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L’imprinting e la scelta del partner

Durante il workshop sul Doppio legame nella coppia, tenutosi presso Art Today, il 14 giugno a Roma è stato trattato il tema della relazione sana e disfunzionale e delle principali caratteristiche che comportano la scelta del partner e l’evoluzione della relazione. Il tutto grazie al connubio fra arte fotografica e psicologia. Il workshop ha visto infatti l’importante contributo della fotografa Valentina Cavallo, la quale ha esposto alcune fotografie tematiche che hanno meglio evidenziato le varie rappresentazioni concettuali dell’amore, del doppio legame, del sé, della scelta del partner; dimostrando sensibilità e bravura nell’esporre un punto di vista alternativo alla relazione di coppia. Il primo aspetto da attenzionare è sicuramente ciò che in etologia si definisce imprinting, ossia questa sorta di prima impressione che genera una forma di attaccamento a colui o colei che scegliamo come partner. Questo fenomeno, studiato da Lorenz e portato alla psicolgia dello sviluppo per spiegare il legame madre-bambino, ci dice molto sulle fondamenta del rapporto fra innamorati.

Spesso sentiamo dire “il mio fidanzato è simile a mio padre” oppure “ la mia ragazza è completamente diversa da mia madre” e così via in situazioni varie e diverse.  Questo ci fa comprendere che agiamo una scelta. Questa scelta è filtrata dalle nostre esperienze con altri significativi, dalle aspettative che nutriamo nei confronti dell’amore e del rapporto affettivo, dalle pregresse relazioni. Sicuramente un ruolo molto importante ma non per questo determinante, giocano i genitori e l’educazione sessuale e affettiva ricevuta. Molti di noi nell’avvicinarsi a qualcuno tendono ad escludere tutto ciò che ricorda uno dei genitori o magari la relazione di coppia vissuta attraverso i genitori in famiglia; altri invece per somiglianza e familiarità, sono attratti proprio dalle caratteristiche simili a quelle vissute in famiglia. Per cui l’imprinting è importante e può influenzare la nostra scelta futura del partner, tuttavia ci sono molti altri fattori in grado i modificare questa scelta, ad esempio le caratteristiche individuali e contestuali.

Nella prima foto si evince come il piccolo protagonista viene portato a sé da una mano maschile che sta nell’ombra e rassicurato da una mano femminile posata sulla sua spalla. Mentre la seconda foto rappresenta l’attesa, la riflessione e l’indugio di due persone che si stanno scegliendo o forse che si sono già scelte e non sanno come relazionarsi l’una con l’altra.

Il padre

Il padre

 

Distanze

Distanze

Il sé in relazione a…

L’amore e la scelta derivano anche dai vissuti e da ciò che è stato interiorizzato. Non dobbiamo dimenticarci che siamo prima di tutto individui e che abbiamo prima la necessità di esplorare e comprendere ciò che abbiamo dentro per poi relazionarci al meglio con gli altri. Il rapporto con noi stessi è ciò che contraddistinguerà tutte le altre relazioni, da quelle amicali a quelle affettive. A volte non piacersi può costituire un blocco o una problematica a livello personale e interpersonale. Molte coppie nello stare insieme si rendono conto di non conoscersi nell’interazione poiché non conoscono se stessi. Inoltre una coppia definita “sana” non può crescere in tal senso se i singoli attori della relazione non riescono a comprendere ciò che vogliono e ciò che gli piace.

Il rischio delle interazioni che nascono da un bisogno personale irrisolto è che la coppia possa diventare disfunzionale, ossia che possa compromettere il benessere dei singoli in funzione di obiettivi non condivisi e che miri a cambiare l’altro non a comprenderlo. Elemento centrale di questa foto è l’ambiguità del corpo rappresentato, ossia una donna dalle caratteristiche androgine, che meglio rappresenta l’universalità della condizione di consapevolezza e conoscenza del sé. Inoltre questa figura si abbraccia nella sua nudità, come a rappresentare il rapporto con se stessi e l’amore imprescindibile da ogni tipologia di relazione.

