Casi di stupro
Potrebbe essere un delinquente, uno straniero, un emarginato, il vicino di casa, potrebbe averti osservato per mesi oppure visto per la prima volta e desiderato. Chiunque sia gli basta poco per afferrare la sua vittima e prenderla con la forza. Nessun rimorso, nessun pensiero.
Roma, 14 febbraio. Una coppia di fidanzati passeggia tenendosi per mano. All’improvviso i due vengono brutalmente picchiati e la ragazza violentata. Verso sera la coppia raggiunge un bar vicino e, non avendo il coraggio di raccontare ciò che gli era accaduto, i due raccontano di aver subito una rapina. Poco dopo al pronto soccorso gli infermieri scoprono la verità. Poco tempo dopo vengono arrestati i responsabili, due uomini senza lavoro né casa, due stranieri.
Un altro caso avvenuto sempre a Roma, è quello dello stupratore seriale. Un uomo sui trent’anni che si appostava con un passamontagna nei pressi dei garage condominiali, aspettando le donne che rientravano da casa per poi aggredirle. Il suo modus operandi era caratteristico. Infatti l’uomo ci teneva a coinvolgere le sue vittime in un amplesso amoroso, mimando tutti gli aspetti di una relazione di coppia. Lo stupratore seriale di Roma non era uno straniero, non era un emarginato, né un disoccupato, al contrario era un insospettabile. Quest’uomo aveva una casa, un lavoro di riguardo ed anche una carica politica nel suo quartiere. In seguito a perizie psicologiche emerse la “causa” del reato, ossia un episodio psicotico dissociativo. Secondo la perizia questo episodio dissociativo aveva causato la condotta dell’uomo ed era il primo sintomo di una schizofrenia, diagnosi smentita in seguito ad una ulteriore condanna dell’uomo.
Nessuno stereotipo
I due casi illustrati sono solo alcuni degli esempi che ci mostrano l’impossibilità di ridurre la figura dello stupratore a categorie eterogenee. Infatti coloro i quali commettono una violenza sessuale non sempre possiedono le medesime caratteristiche. Motivo per il quale la vera ancora non risiede nei fattori culturali e familiari, ma nella multifattorialità degli stessi. L’ambiente violento o privo di valori, la scarnificazione della figura femminile, la povertà di educazione sessuale e la repressione genitoriale sono spesso fattori di rischio che accomunano gli stupratori. Tuttavia non si può dedurre un profiling sulla base di singoli avvenimenti.
Hazelwood, dell’Unità di Scienze del Comportamento dell’ FBI, fu trai primi ad identificare tipologie di stupratori, esaminando i fascicoli degli autori di reato. Dalla lettura dei fascicoli emersero due figure specifiche di stupratori, gli egoisti e gli altruisti. Lo stupratore egoista è solito minacciare e denigrare la sua vittima, senza lasciarsi scalfire dalla sofferenza di quest’ultima. Infatti l’aggressione è maggiormente violenta e non mirata unicamente alla gratificazione sessuale. Mentre lo stupratore altruista non prova piacere nel fare del male o nell’umiliare la sua vittima. Dunque non utilizza la violenza né la forza, cerca piuttosto di rassicurare e coinvolgere la vittima. Se quest’ultima dovesse mostrare una resistenza o dolore eccessivi lo stupratore altruista non riuscirebbe ad andare avanti e bloccherebbe il suo comportamento.
Categorie e tipologie
Un’altra tipologia di categorizzazione di stupratori si basa sul tipo di comportamento che questi ultimi hanno con le loro vittime e riguarda l’interazione interpersonale circa l’approccio allo stupro. Ci sono aggressori sessuali che utilizzano lo stile “confidenziale”, ossia seduttivo e manipolatorio. Un’altra tipologia di modalità e invece quella che vede l’utilizzo della forza e della violenza che non prevede la seduzione. Un altro approccio è quello definito “a sorpresa”, dove la vittima viene colta spesso durante il sonno, minacciata con armi e costretta a un rapporto sessuale.
Le prime tipologie di categorizzazione hanno dato vita a quello che oggi definiamo profiling. Un tipo di approccio allo studio del crimine e del criminale che parte dal punto di vista dell’offender non unicamente da quello psicologico, giuridico o forense. Da qui le prime forme di classificazione degli stupratori e dei pedofili che hanno dato un volto ai reati sessuali.
Riferimenti bibliografici
Lucarelli, C.& Picozzi, M. (2012). Sex Crimes. Storie di passioni morbose e di efferati delitti. Mondadori.
Quattrini, F. (2015). Parafilie e devianza. Psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale atipico. Giunti.