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Attualità

La percezione della realtà al tempo dei social

Sparare in diretta come in un film

Un nuovo sconcertante fatto di cronaca dagli Stati Uniti, come riportato sul sito de Il Fatto Quotidiano. Tre amici in macchina stanno sostando all’interno di una stazione di servizio di Houston, nello Stato americano del Texas. Ridono, scherzano e decidono di giocare con una pistola in diretta Facebook. I giovani sono su di giri, credendosi onnipotenti con un’arma da fuoco in loro possesso. Al posto di guida si trova una donna, Cassandra Camper, la quale si fa dare una pistola dall’amico seduto al suo fianco. La donna scherza eccitata, punta la pistola verso il cellulare che sta riprendendo tutta la scena. L’amico la ammonisce immediatamente, dicendole che quel tipo di atteggiamento lo sta rendendo nervoso.

Pistola e videocamera, una miscela devastante

Cassandra non ascolta, ormai totalmente presa dal suo “personaggio criminale”, è convinta che la pistola sia scarica. Ma così non è. Si agita all’interno dell’abitacolo parla ad alta voce, nello scherzo si è introdotto subito il delirio di onnipotenza, carica l’arma e preme il dito sul grilletto, dopo aver rivolto la pistola verso il terzo protagonista di questa storia, il ragazzo seduto sul sedile posteriore, il ventiseienne Devyn Holmes, e un colpo lo raggiunge alla testa. Cassandra e l’uomo che gli ha lasciato maneggiare la pistola, vicino a lei fuggono immediatamente dalla vettura, abbandonando il giovane agonizzante al suo destino. La donna è stata arrestata, e Holmes è in ospedale con prognosi riservata e versa in gravissime condizioni.

Non avere coscienza delle conseguenze

Viviamo in un’epoca della sottocultura dell’immagine, dove apparire è di gran lunga più importante che essere, come afferma il Dottor Stefano Pischiutta sul sito psicologi-italia. Fondamentale, nelle priorità di un individuo, è diventare popolari, in molti casi ad ogni costo. Una cultura diffusa principalmente dalla tv nei decenni addietro. Negli ultimi anni internet ha amplificato in maniera sconcertante questa tendenza. I canali youtube, i social come Facebook, sono diventati un mezzo per diventare famosi in poco tempo. Non importa la qualità di cosa si proietta, le tematiche, le idee, tutto passa in secondo piano. L’importante è che ciò che si trasmette sia ben confezionato, con immagini patinate, argomenti che stuzzichino la curiosità e raggiungano chiunque sia in possesso di uno smartphone e una connessione internet. E per Cassandra una pistola era il mezzo del momento per poter apparire in una situazione intrigante, e fare un video che avrebbe potuto riscuotere “milioni” di visualizzazioni.

La cultura del marketing e la vendita di se stessi

Le strategie del marketing hanno portato a processi di consumismo estremo. I media hanno costruito un’industria comunicativa, dove il prodotto da vendere è sempre essenziale e bello divedere, che sia una crociera, un’automobile o una polizza assicurativa. Decenni di questa martellante realtà parallela hanno ridotto il mondo a un enorme contenitore di scambio merci. Tutto è in vendita e solo questo conta, comprare per apparire. Con la possibilità di sovraesporre mediaticamente ogni singolo essere umano, oggi si è arrivati a vendere la propria immagine, il “proprio modo di essere”. Ovviamente per essere interessanti si deve fare qualcosa di forte, attraente, intrigante come maneggiare una pistola vera in diretta facebook.

Il pericolo di credere alle realtà fittizie

I media hanno contribuito a creare realtà fittizie, pubblicizzando stili di vita affascinanti e pieni di ogni genere di lusso, soprattutto tecnologico. Un mondo impossibile da raggiungere per la gran parte delle persone. Ma la menzogna ha funzionato e si è cominciato a ragionare in funzione di questa esigenza di successo dove il quarto d’ora di gloria non basta. Dall’oggetto al servizio, si è passati al mettere in vendita di se stessi, come un prodotto di qualità. La storia e le tradizioni hanno imboccato la strada dell’oblio: non importa da dove si proviene, le proprie radici si trasformano in una zavorra insostenibile e contrasta gli obiettivi della logica liberista, tutto deve consumarsi nel presente, per esistere ed essere considerati dalla società.

Se li chiamano fantasy ci sarà un perchè

La cultura letteraria, ad esempio, è quotidianamente denigrata, dando spazio a letture, laddove ancora si legga un libro, di semplice intrattenimento. Come i fantasy di ultima generazione, ad esempio. Romanzi in cui si descrivono corpi perfetti e amori principeschi calati nella modernità, fatta di belle auto, lavori importanti e luoghi da sogno. Si confonde la bontà con il buonismo, spettacolarizzando vicende private e l’altruismo. Ciò che può rendere ricca una vita interiore è sostituito con modelli stereotipati e fittizi. Una finzione di massa che sempre più spesso si sostituisce alla realtà quotidiana della gente comune.

Questo porta ad alterare anche la percezione dei rapporti interpersonali e con la vita stessa; e avviene prendendo come modello un personaggio popolare per “essere” come lui nei rapporti di coppia, con gli amici, nel lavoro.

Disagio sociale e cultura dell’apparenza si fondono

Ragazzi che vivono nella violenza dei quartieri in cui sono cresciuti, in città dove procurarsi un’arma è facile quanto andare a comprare un pacchetto di gomme e portarle in giro, con la stessa scioltezza con cui si porta un telefono cellulare. E in questo brodo si aggiunge l’ingrediente del nichilismo, vero ospite inquietante nell’animo dell’uomo moderno, dove non si ha più il senso per il prossimo, il quale diventa solo un mezzo per raggiungere un godimento personale.

La condivisione con il prossimo si sposta nelle piazze virtuali, e allora vale la pena girare un video in diretta su Facebook e far vedere al mondo che si possiede un’arma; con essa ci si gioca per lasciar intendere di essere “tipi tosti”. E non importa controllare se la pistola ha un colpo in canna, anzi, molto più drammaticamente, il problema non sfiora la mente.

Questa è un’era dove ci si accorge dell’altro quando è troppo tardi.

 

Scritto da Davide Testa, articolista e blogger de La Gomma Del Ponte