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Rapporti occasionali e malattie sessualmente trasmesse

Un binomio che si presenta sempre più forte nelle statistiche di tutto il mondo.

Un’attualità che ci vede protagonisti del mondo, emancipati viaggiatori e indipendenti e acculturati costruttori del nostro destino ci coglie impreparati su uno dei pilastri su cui si regge la nostra salute: l’educazione sessuale.

Pare, infatti, che l’utilizzo del profilattico sia tipico degli inesperti o degli affetti da eccessiva ansia da gravidanza indesiderata, per cui un buon bagaglio d’esperienza ed il raggiungimento dell’età adulta costituiscono condizioni sufficienti per praticare comportamenti sessuali non sicuri, anche e soprattutto occasionalmente.

La realtà, tuttavia, ci informa che non sia proprio così.

Vediamo insieme di cosa si tratta.

Sesso occasionale e Malattie Sessualmente Trasmissibili: l’importanza del profilattico

Ogni giorno, circa un milione e mezzo di persone nel mondo contrae una malattia sessualmente trasmissibile. In Italia, nel 2006 il numero di persone affette da malattie trasmesse sessualmente ammontava a circa 3500; nel 2013, a distanza di soli sette anni, il numero è quasi raddoppiato.

E le percentuali sono in costante aumento.

Negli ultimi 3 anni, ad esempio, ICAR (Italian Conference on AIDS and Antiviral Research) ha mostrato come nei centri infettivologici italiani si sia registrato più del doppio dei casi di sifilide.

In Canada, invece, si è assistito ad un aumento del numero di casi di gonorrea, che da 2000 nel 2013 è giunto a 3400 nel 2015. Clamidia e sifilide condividono la medesima sorte, al punto da concettualizzare il fenomeno nei termini di una vera e propria epidemia.

Tale ingente mole di numeri registrata in svariati posti del mondo, viene accomunata da un medesimo fattore: la scarsissima educazione sessuale.

E’ per tale ragione che, come afferma il Dott. Massimo Giuliani, dell’Istituto Dermatologico San Gallicano, bisogna “allargare tra i giovani l’uso routinario del preservativo …”.

Esso, infatti, non protegge soltanto da gravidanze indesiderate, ma da malattie trasmissibili sessualmente che possono essere temporanee o cronicamente permanenti, più o meno invalidanti.

Chi sono i nuovi soggetti a rischio?

Una buona educazione alla sessualità, tuttavia, sarebbe da estendere anche alla popolazione adulta. Sono gli adulti, infatti, il nuovo target di soggetti a rischio malattie sessualmente trasmissibili. Si tratta solitamente di adulti eterosessuali, spesso sposati e che contagiano i rispettivi coniugi.

Il Dott. Massimo Andreoni, responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Malattie infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma, inoltre, sottolinea come “Normalmente, durante le vacanze, la possibilità di avere incontri sessuali occasionali aumenta . Non è un caso che, nel periodo successivo a quello estivo, si registri il picco assoluto annuale di pazienti in fatto di infezioni e malattie sessualmente trasmissibili. Sono le donne single i soggetti a più alto rischio di contagio, soprattutto se non viaggiano in gruppo.”

Il tasso di clamidia, ad esempio, registrato in un campione di donne fra i 40 e i 59 anni è del 166% più elevato rispetto a quello di 10 anni fa.

Si assiste, in generale, ad un ritorno alla poligamia incentivato dai nuovi social media.

L’era digitale in cui viviamo comporta giornalmente la diffusione di app di incontri, come Tinder, rivolte sia a persone single sia a persone coniugate, che stimolano l’instaurarsi di conoscenze e relazioni sessuali clandestine e occasionali. E non sicure.

Sarebbe auspicabile, pertanto, educare alla responsabilità e alla maturità sessuale, piccoli e grandi, per assicurare una buona qualità della salute propria e di chi ci sta accanto e per prevenire conseguenze spiacevoli per il nostro funzionamento, quali infertilità, problemi neurologici, patologie cardiovascolari, avvicinamento alla morte.

Educare alla sessualità è educare alla vita.

 

Riferimenti