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Disturbi da sintomi somatici: cosa sono?

Secondo il DSM-5, il disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati rappresenta una categoria, della quale fanno parte: disturbo da sintomi somatici, disturbo da ansia di malattia, disturbo di conversione, fattori psicologici che influenzano altre condizioni mediche, disturbo fittizio, disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati con altra specificazione e disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati senza specificazione (A.P.A.,2014). Tutti questi disturbi sono accumunati dalla presenza di sintomi somatici che alterano il normale funzionamento della persona. In passato, la diagnosi di disturbo da sintomi somatici veniva posta se il medico non trovava una diagnosi medica precisa. Quindi se non si trovava un’origine organica ai sintomi fisici del paziente, si formulava una diagnosi di tipo psicologica. Oggi, non è più così, di fatti i sintomi somatici devono presentarsi con dei pensieri, comportamenti e sentimenti anormali. In altri termini, non sono i sintomi ad alterare il normale funzionamento della persona, ma il modo in cui tali sintomi vengono letti e vissuti.

Il fatto che venga diagnosticato un disturbo da sintomi somatici, non esclude che possano anche essere presenti delle diagnosi mediche. Questa precisazione, fatta anche sul DSM-5 è fondamentale, per eliminare il messaggio forviante dell’esistenza del dualismo mente-corpo. Infatti, lo stesso termine psicosomatica che è un nome composto proveniente dal greco, indica il legame e l’influenza reciproca tra anima e corpo. Tutto questo, rassicura anche i pazienti che non hanno più l’idea di essere malati immaginari. Di fatti, in ogni caso anche se non dovessero esserci delle patologie che hanno origine organica, sono presenti delle patologie che si esprimono attraverso il corpo. Quindi, si hanno delle sofferenze che non trovano adeguato spazio di espressione e tentano di dare un segnale alla persona, mostrandosi attraverso un dolore fisico. Da sempre, infatti, si è data molta più importanza al corpo. I disturbi da sintomi somatici, oltre che con disturbi fisici potrebbero presentarsi in comorbilità con i disturbi dell’umore e/o disturbi d’ansia.

 

Le possibili cause

I disturbi da sintomi somatici e correlati, non hanno una sola causa, ma possono dipendere da diversi fattori che diventano fattori di rischio. Tali fattori sono: la vulnerabilità genetica e biologica, esperienze traumatiche precoci, fattori legati all’apprendimento e norme culturali e sociali. Quando si fa riferimento alle norme culturali e sociali, ci si riferisce al fatto che in alcune culture si da molta più importanza alle sofferenze del soma piuttosto che a quelle della psiche. Questo spiega, in parte, il motivo per cui, alcune persone possano esprimere più facilmente il dolore fisico. Dall’altro canto, è risaputo che l’aspetto legato al corpo è quello a cui, anche nella nostra società, si è data più importanza. Questo, inevitabilmente ha contribuito a screditare le sofferenze psicologiche reali, quasi come se non fossero importanti. Quindi, poi, si è passati ad esprimere le sofferenze emotive attraverso il corpo (Invernizzi, & Bressi, 2012).

Tuttavia, è importante sottolineare che la cultura influenza anche i nostri apprendimenti. Di fatti, l’educazione, dalla quale apprendiamo, risente della cultura. Comunemente, si finisce per dare più attenzioni ai sintomi fisici piuttosto che a quelli psichici, come se questi fossero di secondaria importanza. Questo spinge inevitabilmente le persone a non esprimere le loro turbe legate all’umore, attraverso le parole. In altri termini, è come se vi fosse un tacito divieto nell’espressione delle sofferenze dell’anima. I medici dovrebbero essere rieducati alla comunicazione con i loro pazienti. Di fatti, se dopo i dovuti accertamenti emerge che non sono presenti problematiche organiche, spesso usano la celebre e infelice frase: “lei non ha nulla” e fanno l’invio allo psicologo o psichiatra. Questo rompe l’alleanza terapeutica con loro e con i futuri professionisti e spinge a ricercare altri pareri medici. Oltre a ciò, sembrano essere dei malati immaginari e questo non è affatto vero. Il dolore che sentono è reale, magari sovrastimato ma pur sempre un dolore che ostacola la loro vita.

