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Sicurezza sul lavoro: safety climate e infortuni denunciati e non denunciati

Safety climate

Oggi, 28 aprile, si celebra la Giornata Mondiale della Salute e Sicurezza sui luoghi di lavoro e, in tale occasione, mi sembra giusto e doveroso dedicare un articolo a questa tematica che gioca un ruolo sempre più importante all’interno delle realtà aziendali. Purtroppo, come dimostrano le ultime notizie di cronaca, non sempre è facile garantire un adeguato livello di sicurezza all’interno degli ambienti di lavoro sia a causa di una basso livello di clima di sicurezza presente sul luogo di lavoro e sia a causa del non rispetto da parte del lavoratore delle norme di sicurezza stesse.

Andando ad analizzare il clima di sicurezza, esso viene inteso come un aspetto del clima organizzativo specificatamente riferito alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Una definizione molto condivisa di tale costrutto è quella elaborata da Zohar che definisce il safety climate come “un insieme di percezioni condivise riguardo alla politiche, alle procedure e alla pratiche di sicurezza” (Zohar, 2003). Ma cosa accade all’interno degli ambienti di lavoro quando nella cultura organizzativa non è presente un adeguato livello di safety climate? Sicuramente la conseguenza più diretta di ciò è il verificarsi di incidenti e infortuni sul lavoro che vanno ad incidere direttamente sulla sulla sicurezza e sulla salute dei lavoratori ma che hanno ripercussioni negative anche per l’azienda e per l’economia della società.

Infortuni riportati e infortuni non denunciati

In particolare, l’infortunio sul lavoro può essere considerato come un evento traumatico, lesivo il benessere del lavoratore che può verificarsi nell’ambiente di lavoro, nell’orario di lavoro o durante il percorso che il lavoratore compie da casa al lavoro e viceversa, in modo rapido e violento e per cause esterne alla volontà del lavoratore. L’infortunio è considerato dunque come il risultato di un evento non previsto e non controllato, dovuto ad un insieme di fattori tra loro collegati, rappresentati sia da elementi oggettivi, come ad esempio la mancanza dei dispositivi di sicurezza e sia da elementi oggettivi, come ad esempio imprudenza e disattenzione.

Con riferimento alla gravità degli infortuni, è pratica comune per le organizzazioni utilizzare i criteri dell’OSHA per registrarli e, a seconda dei criteri di classificazione utilizzati, gli infortuni possono essere o non essere denunciati, con il risultato di una mancanza di precisione circa i dati sugli infortuni che hanno luogo sul posto di lavoro.

Relazione tra clima di sicurezza e infortuni riportati e non

A tale riguardo vi è una ricerca di Probst (2010) nella quale viene analizzata la differenza tra infortuni riportati e non e la relazione con il clima organizzativo. Da tale studio è emerso che, in generale, la percentuale degli infortuni non denunciati è superiore a quella degli infortuni denunciati e che il clima di sicurezza e la percezione dei supervisori riguardo le politiche di sicurezza influenzano nettamente il rapporto tra infortuni dichiarati e infortuni non denunciati.

In particolare, la mancata segnalazione risulta più frequente in ambienti di lavoro che presentano uno scarso clima di sicurezza e in cui l’applicazione delle norme non è rispettata. Infatti, quando i dipendenti percepiscono che i propri supervisori si impegnano a favore delle politiche per la sicurezza, tendono in misura maggiore a denunciare gli infortuni, mentre quando i supervisori mostrano scarso interesse per la sicurezza la percentuale degli infortuni non denunciati tende ad aumentare.

In generale, tra i motivi per i quali i lavoratori tendono a non denunciare gli infortuni vi è il fatto che tali infortuni non siano ritenuti importanti dalla dirigenza e il fatto che i lavoratori non sanno come comportarsi in caso di incidenti a causa della scarsa comunicazione aziendale circa le procedure di sicurezza. Ulteriori motivi per la mancata denuncia degli infortuni sono costituiti dalla paura di eventuali ripercussioni negative, in primis la possibilità di perdere il lavoro o di subire ripercussioni economiche.

Verso una soluzione

Il fatto che un infortunio non venga denunciato perché il lavoratore ha paura di perdere il proprio posto di lavoro o perché nella propria azienda non è diffuso un adeguato clima di sicurezza è sicuramente una nota da non sottovalutare, poiché nell’ormai inoltrato 2018 questi “ostacoli” dovrebbero essere superati.

A quanto pare, però, la realtà ci dimostra tutt’altro ed ecco allora che si dovrebbe intervenire all’interno dei contesti aziendali attraverso un modello di intervento che, prima ancora di diffondere la cultura di sicurezza tra i lavoratori, si occupi di diffonderla in primis ai vertici aziendali e ai supervisori che, a loro volta, la trasmetteranno ai propri collaboratori. Si tratta in pratica di un cambiamento cross-level che attraversa tutti i modelli in quanto la formazione realizzata verso un determinato livello gerarchico andrà ad influire sul livello inferiore, per cui, per migliorare la sicurezza delle singole unità lavorative, si va ad agire sui comportamenti dei vertici aziendali.

Ovviamente si tratta di una delle tante ipotetiche soluzioni che possono essere adottate per diminuire gli infortuni sul lavoro e per far si che ogni azienda abbai una propria cultura della sicurezza in grado di ridurre gli incidenti e gli infortuni.

 

Scritto da Eleonora Scappaticci, Dottoressa in Psicologia del Lavoro, Master in “Selezione, valutazione e sviluppo nella gestione delle Risorse Umane”

 

Bibliografia

Zohar, D. (2003). Safety climate. Conceptual and measurement issues. In J.C. Quik & L.E. Tetrick, Handbook of occupational healt psychology