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Che cos’è la pedagogia dello sviluppo spontaneo?

La pedagogia è una disciplina che studia l’educazione e la formazione dell’essere umano lungo l’intero arco di vita. Durante i primi anni del Novecento, Alexander Sutherland Neill espone una corrente pedagogica definita “la pedagogia dello sviluppo spontaneo”, che pone attenzione allo sviluppo spontaneo e libero del bambino e che integra la spontaneità e la creatività del bambino stesso. Questa corrente pedagogica fondata da Neill si ispira a Rousseau e alla psicanalisi di Freud e di Adler. Rousseau faceva riferimento all’equilibrio, sostenendo che qualsiasi trasmissione di conoscenza o imposizione contro lo sviluppo spontaneo del bambino potesse alterarne l’equilibrio e provocare conflitto portando il bambino all’infelicità e anche alla nevrosi. Neill sostiene che i genitori tendono a dare comandi, punizioni, divieti e consigli e sono quindi adulti cattivi perché portano il bambino a sviluppare un senso di insicurezza e di dipendenza e possono causare delle reazioni aggressive o vissuti di angoscia.

Il bambino così, crescendo con i genitori che cercano di indirizzarlo attraverso divieti e consigli possono provare paura, odio e sensi di colpa che lo spingono a mascherare la vera personalità per risultare accettabile socialmente. Dunque secondo Neill il bambino deve svilupparsi spontaneamente per evitare questi sentimenti negativi. In merito a questo, Neill mise in pratica un nuovo approccio didattico e fondò nel 1921 la scuola di Summerhill, proprio per garantire al bambino di svilupparsi in modo sano e libero. In questa scuola, non c’è un autorità o una gerarchia, gli allievi pernottano e vivono all’interno della struttura ma sono suddivisi in gruppi in base all’età e sono guidati da un assistente. In questa scuola i bambini studiano ma possono scegliere quali lezioni frequentare e quando, dunque sono lasciati liberi di esprimersi e di decidere purché rispettino gli altri. Questa scuola si trova in Inghilterra e dopo la morte di Neill venne gestita da sua moglie e attualmente da sua figlia.

 

Quali attività venivano svolte nella scuola di Summerhill?

Alexander Neill sosteneva che i bambini dovevano crescere in modo sano e felice e che per essere felici dovevano sviluppare degli interessi e dunque dovevano scegliere cosa imparare. Non veniva attribuita importanza al voto, agli esami perché questi, in qualche maniera, obbligano il bambino ad impegnarsi in attività per lui non sempre interessanti e quindi soffocano il libero sviluppo della sua personalità. Molto tempo all’interno della scuola veniva dedicato ad attività come il teatro, la pittura, la lavorazione della creta e allo sport e quindi molta importanza veniva attribuita al gioco piuttosto che allo studio di alcune discipline. Alcuni principi base su cui si fonda il pensiero di Neill sono quindi lo sviluppo spontaneo della personalità, gli obiettivi di autoregolazione e autodisciplina, il fatto che non esistono bambini cattivi ma solo cattivi genitori o maestri e che l’educazione non deve essere uguale per tutti ma deve essere adattata agli interessi di ciascun bambino che viene accettato e amato per com’è.

Secondo Neill i bambini non necessitano solamente di essere istruiti ma compresi e amati, hanno bisogno di sentirsi approvati dagli altri e accettati e dunque non bisogna imporre un tipo di educazione o istruzione rigida che non rispecchi gli interessi del bambino, perché questa ostacolerebbe lo sviluppo spontaneo e renderebbe il bambino infelice e frustrato. Questa corrente educativa di Neill prende piede grazie alla nascita della psicologia del profondo e dalla psicanalisi di Freud che aveva analizzato la mente umana identificando l’Io, l’ES e il Super Io. In una condizione di spontaneità l’Io deve riuscire a controllare le pulsioni e i desideri dell’ES. Per questo motivo nella scuola di Summerhill, si da molta importanza a quelli che sono i bisogni e i desideri del singolo individuo che si sviluppa spontaneamente e in modo creativo secondo quelli che sono i suoi interessi.

