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Danzaterapia: comunicare con il mondo attraverso il corpo

Per alcuni è un’occasione di svago, per altri un modo con cui scrollarsi di dosso le fatiche settimanali e sentirsi liberi, per altri ancora uno strumento terapeutico con cui imparare a scoprire meglio se stessi ed a comunicare efficacemente con il mondo circostante. La danza può racchiudere in sé tutti i significati appena elencati e contenerne molti altri, essendo un modo di esprimere emozioni e movimenti che tutti esperiscono e che tutti (dai più piccoli ai più grandi, dai normodotati ai disabili) dovrebbero poter esternare. Il suo carattere catartico l’ha resa oggetto di studio da parte di teorici della danza che, fin dai primi decenni del Novecento, ne hanno riconosciuto gli effetti benefici anche su persone schizofreniche e/o affette da altri disturbi mentali ed hanno dato vita alla disciplina della Danzamovimentoterapia (DMT).

Grazie alla dr.ssa Roberta Federico, psicologa clinica ed esperta nelle tecniche di danza-musicoterapia, alla quale abbiamo posto alcune domande, scopriremo questo strumento di sostegno e cambiamento.

Cos’è la danzaterapia?

Se qualcuno mi chiedesse di esprimere con una parola cosa significa per me la danza io risponderei vita: per me la danza è l’aria che mi permette di vivere, che mi fa sorridere e che mi permette di esprimere ciò che veramente sono.

Ho studiato danza per molti anni, diverse tecniche, diverse discipline e con gli anni mi accorgevo che tutti gli stili di danza hanno un comune denominatore: l’espressione dell’emozione attraverso il movimento. Io quando ballo esprimo emozioni, sensazioni ed emozioni, forse è il canale comunicativo con cui riesco ad esprimermi meglio e tutto ciò mi fa star bene con me stessa e con gli altri.

Con gli anni, intraprendendo gli studi di psicologia mi resi conto che le emozioni ed il saperle comunicare agli altri, quindi la capacità di relazionarsi con altri, sono fondamentali per il benessere della persona in generale e – pensai – se la danza o, meglio, il comunicare la propria anima attraverso il movimento mi fa star bene e mi agevola nelle relazioni, ci sarà sicuramente un modo per far rientrare la danza come mezzo terapeutico per aiutare le persone a conoscersi meglio e a comunicare in maniera più funzionale con gli altri. Da lì, tra le varie ricerche, scoprii la danzaterapia e mi si aprì un mondo.

Quali sono gli obiettivi della danzaterapia?

La definizione di “danza-movimento-terapia” (DMT) riportata dall’American Dance Therapy Association (1999) è l’uso psicoterapeutico del movimento come un processo che favorisce l’emotività, la cognizione e l’integrazione fisica dell’individuo. La DMT porta effettivi cambiamenti nei sentimenti, nella cognizione, nella funzionalità fisica e nel comportamento. La danza è una vitale modalità di espressione complessiva delle persone, una forma di manifestazione degli aspetti profondi della natura umana. La sua attitudine a supportare il benessere attraverso le espressioni delle emozioni era già familiare in molti indigeni primitivi che, attraverso i balli tradizionali, mimavano i propri stati emotivi, affettivi o di gruppo. E’ pertinente ritenere che la danza ha sempre fatto parte della vita dell’uomo: serviva a celebrare, per esempio, le nascite, i matrimoni, i raccolti e le guerre. Le persone possiedono un istinto naturale per danzare, così come nutrirsi, giocare e corteggiarsi. La danza è parte della storia del movimento umano, parte della cultura umana e parte della storia della comunicazione umana.

Che cosa rappresenta la danzaterapia?

Per me la DMT rappresenta una metodologia ben precisa, specifica, che tende all’integrazione fisica, emotiva, relazionale e che intende promuovere una maturità affettiva e psicosociale. L’obiettivo è la possibile evoluzione dell’individuo attraverso il processo creativo della danza. Chi pratica danzaterapia deve conoscere il linguaggio corporeo della danza, del movimento e le conseguenti implicazioni su vari campi (emotivo, psicologico), applicando interventi differenziati e che colgono i reali bisogni della persona diversamente abile, ma anche normodotata. La specificità della DMT si riferisce al linguaggio del movimento corporeo e della danza che, uniti al processo creativo, diventano le principali modalità di valutazione e di intervento all’interno di processi interpersonali finalizzati alla positiva evoluzione dell’essere umano.

Quali sono i suoi ambiti di applicazione?

La danzaterapia si può applicare nell’ambito del benessere e della prevenzione del disagio, può essere un ottimo strumento per superare momenti di crisi esistenziali nei passaggi cruciali della vita (adolescenza, menopausa, crisi affettive, perdita e lutto, cambiamenti non desiderati, etc.), quando le parole possono sembrare inadeguate rispetto alla sofferenza che può travolgere la normalità del quotidiano. Può essere un percorso di accompagnamento durante tutta la vita, dall’infanzia alla vecchiaia. Nel mondo della scuola, il danzaterapeuta può portare il proprio contributo come momento di aggiornamento degli insegnanti e come momento di ascolto e orientamento degli studenti; in ambito clinico, invece, la danzaterapia si può applicare all’interno di servizi pubblici o privati e può essere rivolta ad una vasta utenza (handicap fisico o psichico, dipendenze da sostanze o comportamentali, demenze, degenerazioni senili, disturbi di personalità, fobie, etc.).

In che modo si può divulgare questo strumento?

Purtroppo, ancora oggi, nonostante il numero dei dati che confermano l’efficacia dell’utilizzo della DMT sia in continuo aumento, a livello nazionale è poco conosciuta ed è ancora considerata argomento di “nicchia”, pieno di stereotipi e pregiudizi. Ritengo che, per divulgare e far conoscere ad un numero più ampio di persone la DMT, sarebbe interessante organizzare eventi, incontri e seminari in cui discutere e confrontarsi sul tema e dare la possibilità ai più giovani di avvicinarsi a questa tecnica educativa e terapeutica. A tale proposito, colgo l’occasione per presentare il mio libro “Dalla danza alla danzaterapia” scritto con l’obiettivo di presentare e divulgare una nuova concezione della salute, fondata sulla relazione armoniosa fra tutte le componenti dell’individuo. Esso è rivolto principalmente a chi non ha una conoscenza specialistica in questo settore, ma può essere un importante punto di riferimento anche per gli operatori professionali che hanno già familiarità con gruppi di lavoro.

Riferimenti testuali

Federico, R. (2017). Dalla danza alla danza terapia. Tricase (LE): Youcanprint, ISBN: 9788892648357.