Lo stress e l’alessitimia

I disturbi da sintomi somatici e correlati possono essere letti come delle risposte disfunzionali agli stressor. Con il termine stressor si intendono eventi esterni ed interni, che possono creare uno stato di attivazione fisiologica e psicologica. Tuttavia, vanno distinti due tipi di stress: l’eustress e il distress. Mentre, il termine eustress, è un termine che indica uno stress positivo ed utile per sviluppare maggiormente le competenze individuali, il termine distress indica stimoli percepiti come eccessivi e che agiscono contro l’individuo stesso (Ripamonti, & Clerici C, 2008). Di solito, gli stress negativi sono quelli che potrebbero portare la persona allo sviluppo di uno dei disturbi da sintomi somatici e correlati. Gli eventi stressanti, non vengono percepiti da tutti allo stesso modo. Uno stesso evento, anche dalla stessa persona in momenti diversi può essere percepito in modi diversi. Oltre a ciò, ci sono eventi normativi che possono essere vissuti come stressanti ed eventi che sono inattesi e ciò li rende ancora più stressanti.

Tali disturbi, sono legati anche all’incapacità della persona di descrivere verbalmente le proprie emozioni, cioè sono alessitimici. È stato dimostrato che il livello di alessitimia correla con la somatizzazione (Pedrosa Gil, et al., 2008).  Le persone alessitimiche sono incapaci di riconoscere le loro emozioni, fanno fatica a discriminarle fra loro, presentano delle difficoltà nell’individuare le sensazioni somatiche che ne conseguono e non riescono a comunicarle in modo corretto agli altri (Taylor, 1994). L’alessitimia solitamente viene valutata con la Toronto Alexithymia Scale (TAS).

L’alessitimia può contribuire a spiegare lo sviluppo dei disturbi somatici e correlati. Di fatti, è proprio l’incapacità di descrivere le proprie emozioni e le vicende psichiche che porta allo sviluppo di tali disturbi. Questo, potrebbe dipendere dalla cultura e dall’educazione che è stata impartita. Il disturbo fisico, serve alla persona per esprimere un disturbo psicologico che altrimenti non riuscirebbe ad esprimere.

 

Qualche considerazione

I disturbi da sintomi somatici ed altri disturbi correlati sono dei disturbi variegati e complessi. Sicuramente non è facile riuscire ad individuare se vi è una totale assenza di patologie organiche. Tuttavia, la cosa fondamentale per poter fare diagnosi è che tali disturbi devono essere vissuti in modo esagerato rispetto ad altri che hanno gli stessi sintomi, quindi si presentano delle conseguenze sul piano emotivo, cognitivo e comportamentale. Pertanto, la cosa fondamentale è quella di individuare come questi sintomi vengono vissuti dalla persona. La nuova connotazione che viene data a questi disturbi, ci consente di superare il dualismo mente-corpo. In quest’ottica, il corpo e la mente sono in una relazione biunivoca, si influenzano a vicenda. Infatti, gli eventi che possono essere percepiti come stressanti influenzano lo stato di salute, ma è anche vero il contrario. Di fatti è noto che le persone malate hanno più probabilità di guarire se hanno delle aspettative positive (Kube et al., 2018).

Tali disturbi si potrebbero prevenire se si facesse una corretta educazione emotiva. Sarebbe importante, riuscire a far passare il messaggio della corretta comunicazione da parte del medico, per evitare ulteriori invii. Questo incide sui costi sanitari e sulla fiducia del paziente. Inoltre, anche se la persona dovesse accettare di andare dallo psicologo o psichiatra, ci andrebbe con diffidenza. Questo implica che il professionista della salute mentale dovrà fare più fatica per costruire l’alleanza. Effettivamente, si dovrebbe sottolineare il fatto che il dolore è presente e far percepire alla persona che viene creduta. Inoltre, il cambiamento deve essere sociale ed educativo, cioè far capire a tutti l’importanza della comunicazione emotiva e che la mente va curata come il corpo.

Scritto da Concetta Rametta, laureata in psicologia clinica, esperta in neuropsicologia clinica: età evolutiva, adulti ed anziani

 

Riferimenti bibliografici

A.P.A. (2014). DSM-5, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Milano: Cortina Raffaello.

Invernizzi, G. & Bressi, C. (2012). Psichiatria e psicologia clinica 4e. McGraw-Hill, 235-253.

Kube, T., Glombiewski, J.A., Rief, W. (24 Aprile 2018). Using different expectation mechanisms to optimize treatment of patients with medical conditions. A systematic review. Psychosom Med. Doi:10.1097/PSY.0000000000000596.

Ripamonti, C.A. & Clerici, C.A. (2008). Psicologia e salute. Introduzione alla psicologia clinica in ambiente sanitario. Il Mulino,38-54.

Pedrosa Gil, F., Bidlingmaier, M., Ridout, N., Scheidt, C.E., Caton, S., Schoechlin, C., et al. (2008). The relationship between alexithymia and salivar cortisol levels in somatoform disorders. Nord J Psychiatry, 62 (5):366-73. Doi:10.1080/08039480801983554.

Taylor G.J. (1994). The alexithymia construct:conceptualization, validation and relationship with basic dimensions of personality. New Trends in Experimental snd Clinical Psychiatry,10, 61-74.