 

La scuola di oggi, quali novità e punti deboli?

Nella modernità assistiamo spesso a ragazzi che vogliono abbandonare la scuola, che vanno a scuola solamente perché obbligati dai genitori e dalla legge e che non hanno voglia di imparare. Probabilmente perché l’alunno va a scuola per imparare le varie materie anche quelle per cui non è portato ed è necessario ottenere un riconoscimento in termini di voto positivo per passare all’anno successivo. Gli insegnanti spiegano e i ragazzi devono poi ripetere, sottoporsi a verifiche e interrogazioni. Per mantenere vivo l’interesse sarebbe necessario stimolare e mantenere viva l’attenzione evitando situazioni in cui i ragazzi hanno un ruolo passivo. Il compito dell’insegnante è quello di insegnare ai ragazzi ma in realtà i ragazzi imparano di più tra di loro quindi porre attenzione ai lavori di gruppo, all’ insegnamento reciproco e lasciarli liberi di imparare quello che vogliono e che possono, potrebbe aiutare tanti ragazzi ad andare con piacere a scuola, ad impegnarsi, a coltivare i propri interessi e a ridurre l’abbandono scolastico.

I ragazzi devono essere attivi, devono sperimentare e imparare in prima persona attivando le loro risorse non ripetendo semplicemente ciò che viene detto in classe. Ogni ragazzo è portato per alcune attività e ognuno potrebbe insegnare e coinvolgere gli altri compagni organizzando attività di gruppo, ricerche e laboratori. L’insegnante in tal senso avrebbe un ruolo fondamentale di regolare e gestire il lavoro di gruppo che però viene svolto dagli alunni. Quello che i ragazzi dovrebbero ritrovare è il piacere di andare a scuola, di apprendere, di socializzare con gli altri, di cooperare e non escludersi a vicenda, di insegnare agli altri e di imparare dagli altri solamente in questo modo crescerebbero e attiverebbero le risorse personali e abbandonerebbero meno la scuola. In tal senso si parla di scuola attiva coniata dal pedagogo Pierre Bovet che pone attenzione agli alunni non come recettori passivi ma attivi e include i soggetti che hanno difficoltà di apprendimento e disagi fisici e motori. Sebbene la scuola moderna utilizzi questo approccio, ancora oggi, ci sono dei meccanismi che portano l’alunno a sentirsi passivo e obbligato ad imparare e questi andrebbero modificati per permettere ai ragazzi di seguire sempre con maggior interesse e di crescere spontaneamente supportandosi l’un l’altro.

 

 

Riferimenti Bibliografici 

Bellito S., ( 10 Maggio 2018) Scuola Attiva: in cosa consiste? È ancora praticabile per i docenti?

https://www.lentepubblica.it/scuola/scuola-attiva/

(10/07/2021) 

Corona S., ( 8 Settembre 2018) Summerhill e la pedagogia dello sviluppo spontaneo di Alexander S. Neill https://m/summerhill-e-la-pedagogia-dello-sviluppo-spontaneo-di-alexander-s-neilhttps://www.samuelecorona.col/#:~:text=La%20pedagogia%20dello%20svil

( 8/07/2021)

Giudici G., Alexander Neill e la scuola di Summerhill https://gabriellagiudici.it/alexander-neill-e-la-scuola-di-summerhill/

(9/07/2021)

Giudici G., L’attivismo pedagogico e le scuole nuove https://gabriellagiudici.it/lattivismo-pedagogico-e-le-scuole-nuove/#:~:text=L’attivismo%20pedagogico%20si%20orienta,interessi%20e%20la%20loro%20creativit%C3%A0.

(9/07/2021)

Iexs (5 Febbraio 2021) Il fallimento del metodo scuola tradizionale https://www.iexs.it/2021/02/05/il-fallimento-del-metodo-scuola-tradizionale/

(10/07/2021)

Spagnesi M., ( 5 Gennaio 2016) Summerhill spunti per una nuova società http://www.tuttaunaltrascuola.it/summerhill-spunti-per-una-nuova-societa/

(8/07/2021)