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La mancanza di coerenza nella comunicazione in famiglia

Come funziona una famiglia intermittente? L’ingrediente principale è appunto la mancanza di coerenza. Le interazioni tra i vari componenti della famiglia sono in continuo cambiamento, in una costante ambivalenza comunicativa. Così il genitore che prima si era posto come iperprotettivo, diventerà improvvisamente permissivo o proibitivo. Anche i figli si troveranno a modificare i propri atteggiamenti per adeguarsi (o scontrarsi) con la comunicazione genitoriale. Le interazioni quotidiane saranno caratterizzate da repentini cambiamenti comunicativi, passando da posizioni valorizzanti a squalificanti. I figli stessi manderanno messaggi contraddittori ai genitori, mostrandosi collaborativi in alcuni momenti per poi rivelarsi ribelli in altri.

Questo tipo di modello è basato sul dubbio. Questo dubbio è totalmente al passo con i nostri tempi e la nostra società, che viaggia così rapidamente e che richiede una continua ricerca di nuove soluzioni. Ecco che quindi le stesse relazioni familiari vengono messe in dubbio, alla ricerca costante di un modo migliore di comportarsi. Tutto questo va però a discapito della presenza di punti di riferimento stabili e sicuri, e può portare a conseguenze poco piacevoli.

 

Le conseguenze del modello intermittente

Chi vive in un ambiente caratterizzato da questo tipo di comunicazione tenderà molto probabilmente a rapportarsi in maniera intermittente con qualsiasi situazione si troverà ad affrontare. Queste persone affronteranno le situazioni problematiche applicando strategie poco coerenti e stabili, cambiandole repentinamente se non dovessero ottenere dei risultati subitanei, per la fretta di ottenere dei risultati. Nel suo libro Modelli di famiglia (2001) Giorgio Nardone porta l’esempio di una famiglia in cui i genitori si trovano a rapportarsi con un figlio ribelle. Pur perseguendo l’obiettivo di correggere i comportamenti del ragazzo, essi lo faranno senza costanza e coerenza.

Dapprima cercano di far ragionare il figlio, mostrando le loro ragioni. A seguito del fallimento del tentativo diventano rigidi e punitivi, ottenendo ribellione maggiore e ricatti, a cui cederanno. A questo punto il figlio si troverà col coltello dalla parte del manico, in una posizione di potere nei confronti dei genitori, e questi ultimi invece metteranno nuovamente in dubbio il loro comportamento, arrivando a pensare di dover essere più morbidi e permissivi nei confronti del ragazzo. Si instaurerà in breve un circolo vizioso di comportamenti fallimentari che renderà la comunicazione tra i membri della famiglia quasi impossibile.

 

Uscire dal modello intermittente

Per quanto possa sembrare un modello familiare piuttosto raro, si tratta di un tipo di famiglia diffuso, proprio per il fatto che nell’epoca in cui stiamo vivendo il cambiamento sembra essere l’unica costante, e il continuo adattamento un punto di forza. Per poter arginare le conseguenze negative di questo stile familiare, i componenti dovranno allenarsi ad accettare tempi più lenti e dilatati per verificare le conseguenze delle proprie azioni ed individuare quale risulta essere quella più efficace.

Una tecnica d’elezione della psicoterapia strategica e che Giorgio Nardone suggerisce è quella dell’osservare senza intervenire. Il terapeuta chiede ai membri della famiglia che si trovano a dover fronteggiare un comportamento problematico di un altro membro, di astenersi dall’esplorare diverse soluzioni, come sarebbe loro usanza. I membri dovranno invece limitarsi ad osservare l’evoluzione del comportamento problematico nel momento in cui non vi è alcun tentativo di intervento. In questo modo viene anche rimandato a tale membro la responsabilità delle sue azioni, e le sue conseguenze.

 

Scritto dalla Dr.ssa Vanessa Pergher – Psicologa

 

Riferimenti bibliografici

Nardone, G. (2001). Modelli di famiglia. Ponte alle Grazie: Milano