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Piccoli bambini in crescita… con il telefono in mano

Facebook, Instagram, Twitter, Ask… non è difficile, al giorno d’oggi, vedere bambini molto piccoli (9-10 anni) alle prese con il loro smartphone. In un mondo in cui siamo perennemente connessi, alle dipendenze quotidiane della tecnologia, anche i bambini ne sono piano piano assorbiti diventando così dei “nativi digitali”. L’espressione “nativi digitali” abbraccia quell’insieme di bambini che, già in età prescolare, sono in grado di destreggiare egregiamente uno smartphone, suscitando stupore ed ammirazione da parte dei propri genitori. Purtroppo, in molti casi sono proprio le figure di attaccamento a dare il cattivo esempio; vedendo mamma e papà alle prese con Whatsapp e Facebook anche i figli ne sono attratti, volendo fare altrettanto. Questo perché i genitori, la maggior parte delle volte, sono permissivi: permettono ai propri figli di passare anche ore ad utilizzare il telefono pur di non sentire capricci e lamentele ma rischiando di metterli in condizioni di avere informazioni online non consone alla loro età per tipologia e mole.

Smartphone e bambini: i rischi

Da diversi anni i medici, attraverso ricerche e studi, stanno mettendo in allerta i genitori, cercando di aiutarli ad evitare di mantenere questi comportamenti troppo negligenti verso i figli. Andando avanti in questo modo i bambini potrebbero rischiare la cosiddetta sindrome da occhio secco. La sindrome da occhio secco è una patologia che colpisce i bambini i quali utilizzano in modo smisurato lo smartphone o lo schermo di un videogioco, limitando al minimo indispensabile il contatto con l’aria aperta. Sembrerebbe scontato ma un pomeriggio al parco all’insegna della socializzazione con altri coetanei eviterebbe l’alienazione del bambino. In un rapporto esclusivo con il cellulare, il bambino non avrebbe più contatti col mondo esterno, poiché riesce solamente a trovare compagnia e conforto nella tecnologia. La premessa da cui partire è che, per entrare in contatto col mondo e l’ambiente circostante, il bambino sfrutta il proprio corpo: guarda per ammirare cosa ha intorno, tocca per imparare le forme, esplora per orientarsi.

In questo modo, la percezione è il modo in cui bambino e mondo esterno si relazionano, entrando in contatto in maniera più intima giorno dopo giorno. Una massiccia presenza della tecnologia nella vita dei bambini potrebbe portarli a smettere di esplorare, sviluppando nel tempo deficit di attenzione, perdita di memoria, e disturbi del sonno. Per di più, da ragazzi rischierebbero di avere comportamenti aggressivi, oppure perdere progressivamente interesse per le relazioni sociali, sprofondando nell’apatia e carenza di stimoli.

La nuova generazione; gli iGen

Un’indagine del 2015 ha rivelato che due adolescenti su tre posseggono uno smartphone. E’ proprio per questo che sono chiamati iGen: la prima generazione dopo il 1995 a passare la propria infanzia ed adolescenza davanti ad uno smartphone. L’aspetto che differenzia gli iGen rispetto alle altri generazioni è che ogni piccola parte della vita quotidiana è stata influenzata dalla tecnologia, tralasciando le relazioni sociali ed ambientali. Gli iGen passano intere giornate a contatto con il telefono; immortalano piccoli momenti della loro vita con una foto, chattano con i loro amici, scattano selfie per poi condividerli nel mondo dei social. In questo modo, ogni azione della quotidianità deve essere compiuta al fine di pubblicarla su Facebook o Instagram, al fine di ricevere il maggior numero di likes e apprezzamenti possibili. Generazioni attuali come gli iGen leggono libri e riviste in maniera molto minore rispetto alle precedenti, poiché presentano difficoltà nel mantenere fissa l’attenzione e a leggere periodi di una certa lunghezza.

La cosa più grave è che negli iGen è stato riscontrato uno scarso tasso di felicità, mentre i livelli di ansia e depressione sono sempre più alti. Esponendo i bambini già da piccoli all’uso di smartphone rischiano, col tempo, di diventare vittime di bullismo o dell’odio online, presenza ormai sovrastante nel mondo di internet. Alcuni comportamenti utili per gestire situazioni spiacevoli future devono essere appresi già in infanzia; imparare a fronteggiare la rabbia, la noia e la frustrazione è una delle basi fondamentali nella vita del bambino. Se questi comportamenti vengono repressi poiché si utilizza in maniera sproporzionata la tecnologia, i bambini non saranno più in grado di auto-regolarsi, di utilizzare l’immaginazione come via d’uscita dalla noia, di utilizzare il dialogo per calmare la rabbia. In più, ma non meno importante, i bambini cresciuti a contatto con la tecnologia peccano in empatia; non sono in grado di riconoscere gli stati emotivi degli altri, e di conseguenza non riescono ad essere un sostegno per il prossimo. La tecnologia ed il mercato che ruota attorno ad essa non smetteranno mai di esistere, è chiaro però che diventa necessario ed indispensabile imparare ad avere un rapporto più sano con essa.

Come gestire il rapporto smartphone-bambino

E’ evidente che, in un mondo così avanzato come il nostro, non ci si può permettere di evitare completamente l’utilizzo delle tecnologie. Tuttavia, fondamentali sono alcune linee guida che permettano di sviluppare al meglio una corretta relazione tra bambino e smartphone:

  • Educare già da piccoli all’utilizzo corretto della tecnologia: Quando un bambino presenta un interesse precoce nei confronti di uno smartphone, l’adulto dovrebbe già iniziare ad educarlo per avere un rapporto corretto, magari utilizzando app educative e divertenti adatte ai bambini. Fondamentale è che il genitore sia sempre presente quando il bambino si trova ad utilizzare lo smartphone.
  • Poche regole ma indispensabili: Non c’è una regola precisa per lo smartphone, esso deve essere considerato alla stregua di qualsiasi altro oggetto con cui il bambino si rapporta. Molto importante è che questo non deve essere utilizzato in momenti morti della giornata, o durante momenti particolari come il pranzo o la cena
  • Oltre lo smartphone c’è di più: Lo smartphone non è l’unico amico del bambino. Infatti, oltre alla tecnologia c’è un mondo; giocare all’aria aperta, correre, socializzare con altri bambini sono elementi fondamentali a cui nessun bambino dovrebbe rinunciare per passare giornate intere con lo smartphone
  • Capire quando è momento di dire “basta”: Non esiste un limite di tempo uguale per tutti. Quello che è fondamentale è capire l’emotività del bambino mentre utilizza lo smartphone: se mostra curiosità, interesse, oppure comincia ad essere più cupo e silenzioso, il genitore può intervenire prontamente a trovare un sostituto dello smartphone, come un gioco da fare insieme.

In questo modo si avrà una giusta e corretta relazione smartphone-bambino, il quale potrà imparare ad avere un rapporto sano con la tecnologia, ma allo stesso tempo saprà assaporare la posiività del mondo che lo circonda

Scritto con la collaborazione di Veronica Pacifici

 

Riferimenti bibliografici

Facci M., Valorzi S., Berti M. (2013). Generazione Cloud; essere genitori ai tempi di smartphone e tablet, TN: Erikson

Pira F.,Marrali V. (2007). Infanzia, media e nuove tecnologie: strumenti, paure e certezze, MI: Franco Angeli