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Violenza di genere, fraintendimenti e omertà

È diffusa per molti l’idea che solo un uomo possa essere in grado di violenze all’interno di un rapporto di coppia, eppure il ruolo di carnefice non è una sua esclusiva, così come il ruolo di vittima non è unicamente proprio di una donna. Ciò dovrebbe, pertanto, creare pari indignazione poiché il dissenso per questi comportamenti dovrebbe essere applicato sia nei confronti di situazioni che vedono vittime gli uomini tanto quanto le donne. Infatti, i casi di maschicidio, a oggi, ancora non suscitano quel senso di emergenza e pericolo, come per il femminicidio argomento, giustamente, affrontato attraverso campagne di sensibilizzazione e interventi a livello sociale.

Perché un uomo non chiede aiuto? Perché un partner oggetto di violenza psicologica o fisica non esce allo scoperto? Prima di tutto per le vittime maschili può esservi il timore di non esser creduti e che la stessa denunzia possa diventare spunto per rimandare al mittente le violenze raccontate. Questi uomini possono provare un senso di colpa e di vergogna tale, frutto del prototipo dell’uomo virile che non può chiedere aiuto, da ritrovarsi bloccati nella relazione stessa con la percezione di assenza di soluzioni.

 

Come agisce la donna violenta?

In che modo le donne aggrediscono, e nei casi più gravi, uccidono gli uomini? Esse impiegano gli stessi metodi degli uomini che vanno dall’utilizzare armi da sparo o da taglio o avvalendosi dell’acido come atto indirizzato a cancellare l’identità e la dignità della loro vittima. Non da meno sono capaci di far cadere l’uomo in vortice di manipolazioni, umiliazioni e abuso sessuale con lo scopo di disprezzarne la virilità, il ruolo e la prestanza.

Più subdola la violenza di tipo psicologico, agita tramite intimidazione, minacce e stalking; una condotta sottile e sottotraccia, che tende al controllo da parte della donna del proprio partner (ex partner o designato di attenzioni morbose), al suo isolamento e svilimento. Una donna stalker è, infatti, capace dello stesso grado di violenza di un uomo con danneggiamenti di oggetti di proprietà, appostamenti diurni o notturni (presso il luogo di lavoro, la casa di residenza etc.), messaggi pressanti e intimidatori e telefonate ossessive in qualsiasi orario.

 

Un libro che dà voce alle vittime di violenza

Per saperne di più vi segnalo la storia di S., un uomo che ha avuto il coraggio di mettere in discussione se stesso, i modelli familiari d’origine e il rapporto con una partner prevaricatrice e molesta. La troverete in “La dipendenza affettiva. Testimonianze e casi di manipolazione e violenza” edito da Carocci, un libro che vi darà la possibilità di leggere e conoscere oltre a S. le vicende di chi, uomo o donna, è stato vittima di violenza fisica o psicologica. Storie raccolte da professionisti del settore, psicologi e psicoterapeuti, che hanno voluto dare spazio, senza distinzione di sesso o orientamento sessuale, a chi ha subito prevaricazione fisica e mentale e ha chiesto aiuto per uscire dalla trappola di una relazione di dipendenza e apprendere, finalmente, il corretto modo di riconoscere e far rispettare i propri bisogni rapportandosi con l’altro attraverso la capacità di instaurare un legame maturo e sicuro.

 

Riferimenti bibliografici

Attili G. (2018), Attaccamento e legami. La costruzione della sicurezza, edizioni San Paolo

Baiocchi A. (2019), La violenza non ha sesso. Alle radici della relazione malata, Alpes Italia, Roma.

Benedettelli B. (2018). 50 sfumature di violenza: femminicidio e maschicidio in Italia, Cairo, Milano.

Borgioni, M. (2015). Dipendenza e controdipendenza affettiva: dalle passioni scriteriate all’indifferenza vuota, Alpes italia, Roma.

Mancini G. (2018), Anche le donne uccidono. Quando è l’uomo a subire, Editore Persiani, Bologna.

Pauncz A. (2015), Da uomo a uomo. Uomini maltrattati raccontano la violenza, Erickson, Roma.