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L’elaborazione del lutto

Il lutto è un sentimento di profondo dolore che si prova in seguito alla morte di una persona cara. Il lutto è un’esperienza che prima o poi ognuno di noi si troverà ad affrontare ed esso in un individuo si manifesta a diversi livelli: fisico, cognitivo, emotivo e comportamentale. A livello fisico dopo un lutto è possibile esperire una sensazione di debolezza, difficoltà respiratorie, un senso di oppressione al petto e dolori gastrointestinali; a livello cognitivo è frequente lo stato confusionale, il senso di incredulità fino ad allucinazioni uditive e visive riguardanti la persona defunta; le emozioni, invece, più comuni sono la tristezza legata alla perdita, la rabbia ed il senso di impotenza per non essere riuscito ad evitare la morte del caro; infine il lutto può provocare insonnia, perdita dell’appetito e frequenti momenti di pianto. Tutte le caratteristiche appena elencate rientrano nel naturale processo di elaborazione del lutto.

Elisabeth Kubler Ross, una psichiatra svizzera, è riuscita a delineare le cinque fasi che caratterizzano il processo di elaborazione del lutto. La prima fase, detta di negazione, si contraddistingue per la tendenza della persona a negare la scomparsa del proprio caro. A questa fase segue quella del patteggiamento in cui comincia a farsi strada l’idea della morte ma la si vede come qualcosa temporanea e risolvibile. Ad un certo punto la persona comprende che nulla si può risolvere e che la persona amata ormai non c’è più e che non può tornare. È qui che sopraggiunge la rabbia, la terza fase, in cui si comprende la realtà e l’impossibilità di riavere indietro il passato. A questo punto sopraggiunge la tristezza e il senso di vuoto, la depressione che costituisce la quarta fase. Il percorso di elaborazione del lutto termina con l’accettazione della perdita e con la ripresa dello sguardo verso il futuro.

 

Elaborazione del lutto complicata

Quello appena descritto rappresenta il normale decorso dell’elaborazione del lutto, il quale può richiedere anche diversi mesi perché si concluda con successo. Non sempre però accede che questo processo venga portato a compimento nel migliore dei modi. È molto frequente, infatti, che il processo di elaborazione del lutto possa avere delle battute di arresto. Ciò può riguardare ognuna delle quattro fasi che precedono quella conclusiva di accettazione. Si può verificare una persistenza della persona in una di queste fasi, ad esempio la persona può continuare a negare la scomparsa del caro o ancora può restare ancorata al sentimento della rabbia o della tristezza. Ognuna di queste condizioni, se non si risolve nel breve tempo, generalmente circa sei mesi dalla morte, sta a significare che si sta verificando una cattiva elaborazione del lutto. Quest’ultima può avere delle conseguenze psicologiche serie nella persona oltre che ripercussioni sulla qualità della propria vita.

Fino a qualche anno fa tra i disturbi collegati ad una inadeguata elaborazione del lutto rientravano principalmente la depressione e il disturbo da stress post traumatico. La depressione perché direttamente correlata alla tristezza, una delle emozioni principali del lutto; il disturbo da stress post traumatico perché il lutto stesso viene considerato un trauma che la persona si trova ad affrontare e tutte le conseguenze fisiche, cognitive, emotive e comportamentali richiamano appunto i criteri diagnostici del disturbo sopra citato. Entrambi questi disturbi, se pur avendo in comune molti punti con l’esperienza luttuosa, non riuscivano comunque a soddisfare pienamente tutte le caratteristiche presenti nei soggetti che faticano ad elaborare il lutto. Proprio per queste ragioni gli studiosi hanno a lungo ricercato fino a che con la stesura del Dsm 5 finalmente si è individuato un disturbo che contiene tutte le caratteristiche di un’elaborazione del lutto complicata: il disturbo da lutto persistente complicato.

 

Disturbo da lutto persistente complicato

La diagnosi di disturbo da lutto persistente complicato è da farsi se le caratteristiche del lutto in fase acuta si manifestano oltre i 12 mesi dalla scomparsa della persona cara. La persona deve sperimentare un persistente desiderio/nostalgia della persona deceduta, provare tristezza e preoccupazione per il deceduto e per le circostanze della morte. Inoltre, potrebbe manifestare una marcata difficoltà ad accettare la morte, con sentimenti di amarezza o rabbia in relazione alla perdita e un senso di colpa nei confronti del deceduto e della morte stessa. La persona cerca di evitare i ricordi della perdita, evitando persone, luoghi o situazioni associati al defunto. Sensazioni principali presenti: desiderio di morire per essere vicini al proprio caro, difficoltà a fidarsi degli altri, sensazione di vita vuota e di solitudine, perdita degli interessi e di prospettive future. Ovviamente la reazione al lutto è sproporzionata o non coerente con le norme culturali o religione.

Secondo il Dsm 5 il disturbo da lutto persistente complicato tra la popolazione ha una prevalenza tra il 2,4 e il 4,8%. Le donne sembrerebbero essere maggiormente esposte. Tra le caratteristiche di personalità che possono influire ritroviamo in particolare bassi livelli di coping e bassi livelli di tolleranza alle frustrazioni. La diagnosi differenziale va fatta con la depressione e con il disturbo da stress post traumatico. Dalla depressione il disturbo in questione si differenzia in quanto la tristezza non è una costante ma tende a diminuire nel tempo e a manifestarsi “ad ondate”, la ruminazione non è generalizzata ma legata al solo lutto e anche i pensieri suicidari che si possono presentare non solo legati ad una disperazione pervasiva ma alla volontà di ricongiungersi con il proprio caro. Con il disturbo da stress post traumatico, invece, ha in comune solo i pensieri ricorrenti ed intrusivi e i tentativi di evitamento ma è assente la minaccia dell’integrità fisica e il continuo stato di vigilanza.

 

 

Riferimenti bibliografici

Kubler Ross E. La morte e il morire Cittadella, Assisi, 2013.

American Psychiatric Association Dsm-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione. Milano: Raffaello Cortina, 2014

Onofri, La Rosa, Il lutto- psicoterapia cognitivo- evoluzionista e EMDR, Fioriti Editore,Roma,2015.

Carmassi C. et al., Il lutto complicato nell’era del DSM-5, Rivista Psichiatrica 2016; 51(6): 231-237 237.