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Emozioni: guida al rapporto individuo-ambiente

Sono il motore dell’esistenza umana. La bussola che orienta e guida ogni nostra scelta. L’ancora che ci fa stare legati per anni a qualcuno, apparentemente senza un motivo logico, o, al contrario, il macigno a cui non sappiamo dare un nome ma che ci fornisce la forza e il coraggio di lasciare la persona che si ha accanto o il lavoro che da tempo ci stressa per intraprendere nuovi percorsi e procedere verso nuove e avventurose mete.

Stiamo parlando delle emozioni. Le emozioni fanno parte del corredo “ontologico” degli esseri umani, nel senso che ne costituiscono l’essenza e sono alla base dei loro comportamenti e cambiamenti. Tutti noi nasciamo con un bagaglio emotivo basilare e, nel corso della crescita e dell’esperienza, lo ampliamo con emozioni più complesse e articolate. Due di queste sono l’Empatia e l’Intelligenza Emotiva.

 

Le emozioni: caratteristiche generali

Le emozioni sono risposte affettive intense e immediate a stimoli ambientali o interni all’individuo, insorgono in maniera acuta e durano per poco tempo. Esse sono caratterizzate da indicatori verbali e non verbali, quali i gesti, la postura, le espressioni facciali, il tono della voce, e svolgono una funzione sia adattiva, in quanto predispongono l’organismo a reagire efficacemente agli stimoli interni o esterni che le hanno elicitate, sia comunicativa.

Quando proviamo un’emozione, vengono innescati cambiamenti a livello:

  • Cognitivo, in quanto la percezione dell’emozione attiva la valutazione della natura dello stimolo (“è minaccioso oppure no?”);
  • Fisiologico, poiché il riconoscimento dell’emozione è seguito dalla pianificazione dell’azione da mettere in atto per fronteggiare lo stimolo (“mi preparo a fuggire oppure no?”);
  • Espressivo, poiché l’esperienza emotiva viene espressa da indicatori somatici e motori, verbali e non verbali;
  • Comportamentale, attraverso la messa in atto del comportamento con cui fronteggiare lo stimolo.

Tali cambiamenti corrispondono alle componenti della risposta emotiva e, interagendo fra loro, concorrono a dare vita al processo di regolazione del rapporto fra l’individuo e l’ambiente.

 

Le emozioni: come si sviluppano e quali sono?

Ekman, esponente del modello evolutivo delle emozioni, ha individuato sei emozioni primarie, cioè presenti negli esseri umani fin dalle prime settimane di vita, e universali, cioè indipendenti dalla cultura di riferimento (culture-free): felicità, sorpresa, rabbia, paura, disgusto, tristezza. Accanto alle emozioni primarie, sono state individuate emozioni “secondarie”, più complesse e mature, costruite ed interiorizzate dall’individuo a seguito delle sue interazioni con l’ambiente circostante.

Come accennato nell’articolo “Abuso e deprivazione affettiva in infanzia: quale ruolo nella genesi della dipendenza?”, un equilibrato sviluppo psico-affettivo del bambino viene favorito da una madre (o, in generale, di un caregiver) capace di riconoscere e rinforzare le emozioni del piccolo, primariamente quelle positive, attraverso il rispecchiamento e la condivisione emotiva. Pian piano, il bambino imparerà a riconoscere le emozioni della madre, a comprenderne il significato e a modulare l’intensità di emozioni e sensazioni derivanti da situazioni percepite come stressanti, diventando sempre più autonomo nell’agire l’autoregolazione emotiva. In tal modo, a partire dai 2 anni il bagaglio emotivo del bambino si arricchisce di emozioni sociali, le quali variano da cultura a cultura e rappresentano reazioni a stimoli di tipo sociale, consentendo la valutazione e la regolazione del comportamento e del rapporto fra l’individuo e l’ambiente.

Fra le emozioni sociali è possibile annoverare le seguenti:

  • Il senso di colpa;
  • L’invidia;
  • La vergogna;
  • L’imbarazzo;
  • L’empatia;
  • L’intelligenza emotiva.

In particolare, l’empatia è la capacità di comprendere gli stati emotivi altrui e di immedesimarvisi ed è alla base di comportamenti pro-sociali, di aiuto e di solidarietà. L’empatia è, insieme alla consapevolezza e al dominio di sé e alla capacità di stare in mezzo agli altri, uno degli elementi costitutivi dell’intelligenza emotiva: quest’ultima è concettualizzabile come la capacità di riconoscere e gestire le emozioni proprie e altrui, di motivarsi, di monitorare e regolare gli stati d’animo e i sentimenti propri e altrui per raggiungere i propri scopi.

Pertanto, risulta fondamentale sottolineare l’importanza dell’educazione emotiva fin dai primi anni di vita del bambino, così da incrementare la prosocialità e l’integrazione e ridurre al minimo il dilagare di fenomeni sociali come il bullismo e la violenza fra pari.

 

Riferimenti bibliografici

  • Eysenck, M. W. (2006). Psicologia generale. Napoli, NA: Idelson Gnocchi.
  • Goleman, E. (2011). Intelligenza emotiva. Che cos’è e perché può renderci felici. Milano, MI: Rizzoli.