Abbraccio

Abbraccio

 

Doppio legame, vampirismo affettivo e qualche strategia

Il concetto di doppio legame nasce dallo psicologo Bateson, il quale studiando le relazioni familiari schizofreniche si rese conto che ciò che costituiva la rapporto tra genitore e figlio era un difetto di comunicazione derivante appunto da una discordanza fra contenuto della comunicazione e atteggiamento non verbale. Un esempio è quello della madre che chiede al figlio di abbracciarla con tono arrabbiato, inviando un duplice messaggio comunicativo e dunque creando un doppio legame. Allo stesso modo in una coppia disfunzionale esistono vari doppi legami che descrivono la quotidianità della coppia. La coppia disfunzionale è descrivibile tramite le seguenti caratteristiche:

  • Auto sabotaggio
  • Bugie
  • Assenza di compromesso
  • Tendenza alla drammatizzazione dei problemi
  • Mantenimento dei problemi irrisolti
  • Dipendenza affettiva e vampirismo affettivo

Per comprendere se stiamo vivendo una relazione disfunzionale può essere utile porsi alcune domande e cercare di focalizzarle nella relazione. Ad esempio se stare con il partner provoca esaurimento emotivo oppure se ci ricarica; se stare con l’altro ci fa sentire capaci e colmi di autostima o al contrario svalutati e incapaci; valutare quanto ci si sente sicuri e apprezzati nella relazione e se l’altro ci accetta cosi come siamo oppure se chiede un nostro cambiamento necessario per stare insieme.

La disfunzionalità può evolvere in vari modi, dai litigi continui alle percosse, alle violenze. Per questo è importante monitorare la propria relazione ed essere concentrati sul proprio stato di benessere personale, che resta il metro più affidabile per comprendere quando una situazione è giusta o meno per noi. Le ultime foto rappresentano la coppia disfunzionale e la dipendenza affettiva in due sfaccettature; nella prima i due amanti solo esplicitamente legati l’uno all’altra da catene spesse e l’uomo tira a sé la donna che rigidamente tenta di arretrare ma lascia comunque che il partner la abbracci. Nella foto successiva invece le due amanti rappresentate raccontano l’ambiguità e il non detto tipico delle relazioni disfunzionali, l’ombra dei loro volti è di due colori diversi e comunica due sensazioni di presenza e assenza nella coppia.

Identità (sof)fuse

Identità (sof)fuse

 

Doppio legame

Doppio legame

 

Ciò su cui ho provato a riflettere e in seguito a concretizzare è il valore che ha la parola. In queste foto ho cercato di rappresentare il nostro bisogno più interiore che è quello di individuare con l’altra persona una via di comunicazione che ci permetta di sentirci partecipi e di riuscire quindi a relazionarci, di essere curiosi di conoscere veramente la persona che si ha accanto e comprendere  perché l’abbiamo scelta nella nostra vita, questi sono elementi fondamentali per sentirsi a proprio agio con noi stessi e con l’altro.

Ho provato così a rappresentare l’incomunicabilitá e la distanza che si viene a creare se vi è un rapporto interpersonale in cui la parola è assente o mal funzionante.

La solitudine; la società che ci categorizza e ci fa ammalare dietro a canoni distopici, che alimentano la visione collettiva delle persone  capace di distaccarle dal loro vero sentire;  l’indebolimento della figura genitoriale, che non da piú così tanta importanza all’ascolto, alla presenza mentale e fisica, sono tutti temi che ci riconducono a una disfunzionalitá relazionale.

Con l’aiuto delle luci e delle ombre ho provato a “disegnare” ciò che più mi tocca nel profondo ovvero l’aspetto emozionale che influenza la sfera relazionale di noi esseri umani.

Valentina Cavallo

 

 

 

 

 

 

Valeria Saladino - Fondatore di Psicotypo

Psicologo clinico, psicoterapia ad approccio breve strategico, specializzato in scienze criminologiche, forensi e psicologia giuridica. Fondatore e Presidente di “Psicotypo Associazione per l’Informazione e l’Aggiornamento in Psicologia”. Dottore di ricerca e psicologo esperto ex articolo 80 presso la Casa Circondariale di Cassino. Studiosa della psicologia della devianza, in particolare del fenomeno dell’istituzionalizzazione e delle dinamiche psicologiche che costituiscono quest’ultimo, ha partecipato e coordinato interventi di valutazione e trattamento all’interno degli Istituti Penitenziari. Si è occupata inoltre di nuove dipendenze, gestendo il Behavioral Addictions Research Team, Centro di ricerca sulle dipendenze comportamentali. Oltre alla ricerca svolge attività di tutoring e consulenza per chi è interessato al settore della ricerca e alla costruzione di elaborati di tesi a carattere sperimentale.