segnali sono male interpretati. La preoccupazione per la malattia deve essere presente da almeno sei mesi. Inoltre, non devono esserci disturbi che spiegano meglio i sintomi esperiti da questi soggetti, come il disturbo ossessivo compulsivo, il disturbo delirante di tipo somatico, il dismorfismo corporeo, il disturbo d’ansia generalizzata, il disturbo da sintomi somatici (A.P.A., 2014). Tutto ciò, deve alterare il normale funzionamento dell’individuo.

Le persone con disturbo da ansia di malattia, temono per la propria salute, quindi prestano molta attenzione ai sintomi fisici o alle alterazioni corporee. In altri termini, sono alla ricerca di cambiamenti fisici anche minimi, che vengono letti come dei segni della presenza della malattia. Inoltre, nei casi in cui è possibile effettuare una diagnosi per una malattia fisica, non deve giustificare l’eccessiva ansia per tale patologia. È più frequente incontrare queste persone nei medici generici o comunque in strutture mediche piuttosto che nei servizi di salute mentale (A.P.A.,2014). La loro preoccupazione e il loro malessere è reale, per tanto devono essere informati i familiari ma anche i medici. Sicuramente, è una situazione pesante per i familiari che possono sentirsi frustrati perché non riescono ad aiutare i propri familiari e sperimentano un senso di inutilità. Chiaramente, tutto questo incide sui loro rapporti sociali, limitandoli.

 

Quali comportamenti mettono in atto?

Le persone affette da ansia da malattia si allarmano eccessivamente quando sentono parlare di malattia. Questo avviene quando un parente si ammala, ma anche quando sentono parlare di malattie dai media. Tale patologia ha delle similitudini con i disturbi d’ansia, infatti possono essere in comorbilità (Invernizzi e Bressi, 2012). Lo studio condotto da Brondino e colleghi (2008) ha messo in luce che nel cervello dell’ipocondriaco vi un’alterazione delle neurotrofine(nello specifico, NT-3 e NT-4/5) e  della serotonina. Coloro i quali sono affetti da ansia di malattia, così come gli ansiosi possono mettere in atto o condotte di evitamento o al contrario possono cercare continue rassicurazioni, da cui non traggono nessun beneficio. Di fatti, se stanno male possono decidere di andare dal medico, per avere delle rassicurazioni. Richiedono una miriade di esami, ma non sembrano essere rassicurati dai risultati negativi. Per essere precisi, traggono un sollievo immediato e breve da queste rassicurazioni. Cioè si convincono di non avere nulla, ma queste rassicurazione hanno l’effetto opposto a quello sperato. In altri termini, sono rassicurazioni che contribuiscono ad alimentare il circuito dell’ansia.

Altre persone che sono affette da questo disturbo potrebbero decidere di non voler fare delle visite per paura di avere conferme dei loro timori. Questo vuol dire che provano un’ansia e una paura così eccessive da essere paralizzati e non riuscire a fare questi esami. Inoltre, da questo comportamento non traggono alcun vantaggio, stanno peggio però per paura di una brutta notizia non fanno alcun accertamento. Tuttavia, continuano a fare delle ricerche individuali e quindi l’uso di internet non aiuta. Quindi, si da molta importanza e credito a delle informazioni che sono comunque vaghe. Tutto ciò, non fa altro che alimentare l’ansia inizialmente sperimentata. In tutti i casi, sarebbe utile dare informazioni a chi si occupa di queste persone sia ai familiari che ai medici. Infatti, essi hanno il compito di mediare il comportamento di chi ha tale disturbo.

 

Possibili trattamenti

È fondamentale rivolgersi il prima possibili ad uno specialista perché è importante fare la distinzione tra il disturbo da ansia da malattia e l’ipocondria (non più presente nel DSM-5). Infatti, l’ipocondria è caratterizzata dalla convinzione di essere ammalati, mentre l’ansia da malattia è contraddistinta dalla paura di sviluppare la malattia. Con l’avvento e la diffusione di massa di internet si pensa che tale patologia possa aumentare e questo avrebbe un costo sul sistema pubblico. Quindi, sarebbe auspicabile fare delle campagne preventive. Inoltre, tale patologia dovrebbe essere attenzionata perché potrebbe portare ad una morte prematura, chiaramente questa è solo una possibilità (Tyrer, 2018). Il paziente con questo disturbo, deve essere motivato ad intraprendere un percorso psicoterapeutico e per fare questo deve accettare il suo disturbo. Per fare ciò, è necessario il coinvolgimento dei medici che quando inviano ai servizi mentali, devono farlo motivando le persone e comprendendo il loro fastidio. È importante che si sentano capiti e non giudicati.

Per questo disturbo, la terapia cognitivo-comportamentale sembra essere efficace. Infatti, da dei buoni risultati a breve termine che vengono mantenuti nel lungo termine. Difatti, dopo cinque anni dal trattamento, i risultati raggiunti continuano ad esserci. Oltre a ciò, si sono registrati dei miglioramenti anche sui disturbi d’ansia generalizzata e sulla depressione che le persone possono manifestare (Tyrer et al., 2017). Inoltre, lo studio condotto da Eilenberg e colleghi (2017) ha evidenziato l’efficacia dell’Act, ossia una terapia cognitivo-comportamentale di terza generazione, nel miglioramento dei disturbi da ansia di malattia. L’Act contribuisce all’incremento della flessibilità psicologica e ciò diminuisce la preoccupazione per la malattia. Chiaramente esistono anche altre psicoterapie di approcci diversi che possono dare dei risultati, però l’approccio cognitivo-comportamentale sembra essere il più efficace per questo disturbo. Tuttavia, non esiste un approccio migliore di un altro, ma dipende anche dal tipo di paziente e da come si sente più a suo agio. Comunque, è fondamentale rivolgersi ad un professionista il prima possibile e seguire le sue indicazioni.

 

 

Riferimenti bibliografici

A.P.A. (2014). DSM-5, manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.Milano: Cortina Raffaello.

Brondino, N., Lanati, N., Barale, F., Martinelli, V., Politi, P., Geroldi, D., et al. (2008). Decreased NT-3 plasma levels and platelet serotonin content in patients with hypochondriasis.J Psychosom Res, 65 (5):435- 439. DOI:10.1016/j.psychores.2008.03.016.

Eilenberg, T., Hoffmann, D., Jensen, J.S., Frostholm, L. (2017). Intervening variables in group-based acceptance & commitment therapy for severe health anxiety. Behav Res Ther, 92:24-31. DOI:19.1016/j.brat.2017.01.009.

Invernizzi, G., Bressi, C. (2012).Psichiatria e psicologia clinica 4e.Milano: Mc Graw Hill.

Tyrer, P. (2018). Recent advances in the understanding and treatment of health anxiety. Curr Psychiatry Rep., 20 (7):49. DOI:10.1007/s11920-018-0912-0.

Tyrer, P., Salkovskis, P., Tyrer, H., Wang, D., Crawford, M.J., Dupont, S., et al. (2017).Cognitive-behaviour therapy for health anxiety in medical patients (CHAMP): a randomised controlled trial with outcomes to 5 years. Health technol assess,21(50):1-58. DOI:10.3310/hta21500.