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Che cosa avviene quando dormiamo?

Nella vita segreta della mente ha un ruolo importante il sonno, non potrebbe essere altrimenti dato che trascorriamo quasi un terzo della nostra vita dormendo. Che cosa avviene quando dormiamo? Facciamo un viaggio fuori dallo spazio tempo, scivoliamo gradualmente nel sonno perché questo avviene in maniera molto lenta e in pratica un attimo prima siamo pienamente padroni delle nostre facoltà motorie ed un attimo dopo non è più così. E’ come se il cervello spegnesse un interruttore. Come se fossimo proiettati in un’altra dimensione avvolti da una barriera che ci impedisce di percepire ciò che accade accanto a noi. E cambiano l’attività ormonale e quella elettrica del cervello. Il momento in cui dormiamo rimane il mistero più grande di tutto quello che succede nel cervello umano. E’ sorprendente come il cervello di notte sia indaffarato proprio come di giorno.

Il primo compito del cervello è di metterci a dormire. Le cellule cerebrali che hanno lavorato tutto il giorno chiudono per la manutenzione durante il sonno, i circuiti neurali finalmente liberi dalle pressanti stressanti domande dell’ambiente esterno si liberano dalle scorie accumulate durante la veglia e si ricalibrano. Senza questo servizio interno di diagnostica e riparazione, il cervello non potrebbe garantire prestazioni ordinarie. Uno studio fissa un punto fermo sul ruolo del sonno nel processo di apprendimento, confermando la teoria di Cirelli e Tononi. Secondo la loro ipotesi l’interazione con l’ambiente durante la veglia determina un progressivo potenziamento delle sinapsi, perché apprendiamo continuamente cose nuove anche senza accorgercene, mentre il sonno al contrario serve a depotenziarle per permetterci di imparare ancora nuove cose il giorno successivo. I ricordi inutili accumulati nella memoria si ‘sgonfiano’ durante il sonno per lasciare spazio alle nuove esperienze. Questo fenomeno di ‘smart forgetting’ consente di dimenticare in modo intelligente per ottimizzare il consumo energetico del cervello.

La privazione del sonno

Se siamo svegli molto a lungo il nostro cervello, come un pugile ci manda al tappeto, non importa con quali conseguenze. Avvertendo la difficoltà, inizia il controllo dei danni, spegne le aree non fondamentali alle funzioni del corpo a partire dai lobi frontali, la sede delle funzioni cognitive più fini, del senso critico, della logica, ecc. Per evitare di accumulare danni, il cervello stacca la spina. In casi estremi, quando non dormi abbastanza il cervello semplicemente ti spegne, al di là delle circostanze, perfino in una situazione di pericolo mortale. Un sonno breve ma profondo è sufficiente per rimetterci in carreggiata. Quando ci addormentiamo non siamo completamente disconnessi dal mondo. Il cervello è parzialmente sensibile a quello che ci succede intorno. Mentre dormiamo la parte del cervello dedicata all’udito rimane allerta, motivo per cui suonerie e rumori ci svegliano.

Talvolta il sonno è disturbato da fenomeni che ne alterano la regolarità dando luogo a situazioni particolari. Esiste un disturbo che colpisce soprattutto le generazioni più tecnologizzate vale a dire adolescenti e giovani adulti. Si chiama sleep texting. Chi ne soffre, quando si sveglia la mattina si ritrova il cellulare pieno di messaggi. Sono messaggi inviati durante la notte in una condizione di quasi sonnambulismo. I destinatari di questi messaggi sono i più vari. Il contenuto può essere minaccioso, incomprensibile, romantico, ma sicuramente imbarazzante. Gli psichiatri e psicologi consigliano di spegnere il cellulare almeno mezz’ora prima di andare a letto. Le neuroscienze ancora non esistevano quando Sigmund Freud si occupava di sonno. Tuttavia, ebbe una grandissima intuizione. Aveva capito che la nostra mente cosciente è solo la punta di un iceberg. Il resto di noi, la gran parte di noi invece è sprofondata nell’inconscio. Del grande iceberg fanno parte appunto i sogni.

Il sogno

Questa notte la quasi totalità degli abitanti del mondo dormirà. E quasi tutti sogneranno. La scienza sta iniziando a rivelare la complessità di questo mondo segreto. Fino a una cinquantina di anni fa le neuroscienze non avevano ancora studiato il cervello mentre sogna. Poi il neuroscienziato nord americano Kleitman ha iniziato una serie di esperimenti nei quali misurava l’attività cerebrale dei pazienti mentre dormivano. Analizzando i cicli di attività del sonno notò che in alcuni momenti il paziente sbatteva le ciglia. Kleitman chiamò questo fenomeno movimento rapido degli occhi o fase rem. Aveva scoperto quando sogniamo. E anche che proprio quando il cervello e gli occhi sono più attivi, l’effetto della fase rem sul nostro corpo è esattamente opposto.

I sogni premonitori

La storia dell’umanità è colma di premonizioni e profezie. Ma è davvero possibile che nel sogno si possa gettare uno sguardo sul futuro? In arte e in letteratura molti sono i sogni premonitori. Già nel Nuovo Testamento Giuseppe sogna un Angelo che gli annuncia che Maria è incinta per volere di Dio. E nel vangelo secondo Matteo è sempre un Angelo a dire in sogno ai Magi di evitare Erode. Sono sogni mistici, messaggi di Dio. Poi ci sono sogni di indole mistico-politica nell’affresco di Giotto “Il sogno di Innocenzo III” o nel capolavoro di Pier della Francesca “Il sogno della Croce di Costantino”. Nel 700 si sogna poco, perché prevale la ragione. Ma nell’800 il sogno esplode in arte, in letteratura e per la prima volta in musica. I compositori si ispirano al sogno. Ricordiamo tra gli altri “Sogno d’Amore” di Liszt. E come non ricordare il sogno di Don Abbondio nel capitolo II de “I Promessi Sposi” o “ Sogno, ma forse no” di Pirandello! Sembra che i sogni non solo rappresentino significati ma abbiano anche una connessione inscindibile con la creatività e il genio umano.

