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Età evolutiva

Un giorno dedicato all’autismo

L’autismo secondo il DSM-V

L’autismo – meglio definito come disturbo dello spettro autistico – è una disturbo del neurosviluppo che coinvolge principalmente tre aree: linguaggio, comunicazione, abilità sociali. L’autismo viene considerato un disordine dello spettro poiché colpisce le persone in modo differente: alcuni bambini parlano ed hanno una buona comunicazione sociale, altri hanno un linguaggio povero (o del tutto assente) e non riescono ad intrattenere relazioni con chi li circonda.

Criteri del DSM-V

Secondo il DSM-V, i criteri diagnostici per il disturbo dello spettro autistico sono:

  • Deficit persistente nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale in diversi contesti, non spiegabile attraverso un ritardo generalizzato dello sviluppo, e che si manifesti attraverso:
    Deficit nella reciprocità socio-emotiva: un approccio sociale anormale e difficoltà nella conversazione e/o un ridotto interesse nella condivisione degli interessi, delle emozioni e degli affetti e/o una mancanza di iniziativa nell’interazione sociale.
    Deficit nei comportamenti comunicativi non verbali usati per l’interazione sociale, che vanno da una povera integrazione della comunicazione verbale e non verbale, oppure un’anormalità nel contatto oculare e nel linguaggio del corpo, o deficit nella comprensione e nell’uso della comunicazione non verbale, fino alla totale mancanza di espressività facciale e gestualità.
    Deficit nello sviluppo e nel mantenimento di relazioni appropriate al livello di sviluppo (non comprese quelle con i genitori e caregiver): difficoltà nel regolare il comportamento rispetto ai diversi contesti sociali e/o difficoltà nella condivisione del gioco immaginativo e nel fare amicizie e/o apparente mancanza di interesse per le persone.
  • Comportamenti e/o interessi e/o attività ristrette e ripetitive come manifestato da almeno due dei seguenti punti:
    Linguaggio e/o movimenti motori e/o uso di oggetti, stereotipato e/o ripetitivo: come semplici stereotipie motorie, ecolalia, uso ripetitivo di oggetti, frasi idiosincratiche.
    Eccessiva aderenza alla routine, comportamenti verbali o non verbali riutilizzati e/o eccessiva resistenza ai cambiamenti (rituali motori, insistenza nel fare la stessa strada o mangiare lo stesso cibo quotidianamente, domande o discussioni incessanti o estremo stress a seguito di piccoli cambiamenti).
    Fissazione in interessi altamente ristretti con intensità o attenzione anomale: forte attaccamento o preoccupazione per oggetti inusuali, interessi eccessivamente perseveranti o circostanziati.
    Iper-reattività e/o Ipo-reattività agli stimoli sensoriali o interessi inusuali rispetto a certi aspetti dell’ambiente: apparente indifferenza al caldo/freddo/dolore, risposta avversa a suoni o tessuti specifici, eccessivo odorare o toccare gli oggetti, fascinazione verso luci o oggetti in movimento.

I sintomi devono essere presenti nella prima infanzia (ma possono non diventare completamente manifesti finché la domanda sociale non eccede il limite delle capacità). L’insieme dei sintomi deve compromettere il funzionamento quotidiano. Queste alterazioni non sono meglio spiegate da disabilità intellettiva o da ritardo globale dello sviluppo. La disabilità intellettiva e il disturbo dello spettro dell’autismo spesso sono presenti in concomitanza.

 

Che cos’è l’autismo?

Il termine autismo deriva dal greco αὐτός che propriamente significa “se stesso”. Questo termine fu coniato agli inizi del ‘900 da uno psichiatra svizzero di nome Eugen Bleuler. L’origine etimologica descrive proprio quelle difficoltà comunicative e sociali proprie di chi è affetto da disturbo dello spettro autistico. Casi meno gravi di autismo vengono diagnosticati come Disordine pervasivo dello sviluppo (PDD) o come Sindrome di Asperger. Quest’ultimo, è un disturbo caratterizzato da un linguaggio normale e fluente, ma i bambini hanno comportamenti “autistici” a livello sociale e comportamentale. A volte, l’autismo si sviluppa durante la gravidanza e nei primi tre anni di vita. Molti genitori, infatti, si accorgono sin dalla nascita che i loro figli sono “diversi”. Sembra che questi bambini abbiano un “autismo ad insorgenza precoce”, ossia un autismo neonatale.

Altri descrivono i loro figli come aventi uno sviluppo normale ma che, ad un certo punto, hanno avuto una regressione improvvisa, come se qualcosa avesse smesso di funzionare tutto ad un tratto. Questo tipo di autismo viene definito come regressivo. Ad oggi non si conoscono le reali cause dell’autismo, ma gli studiosi sostengono che vi sia una multifattorialità alla base dell’origine dell’autismo: fattori genetici, ambientali, biologici. La genetica, infatti, sembra avere un ruolo predominante nella nascita del disturbo dello spettro autistico. Negli ultimi anni è stato scoperto che vi sono una serie di mutazioni genetiche che sembrerebbero aumentare il rischio di sviluppare l’autismo.

Anche l’interazione tra geni ed ambiente sembra avere un’incidenza importante. Di fronte ad una maggiore vulnerabilità del soggetto dovuta a mutazioni genetiche, determinate situazioni ambientali possono contribuire allo sviluppo dello spettro autistico. Nonostante le continue ricerche sempre in aggiornamento, sappiamo ancora molto poco riguardo i fattori ambientali che potrebbero innescarsi e contribuire in maniera significativa all’insorgenza di tale disturbo.

 

Giornata Mondiale dell’Autismo

 Il 2 aprile di ogni anno ormai si celebra la giornata mondiale dell’autismo. Questa giornata è stata istituita nel 2007 dall’assemblea generale dell’ONU con l’obiettivo di sensibilizzare la comunità sulle caratteristiche e le manifestazioni di tale patologia. È una giornata colta come l’occasione per parlare di questo delicato disturbo neuropsichico e, soprattutto, per non dimenticarsi di quelle famiglie e di quelle persone che ogni giorno hanno a che fare con l’autismo. La famiglia con soggetti affetti da autismo fa molta fatica e in alcuni casi è addirittura impossibilitata a svolgere una vita normale, a causa della natura permanente del disturbo. La domanda che attanaglia continuamente il benessere dei genitori è: “Come faranno in futuro senza di noi?”. La loro vita è perennemente contornata da incertezze per il domani, sia per il bambino che per loro.

La terapia, che si protrae per tutta la vita, implica che le famiglie si occupino dei bambini (e futuri adulti) per molti anni. Per dare un segnale di cambiamento, in questa giornata, l’organizzazione Autism Speaking  propone da anni la campagna light it up the Blue (accendi il blu), che mira a illuminare di blu tutti i principali monumenti del mondo per ricordarci che ogni individui affetto da autismo è unico ed irripetibile al mondo, poiché esistono infinite combinazioni di questa sindrome. I genitori sono i migliori insegnanti dei loro bambini. Con le giuste strategie ed i giusti interventi, ogni bambino può trovare il proprio metodo più adatto per vivere la sua vita in totale autonomia.

 

Riferimenti bibliografici

Grandin T., Il cervello autistico (2014). Milano: Adelphi

Happè F., Frith U., Autismo e talento (2012). Erickson: Trento