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Attualità

Sicurezza sul lavoro, i rischi ambientali e psicologici

Sicuri sul posto di lavoro

La sicurezza sul lavoro è un argomento di grande attualità, legato purtroppo soprattutto alle cosiddette “morti bianche”, che fanno notizia sui giornali e che lasciano un senso di tristezza infinita, perché si lavora per vivere e non per morire. In questa giornata in onore della sicurezza del lavoro, l’obiettivo di questo breve articolo è quello di far riflettere i lettori e, quindi, i lavoratori in merito all’importanza della “cultura della sicurezza”.

Oggi la salute e la sicurezza sul lavoro in Italia sono regolamentate dal Decreto Legislativo n. 81/2008 (noto come Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro o TUSL), assieme alle disposizioni correttive contenute nel Decreto Legislativo n. 106/2009.

Tale decreto si occupa della tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro e si applica:

  • Alla persona sotto ogni aspetto: salute, sicurezza, dignità, tenendo conto della provenienza geografica e del genere;
  • Al lavoro, in qualunque forma svolto, in tutti i settori, sia pubblici che privati, cui siano adibiti lavoratori dipendenti o ad essi equiparati. Riconosce il principio dell’effettività della tutela: diritto di tutti coloro che operano negli ambienti di lavoro, qualunque sia il rapporto o contratto di lavoro.

 

Il “rischio” nei luoghi di lavoro

All’interno del Testo sovra citato, sono indicate le tipologie di rischio presenti all’interno dei luoghi di lavoro. Esse riguardano i Rischi Trasversali Organizzativi: derivanti da criticità connesse alla organizzazione del lavoro e alle mansioni, turni di lavoro, monotonia delle mansioni con azioni meccaniche e non differenziate, criticità derivanti dalle differenze di genere. In tale classe di rischi rientrano tutti i fattori che non possono essere pienamente e univocamente associati ad altre classi ma che in una certa misura possono esporre il lavoratore a molteplici fattori di disagio.

Si parla poi di rischi per la sicurezza (infortunistici): tutti quei fattori di rischio che possono compromettere la sicurezza dei lavoratori durante l’espletamento delle loro mansioni. Tra questi possono essere classificati il rischio d’incendio, il rischio di crollo di parti della struttura, non conformità a carico di parti dell’immobile o di singoli locali, allagamenti, terremoti, macchine che espongono a rischi di traumi o tagli o in generale infortuni vari, esplosioni, impianti e attrezzature di lavoro. In genere in questa classe rientrano quei rischi che possono comportare un grave danno fisico, menomazioni infortuni e nel caso più grave la morte.

Infine, si menzionano i rischi per la salute (igienico ambientali): in questa categoria sono raggruppati rischi derivanti dalle esposizioni ad agenti chimici, fisici (rumore, vibrazioni campi elettromagnetici ecc.), o connessi ad esempio alla salubrità dei locali, condizioni igienico sanitarie, microclima e in generale tutti quei fattori che possono compromettere la salute dei lavoratori in casi di esposizione prolungata agli agenti sopra menzionati.

La valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui prestano la loro attività, è finalizzata a individuare le adeguate misure di prevenzione e protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza. La valutazione dei rischi va effettuata anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro.

 

Fattori di rischio psico-sociale

I fattori di rischio psico-sociale rappresentano disfunzioni nelle interazioni di tipo ergonomico, organizzativo e psicologico che possono produrre danni sia per la salute psico-fisica che per la sicurezza. Accanto ai rischi “tradizionali”, tali rischi trasversali stanno diventando una delle principali cause di alterazione della salute per la persona e per l’organizzazione.

L’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute del Lavoratore ha individuato alcune categorie di rischi:

  • utilizzo di forme di contratti di lavoro precari e incertezza/insicurezza del lavoro stesso;
  • forza lavoro sempre più vecchia (poco flessibile e poco adattabile) per mancanza di adeguato turnover;
  • alti carichi di lavoro, con conseguenti pressioni sui lavoratori;
  • tensione e coinvolgimento emotivo elevati;
  • interferenze e squilibrio fra lavoro e vita privata.

Questi rischi possono portare il lavoratore, ad ogni livello, a sperimentare condizioni di stress. Lo stress non è una malattia, ma può causare problemi di salute mentale e fisica (come ad esempio depressione, esaurimento nervoso e cardiopatie) se si manifesta con intensità per periodi prolungati.

I datori di lavoro sono giuridicamente obbligati a tutelare la salute e la sicurezza sul lavoro. Gli ispettori del lavoro forniscono la loro assistenza per far sì che i datori di lavoro rispettino quest’obbligo. I datori di lavoro devono individuare le cause dello stress legato all’attività lavorativa, valutare il rischio e adottare le misure preventive più opportune per prevenire le malattie sul lavoro.

È opportuno inoltre consultare il collaboratore o il rappresentante sindacale in merito ai cambiamenti del posto di lavoro che influiscono sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori, avendo cura di comprendere quelli che potrebbero provocare una situazione di stress legata all’attività lavorativa. È necessario collaborare seguendo determinate politiche e fornendo il proprio contributo per l’individuazione dei problemi e delle relative soluzioni.

 

Verso una cultura della sicurezza?

La cultura della sicurezza non può essere ridotta ad un elenco di principi astratti, ma deve invece essere considerata come “l’insieme dei processi organizzativi e delle pratiche professionali, delle norme scritte e delle convenzioni informali, dei linguaggi, dei modi di pensare, di percepire e di rappresentare il rischio in azienda” (Frey et al., 2014).

La cultura dovrebbe essere considerata un generatore di valore per l’impresa. Essa può essere sviluppata attraverso il passaggio dalla “comunicazione dei contenuti” alla “condivisione dei comportamenti” in campo della Sicurezza, anche attraverso:

– l’elaborazione di strategie di pensiero;

– efficaci strategie di comunicazione;

– capacità di controllare i comportamenti;

– lo sviluppo delle relazioni interne ed esterne (Galimberti, 2014).

Ma, soprattutto, è indispensabile che coloro i quali si trovano ai vertici della gerarchia siano realmente sensibili alla tematiche della sicurezza sul lavoro e disponibili alla promozione del benessere dei propri collaboratori. La mancanza di questi presupposti genera una discrepanza tra il contenuto dei messaggi espressi nei corsi o dalle leggi ed il comportamento concreto dei responsabili, incuranti delle norme e dell’importanza della prevenzione.

Ovviamente l’incoerenza diventa la conferma, per i lavoratori, che l’interesse dell’azienda verso questo tema è scarso, generando la motivazione per non occuparsene e indirizzando il comportamento verso le soluzioni più comode, ma certamente non più sicure.

 

Riferimenti bibliografici

Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute del lavoratore

Galimberti C., Sicurezza è cultura… se è comunicazione. Riflessioni sull’opportunità di una cultura della sicurezza d’impresa, in Quaderni di economia del lavoro, 101 (2014), 91-112

Frey M., Bacchini F., Galimberti C., La psicologia e la cultura della sicurezza come strumenti di prevenzione, in Puntosicuro, 16 (2014) 3437.

Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro, D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 Testo coordinato con il D.Lgs. 3 agosto 2009, n. 106 (09/04/2018).