Il momento magico del dormiveglia

Ai confini tra sonno e veglia, secondo Luigi De Gennaro, si verificano due fenomeni: le allucinazioni ipnagogiche relative all’addormentamento e le allucinazioni ipnopompiche relative al risveglio. Entrambe sono forti di contenuto visivo. Queste esperienze sono un momento magico che viene vissuto ogni notte. Si stratta di pochi istanti in cui l’ultimo respiro di razionalità si fonde con il caos creativo incosciente. Non a caso sono molti i geni che hanno cercato di fissare nella loro arte le idee, le visioni, e le esperienze dei primissimi minuti di sonno, gli istanti considerati più creativi della mente umana. Si dice che l’inventore della tavola periodica degli elementi, il clinico russo Dimitri Mendelay, vide in sogno una tavola in cui gli elementi si mettevano a posto da soli, al suo risveglio non dovette fare altro che riportare su carta il suo sogno.

Dormire non è una perdita di tempo

Non esiste nulla di più impalpabile dei sogni. Eppure i sogni ci fanno conoscere la nostra multidimensionalità e ricordano i poteri della nostra coscienza. Nel 1899 S. Freud pubblicava “L’interpretazione dei sogni”, saggio destinato a diventare la pietra angolare della psicologia moderna, nel quale sosteneva che i sogni esprimono tutti i desideri inaccettabili dell’inconscio. Un secolo dopo l’interesse per i sogni in psicologia è ancora molto forte, anche se la loro interpretazione ha avuto diversi cambi di prospettiva. Già Jung definisce il sogno “attivatore della coscienza”. Il sogno non è la liberazione di un desiderio represso, ma è un servizio sussidiario della coscienza. L’inconscio raccoglie durante la giornata informazioni che alla persona sfuggono: sguardi, atteggiamenti, toni della voce. Questi contenuti vengono riproposti nel sogno. Oltre all’inconscio personale, Jung identifica un inconscio collettivo alla cui formazione hanno contribuito la storia dell’umanità, la cultura, la politica, l’arte e le religioni.

È un inconscio fatto di archetipi cioè modelli primari, prototipi, marchi. La comunicazione di massa a volte ne indebolisce alcuni, a volte li crea, a volte li esalta. Ma spesso ritornano. E ritornano per esempio nell’arte di Kandinskij, fatta solo di forme e colori che esprimono inquietudine, passione, minaccia, angoscia: l’inconscio collettivo. Sono gli archetipi che Antti Revonsuo riconosce quali attivatori dei nostri incubi. E se il sogno di Freud è liberatorio, il sogno di Jung è ancillare, l’incubo di Revonsuo diventa utile. Lo scienziato finlandese crede che molti degli incubi che abbiamo oggi siano gli stessi dei nostri antenati. Abbiamo ereditato sogni popolati da animali selvaggi e mostri per una ragione: esercitarci ogni giorno per la lotta alla sopravvivenza. L’utilità dei sogni non si limita a questo.

Recentemente abbiamo scoperto che possiamo utilizzare i sogni per imparare mentre dormiamo. Lo scienziato che ha scoperto questa capacità è lo Psichiatra Prof. Robert Stickgold. In un certo senso un sogno ci dice quanto succede nel nostro cervello quando dormiamo, più di qualsiasi altro strumento scientifico. Da un suo esperimento risulta che i sogni influiscono sull’apprendimento. Di notte il nostro cervello valuta il significato degli avvenimenti diurni, come si relazionano a quelli passati e che significato hanno rispetto a ipotetici avvenimenti futuri. Se questa ipotesi è corretta, allora i sogni ci parlano di ciò che è importante per noi e dei significati degli avvenimenti della nostra vita. Il ogni caso il sogno ci libera dalla gabbia dell’io, dei giorni, dell’oggi, e delle piccole contabilità della vita, dalla camicia di nesso della realtà e ci trasporta nel profondo dell’anima: in una costellazione di luoghi, in un intreccio di zone d’ombre e punti di luce, dove si celano i nostri desideri e sono custodite le nostre radici.

 

Scritto da Giovanni Schiattarella, Dr. In Scienze e Tecniche Psicologiche per l’Analisi dei Processi Psichici nello Sviluppo e nella Salute

 

Riferimenti bibliografici

Thomas PeiselDylan Tuccillo, L’ arte di vivere i sogni. Come diventare un sognatore lucido, traduttore: T. Franzosi. Editore: Sperling & Kupfer

Sigmund Freud, L’interpretazione dei sogni. Universale Bollati Boringhieri

Aserinsky, N. Kleitman, Regular occurring periods of eye motility and concomitant phenomena during sleep, in Science, 118 (1953), pp. 273-74

Luigi De Gennaro, Psicofisiologia del sonno, Raffaello Cortina Editore

Behavioral and brain sciences (2000) – Printed in the United States of America – Antti Revonsuo, ”The reinterpretation of dreams: An evolutionary hypothesis of the function of dreaming”