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Che cos’è la co-dipendenza?

Erich Fromm affermava: “L’amore immaturo dice Ti amo perché ho bisogno di te. L’amore maturo dice Ho bisogno di te perché ti amo.” Sulla base di questa citazione potremmo affermare, in aggiunta, che l’amore co-dipendente dice, invece, “Ti amo perché hai bisogno di me”. Già da questa affermazione possiamo comprendere che la co-dipendenza è quella condizione in cui una persona di lega all’interno di una coppia, ad un partner che è in una stato di bisogno, di necessità, che ha urgenza di esser aiutato e salvato.

Questa condizione di bisogno è l’elemento che caratterizza tutte le forme di legame co-dipendente. Infatti, in queste relazioni, uno dei partner ha un problema, come ad esempio una dipendenza, e l’altro se ne fa carico come se fosse la sua missione nella vita, quindi con un elevato impiego di tempo ed energie devolute al suo aiuto. Quindi, da una parte abbiamo un membro della coppia bisognoso di aiuto ed impaziente di riceverlo, dall’altra un partner che nutre in sé l’aspettativa illusoria di poterlo salvare e guarire grazie al suo intervento.

 

Come inizia questa dinamica…

Le storie di co-dipendenza hanno delle caratteristiche comuni, fra le quali il modo in cui iniziano e si mantengono in vita anche per periodi lunghi di tempo. Il partner “sano” incontra il partner “problematico” in un momento in cui quest’ultimo è completamente in crisi. Infatti, a causa della sua dipendenza, si trova a fare i conti con la perdita del lavoro, isolamento rispetto a familiari o amici, debiti finanziari, problematiche fisiche, ecc.

Colpito da tutte queste conseguenze delle sue condotte, si trova certamente in uno stato di bisogno e di necessità di aiuto. Grido di aiuto che viene intercettato e colto immediatamente dalla persona co-dipendente che offre la sua disponibilità (in tutto e per tutto) al partner problematico. Questo è un modo distorto e disfunzionale che il co-dipendente mette in atto per sentirsi importante, buono, unico e speciale. Il destinatario di tante buone azioni, a sua volta, è disposto a ricambiare questa promessa di aiuto garantendo al partner il suo impegno nel superare la dipendenza e cambiare vita: grazie a questo amore, a questa cura che riceve incondizionatamente è certo di potercela fare una volta per tutte.

 

…e come si mantiene

Inizialmente le cose sembrano andare per il verso giusto: il dipendente applica il suo ruolo di vittima e mantiene le promesse date. Finché non torna prepotentemente il craving. Una ricaduta si sussegue all’altra. Tutte rigorosamente di nascosto dal partner co-dipendente che continua ad elargire la sua disponibilità, ma inizia a nutrire dei sospetti dovuti al fatto che molto spesso viene lasciato da solo, i cambi di umore sono sempre più frequenti, le risposte sono vaghe e aggressive. La situazione precipita e le ricadute vengono ammesse, dando, ovviamente, la colpa al co-dipendente che con le sue “manie di controllo” ha fatto sì che il partner ricadesse nella sua dipendenza. E così da vittima, il dipendente, diventa persecutore e sarà possibile sentire frasi come:

“È colpa tua perché non ti sei fidata fino in fondo di me!”

“Il tuo controllo mi ha soffocato e sono ricaduto”

“Mi hai trattato da tossico e ora lo faccio per davvero”

E proprio vedendo nel partner la causa delle sue misfatte, diventerà aggressivo e violento se non otterrà le scuse che merita in termini di attenzioni, soldi e complicità nelle sue azioni. Il co-dipendente adesso è la vittima e come tale cosa altro può fare se non tentare di accontentarlo per salvare la situazione?

Ma la dipendenza è ciclica e non passa molto tempo finché il dipendente non torni nella sua posizione originale di vittima, cercando comprensione e perdono nel partner, promettendo che tutto cambierà e non ci saranno più ricadute. Il partner co-dipendente vive in questo momento un conflitto interno e può resistere un po’ di tempo sulle sue posizioni indeciso se perdonare il dipendente. Purtroppo, questa presa di posizione è effimera… e finisce poi per concedere una seconda possibilità, anche alla centesima volta.

Ed il “gioco” ricomincia.

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Riferimenti bibliografici

Carubbi, F., (2012). La responsabilità della persona tossicodipendente nel suo processo di cambiamento. Riflessioni su empatia e confronto nella relazione terapeutica, in Da Persona a Persona – Rivista di Studi Rogersiani, giugno 2012, pp. 139 – 155.

Miller D. (2007). Donne che si fanno male. Milano: Feltrinelli Editore.