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Il disturbo specifico di calcolo

La discalculia evolutiva è un disturbo specifico dell’apprendimento del sistema dei numeri e del calcolo. Come tutti gli altri DSA (disturbi specifici dell’apprendimento), si manifesta in bambini con livello intellettivo nella norma ed in assenza di danni neurologici o difficoltà sensoriali. Le difficoltà interferiscono notevolmente con l’apprendimento scolastico e con le attività della vita quotidiana che richiedono abilità aritmetiche. La discalculia comporta difficoltà nei compiti numerici e aritmetici di base, come ad esempio leggere e scrivere correttamente i numeri o eseguire calcoli a mente per iscritto con sufficiente rapidità e precisione. Impedisce a soggetti normodotati di raggiungere adeguati livelli di rapidità e correttezza in operazioni di:

  • Calcolo: a mente, scritto, fatti artimetici etc…
  • Elaborazione Numerica: enumerazione, scrittura e lettura di numeri, giudizi di grandezza dei numeri

Biologia della discalculia e Modello di Von Aster

Tre sono le aree cerebrali implicate nella discalculia :

  1. Aree occipito-temporali ventrali: codice Arabico
  2. Aree perisilviane sinistre: codice Verbale
  3. Aree intraparietali bilaterali: rappresentazione analogica

Von Aster elabora un modello neuropsicologico “evolutivo”, uno dei pochi tentativi presenti in letteratura di spiegare le componenti cognitive dei processi numerici e delle abilità di calcolo in una prospettiva dinamica di sviluppo.

Egli individua tre diversi sottotipi di discalculia, a seconda del modulo o del codice compromesso:

  1. Discalculia Verbale: dovuta ad un disturbo al codice verbale e caratterizzata da difficoltà nella rappresentazione lessicale e sintattica dei numeri, nell’uso delle procedure aritmetiche basate sul linguaggio e nel recupero di fatti aritmetici.
  2. Discalculia Arabica: compromissione del codice arabico, con difficoltà nella lettura, scrittura e confronto di numeri scritti in codice arabico.
  3. Discalculia Pervasiva: per danno al codice analogico e caratterizzata da una mancanza delle nozioni semantiche di base relative al concetto di numero e numerosità: difficoltà di sviluppare un’adeguata rappresentazione analogica dei numeri all’interno della linea numerica mentale. Un danno a questo livello comporterebbe secondariamente una compromissione allo sviluppo dei codici arabico e verbale ed alle relative abilità computazionali.

Secondo il modello, le varie componenti cognitive numeriche e di calcolo si evolvono in maniera semi-autonoma nel corso dello sviluppo in una dinamica per cui la maturazione di ciascun modulo dipenderebbe dalla corretta evoluzione e funzionamento degli altri; la mediazione dei fattori ambientali può contribuire alle differenze interindividuali che si osservano nella performance matematica.

Diagnosi e tipi di discalculia

Sulla base della Consensus Conference del 2009 e della Legge 170/2010, si distinguono due profili di discalculia, caratterizzati da:

  • I Tipo: debolezza nella strutturazione cognitiva delle componenti numeriche (ossia negli aspetti basali come meccanismi di quantificazione, seriazione, comparazione, strategie di calcolo mentale etc..)
  • II Tipo: compromissioni a livello procedurale e di calcolo (lettura, scrittura e incolonnamento dei numeri, recupero dei fatti numerici e degli algoritmi di calcolo scritto)

La prima tipologia di discalculia è profonda, detta anche “cecità ai numeri”: incapacità del soggetto di comprendere le numerosità e, di conseguenza, di manipolarle. La seconda tipologia è procedurale: si riferisce in modo specifico alla compromissione del processo di acquisizione delle procedure e degli algoritmi del calcolo.

Secondo le raccomandazioni cliniche, è possibile fare diagnosi di discalculia alla fine della III elementare. Questo perché, nel corso dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia i bambini in genere raggiungono: enumerazione fino a dieci, conteggio fino a 5, principio di cardinalità, capacità di comparazione di piccole quantità.

