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La cyberpsicologia

La cyberpsicologia ha lo scopo di studiare gli aspetti psicologici suscitati e implicati nella relazione uomo-computer, sia al livello di macchina che di network. Caratteristica di questa disciplina è la comprensione di come le persone utilizzano il computer e la rete e soprattutto, come queste modifichino i comportamenti e le strutture psicologiche nell’individuo stesso. Dunque la reciprocità nella relazione uomo-macchina e la comunicazione in continuo divenire. I primi studi sui cosiddetti internet addicted o dipendenti da internet hanno evidenziato un’alta correlazione tra questa dipendenza e patologie psichiatriche, soprattutto con l’abuso di sostanze, sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), depressione, ostilità e disturbi d’ansia sociale. Tale comorbilità è stata dimostrata da vari studi sui bambini coreani (Jee Hyun Ha, 2006). Vista l’espansione a macchia d’olio di questa dipendenza, esistono attualmente diversi tipi di interventi preventivi soprattutto sui giovanissimi che sacrificano sempre più il loro tempo online o con la testa chinata sui telefonini. Tali interventi di prevenzione non possono non passare per una comprensione delle dinamiche cognitive e psicologiche implicate nel rapporto con il mondo del web.

Lo scontro tra psicologi, psichiatri ed educatori di vecchia generazione, e i nuovi nativi digitali, portatori di disfunzioni amplificate dal mondo di internet, ha posto in primo luogo la necessità della nascita di una disciplina psicologica volta allo studio del così detto “uomo informatico”.  Quest’uomo porta con sé nuove e diverse strutture cognitive, di relazione e più in generale, di funzionamento psicologico. La mente del nativo digitale è in continua evoluzione e non cammina allo stesso passo delle vecchie generazioni.

Relazioni frammentarie e New Generation

Osservando le strutture sociali in un’ottica antropologica possiamo notare una direzione costante verso la frammentarietà. Da sempre l’uomo ha attribuito l’appartenenza alla propria tribù un significato profondo. Si è diventati sempre più numerosi e bisognosi di confronti immediati con un modo in continuo divenire. Nella realtà di oggi internet ci impone una nuova relazione con il mondo e con gli altri. La relazione che sembrerebbe partire dal singolo individuo e diramarsi verso l’altro, in realtà parte dalla moltitudine di account e profili che quotidianamente creiamo. Nascono tanti piccoli noi ogni giorno, ogni istante e ciò comporta anche una perdita del senso di realtà. Le relazioni sono il frutto dell’incontro di frammenti di noi con il mondo, ossia con infiniti altri frammenti. Appare evidente come una struttura non necessariamente forte possa crollare di fronte a questo confronto.

Uno dei quesiti indagati dalla cyberpsicologia è il funzionamento e la struttura psicologica dei nuovi nativi digitali. Queste persone sono figlie della rivoluzione digitale. Non conoscono una realtà diversa dalla cultura del virtuale. Bisogna tenere conto sia dei vantaggi che internet offre loro, quali la fruibilità delle informazioni e la rapidità della comunicazione che gli svantaggi, come lo sviluppo di una vera e propria dipendenza. Zoja (1985) parlava dell’utilizzare un sistema operativo predefinito come windows o linux e di come ciò permetta all’utente di svolgere un numero enorme di operazioni, ma che avvengono attraverso un’unica modalità di esecuzione.  Mentre quando si legge un libro vi sono un numero infinito di interpretazioni che si possono dare e che comportano una maggiore creatività. Questa riduzione delle facoltà creative potrebbe comportare non pochi rischi alle generazioni future. Il primo sintomo passa attraverso il progressivo distacco dalla realtà.

 

Scritto in collaborazione con Lloyd Spigola*, Dottore in psicologia della devianza e sessuologia, Università degli studi dell’Aquila

 

Riferimenti bibliografici

  • Jee Hyun Ha, MD, PhD; Hee Jeong Yoo, MD, PhD; In Hee Cho, MD; Bumsu Chin, MD; Dongkeun Shin, MD; and Ji Hyeon Kim, MD. Psychiatric Comorbidity Assessed in Korean Children and Adolescents Who Screen Positive for Internet Addiction. The Journal of Clinical Psychiatry, 2006.
  • Feng Zhao, Zhi-Hua Zhang, Linda Bi, Xiao-Shuang Wu, Wen-Jing Wang, Yi-Feng Li, Ye-Huan Sun. The association between life events and internet addiction among Chinese vocational school students: The mediating role of depression. Computers in Human Behavior. May 2017, Vol. 70: 30-38.
  • Eleni C. Tzavela, Chryssoula Karakitsou, Eva Halapi, Artemis K. Tsitsika
  • Adolescent digital profiles: A process-based typology of highly engaged internet users. Computers in Human Behavior. Apr 2017, Vol. 69: 246-255.
Valeria Saladino - Fondatore di Psicotypo

Psicologo clinico, psicoterapia ad approccio breve strategico, specializzato in scienze criminologiche, forensi e psicologia giuridica. Fondatore e Presidente di “Psicotypo Associazione per l’Informazione e l’Aggiornamento in Psicologia”. Dottore di ricerca e psicologo esperto ex articolo 80 presso la Casa Circondariale di Cassino. Studiosa della psicologia della devianza, in particolare del fenomeno dell’istituzionalizzazione e delle dinamiche psicologiche che costituiscono quest’ultimo, ha partecipato e coordinato interventi di valutazione e trattamento all’interno degli Istituti Penitenziari. Si è occupata inoltre di nuove dipendenze, gestendo il Behavioral Addictions Research Team, Centro di ricerca sulle dipendenze comportamentali. Oltre alla ricerca svolge attività di tutoring e consulenza per chi è interessato al settore della ricerca e alla costruzione di elaborati di tesi a carattere sperimentale.