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Onoterapia: un animale speciale fonte di benessere 

“Gli animali ci aiutano a ristabilire quell’immediato contatto con la sapiente realtà della natura che è andato perduto per l’uomo civilizzato”  (Konrad Lorenz)

Gli animali sono una grande risorsa nel settore riabilitativo, non solo, quindi, una semplice compagnia per l’uomo; il cane, ad esempio, è molto utile per sostenere e guidare le persone prive della vista. Diventano i loro occhi, guidano la persona prestando attenzione agli ostacoli, sono il loro braccio destro e allo stesso tempo il loro compagno per la vita. In queste situazioni è l’animale stesso a trasformarsi in fonte di benessere per chi ne ha bisogno, stiamo parlando di Pet Therapy.

Pet Therapy

Il termine pet therapy nasce negli anni ’60 con un significato ben preciso: “terapia dell’animale da affezione”. Questo tipo di terapia si occupa di creare un’interazione, un rapporto profondo tra una persona ed un animale addomesticato. In questo caso abbiamo un vero e proprio rovescio della medaglia: sono gli animali che diventano i nostri medici, sono coloro che, indirettamente, dispensano cure e garantiscono il benessere della persona. La pet therapy ha riscontrato grandi benefici in soggetti affetti da disturbi comportamentali, da autismo, e nella riabilitazione di chi ha subito gravi traumi.

Il contatto con l’animale permette alle persone di riscoprire il calore, l’affetto verso qualcuno e verso ciò che lo circonda. Migliora il livello di autostima e le relazioni sociali, garantendo maggiore interazione con le proprie sensazioni e con il mondo esterno. La terapia garantisce un livello di felicità sempre crescente, rendendo la persona meno stressata. Possiamo avere una vasta gamma di animali che nella pet therapy ricoprono il ruolo di terapisti, tra cui cani, gatti, criceti, ma anche dalle dimensioni più imponenti come i cavalli e gli asini. Proprio in riferimento a questi ultimi, nei centri di riabilitazione italiani, si sta sviluppando una branca della pet therapy: l’onoterapia.

Cos’è l’onoterapia?

Il rapporto uomo-asino può essere collegato all’Età del Bronzo quando, essendo considerato un animale privo di ogni forma d’intelligenza, era sfruttato come “mezzo” per trasportare le merci da un punto all’altro. Oggi, invece, la considerazione nei confronti di quest’animale è differente: l’asino è considerato come una delle fonti primarie che guida e garantisce la buona riuscita della terapia riabilitativa.

L’onoterapia è, nello specifico, un tipo di pet therapy in cui l’uomo interagisce con  l’asino e ne apprende caratteristiche e punti di forza. Con il suo pelo morbido, il suo aspetto gentile e rassicurante, l’asino è uno degli animali più adatti ai fini terapeutici. E’ un animale dai sensi altamente sviluppati e dotato di grande intelligenza (contrariamente a quanto si pensa), per questo instaura fin da subito un rapporto così intenso con chi interagisce con lui. E’ il suo essere empatico, comprensivo e paziente che permette la buona riuscita della terapia.

L’onoterapia è rivolta in particolar modo a soggetti che presentano disturbi del comportamento come anoressia, aggressività, bulimia, iperattività, ma anche a soggetti affetti da Alzheimer o con sindrome di Down. Inoltre, alcuni progetti di onoterapia sono rivolti anche a coloro che vogliono semplicemente staccare dalla frenesia quotidiana e riscoprire quella calma che da molto tempo non sperimenta.

Gli asini, quindi, ci insegnano e ci guidano a riscoprire la tranquillità, la lentezza e la calma; il loro essere così pacati, delicati in ogni piccolo movimento e un po’ buffi nell’aspetto ci porta a levigare quei lati appuntiti del nostro carattere per lasciare spazio alla delicatezza, all’importanza del nostro vissuto e all’umorismo.

I percorsi di cura con l’asino seguono step ben precisi:

  • Il tatto, per riscoprire il valore della mano come strumento per condividere l’affetto;
  • Lunghe passeggiate, per instaurare quel rapporto di fiducia e affetto tra animale e uomo;
  • Giochi ed esercizi, per migliorare il linguaggio e favorire maggiore concentrazione e responsabilità.

Autismo e onoterapia

Sono diversi i progetti che coinvolgono bambini autistici e asini, con lo scopo di aiutarli a sviluppare e intensificare le proprie esperienze sensoriali e percettive del mondo esterno. Lo scopo è di aiutare il bambino autistico a sviluppare e accettare la percezione dell’altro – in questo caso l’asino – per migliorare i rapporti con chi gli sta accanto. L’asino emana quel calore e quella tranquillità benefica per i bambini con spettro autistico, grazie al suo estremo affetto contornato da enorme pazienza e tranquillità. Le sessioni di onoterapia sono organizzate in due momenti: una parte a terra ed una sopra l’animale. Così facendo si aiuta il bambino a capire i propri spazi e quelli dell’animale, alternando il contatto al distacco. L’approccio iniziale tra bambino autistico ed asino non è sempre facile. Tuttavia, l’essere estremamente calmo e paziente dell’asino aiuta il bambino a fidarsi sempre di più, fino ad instaurare, giorno dopo giorno, un legame solido e duraturo.

I benefici dell’onoterapia

I progetti di onoterapia garantiscono il miglioramento di molte delle sfere della nostra personalità, tra cui quella comportamentale, affettiva ed emotiva. Gli obiettivi sono quelli di aumentare il livello di autostima, trovare il coraggio nel fare cose e prendere decisioni, riscoprire quanto benefici siano i rapporti relazionali.

Infine, ci aiuta a riscoprire l’essenza del proprio Io:

  • Aumentando la comunicazione non verbale (il rapporto uomo-asino è prettamente basato sull’esperienza sensoriale);
  • Riscoprendo la calma in soggetti che presentano aggressività o sono iperattivi;
  • Ricreando l’equilibrio emotivo perduto;
  • Iniziando un percorso per credere in sé stessi e nelle proprie capacità.

L’onoterapia è, dunque, una delle cure meno invasive che possano sperimentarsi. Permette notevoli progressi a livello relazionale, emotivo e di coordinazione motoria, semplicemente grazie all’interazione che si crea con l’animale, attraverso la sperimentazione di un rapporto vivo e diretto.

Scritto con la gentile collaborazione di Veronica Pacifici

Riferimenti bibliografici

  • Milonis, E. (2010). Io e gli asini. Attività di mediazione con l’asino. Milano: Lupetti Ed.
  • Reinger, P. (2009). Cantiello, l’asino che cura. Prospettive di onoterapia, Roma: Carocci Ed.
  • Pellai, A., Ferrara A. (2007). Un asino per amico. Cesena: Monti Ed.