Alla fine della prima elementare, invece, è opportuno individuare i bambini che non hanno raggiunto una o più delle seguenti abilità:

  • Riconoscimento di piccole quantità
  • Lettura e scrittura di numeri entro il 10
  • Calcolo orale entro la decina anche con supporto concreto

Per bambini che non avessero raggiungo queste competenze l’obiettivo è realizzare attività didattiche mirate.

Misure compensative e dispensative

Nell’ambito delle varie discipline matematiche, l’alunno può essere dispensato:

  • Dalla lettura ad alta voce dei numeri
  • Dallo scrivere numeri sotto dettato
  • Dai tempi standard della consegna delle verifiche
  • Dal copiare i numeri dalla lavagna
  • Da un eccessivo carico di compiti
  • Dallo studio mnemonico delle tabelline
  • Dal fare i calcoli scritti
  • Da imparare a memoria le formule aritmetiche e geometriche

l’alunno può, invece, essere compensato con:

  • Tabelle, mappe, schemi, flash card
  • Formulari
  • Tavola pitagorica
  • Linea dei numeri, matrice dei numeri
  • Regoli
  • Calcolatrice
  • Computer
  • Stampante e scanner
  • Software

E’ fondamentale ricordarsi che non va bene sempre dispensare o sempre compensare. L’alunno, tramite strategie adatte ed un Tutor competente, sarà in grado di gestire autonomamente i propri compiti ed il proprio metodo di studio nel corso del tempo, aumentando anche il livello di autostima.

Strumenti di valutazione

Abbiamo diversi strumenti di valutazione per diagnosticare la discalculia, e spesso vengono divisi in 2 livelli:

  1. I Livello: Batteria per la valutazione dell’intelligenza numerica, AC-MT, Mat-2
  2. II Livello: ABCA, Batteria per la Valutazione della discalculia evolutiva BDE

Analizziamone due in particolare:

AC-MT: Le prove AC-MT sono considerate prove di primo livello, nate per effettuare un rapido screening parzialmente collettivo. La prova, infatti, è suddivisa in diverse parti. Una collettiva (durata: 20′ circa), una individuale e una di soluzione dei problemi aritmetici (per III, IV e V primaria). In particolare, la parte collettiva comprende delle prove carte e matita divise in: operazioni scritte, giudizio di numerosità, trasformazione in cifre, ordinamento dal minore al maggiore e ordinamento dal maggiore al minore; le prove individuali riguardano, invece, calcolo a mente, calcolo scritto (a eccezione della prima intermedia), enumerazione, dettato di numeri e recupero di fatti numerici.

Abbiamo 4 indici:

  • Operazioni scritte
  • Conoscenza numerica
  • Accuratezza
  • Tempo totale

Alla fine è possibile ottenere la fascia di prestazione per ciascun indice o, più nel dettaglio, valori per ciascuna sottoprova.

ABCA: Test più “datato” rispetto agli altri ma molto impiegato nelle valutazioni. Comprende\ prove di:

  • Calcolo scritto e a mente
  • Comprensione del numero (riconoscimento dei simboli aritmetici, ordinamento di numerosità, corretto uso dei simboli, giudizio di numerosità di cifre presentate visivamente, giudizio di numerosità uditivo, valore posizionale delle cifre)
  • Produzione orale e scritta di numeri (enumerazione all’indietro, dettato di numeri, tabellina del 7 in avanti, tabellina del 4 all’indietro, progressione e regressione di 6, conteggio di elementi grafici, incolonnamento, recupero di combinazioni di numeri).

Come appare evidente da quanto appena scritto, il test contiene molte prove non presenti negli altri. Grande limite è la taratura ridotta dalla III alla V elementare, cui si è cercato di rimediare con l’edizione del 2013 dedicata alle scuole superiori. Al termine del percorso diagnostico è possibile attuare specifiche attività di potenziamento volte al compenso delle difficoltà, oltre a predisporre gli aiuti scolastici previsti dalla Legge 170/10.

Bibliografia

Biancardi A. (2002), “I disturbi del sistema dei numeri e del calcolo” in S. Vicari, C. Caselli (a cura di) I disturbi dello sviluppo. Il Mulino: Bologna

Lucangeli, S. Poli, A. Molin (2003) ,L’intelligenza numerica – Primo volume – Abilità cognitive e metacognitive nella costruzione della conoscenza numerica dai 3 ai 6 anni. Erikson, Trento