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Le emozioni restano

La nostra memoria è fondamentale nell’imprimere i ricordi. Ma è possibile emozionarsi senza avere un ricordo di un evento? I pazienti con amnesia o Alzheimer ricordano le emozioni o vanno perdute allo stesso modo delle tracce mnestiche? Feinstein e collaboratori (2010; 2014) hanno fornito delle risposte a queste domande scoprendo il fenomeno del “sentire senza memoria”.

In  maniera maggiormente romantica e cinematografica, il film Italiano “Ti ricordi di me?” (2014) parla proprio di questo. Lui, cleptomane, lei, narcolettica con conseguenti vuoti di memoria, si incontrano in uno studio di psicoterapia e nasce una bizzarra quanto divertente storia d’amore. In diverse occasioni però la ragazza, sopraffatta dalle emozioni, perde la memoria e si dimentica di lui. Soltanto grazie alle emozioni, al forte amore che lega i protagonisti, i due riescono a ritrovarsi e riconoscersi ugualmente.

I sistemi della memoria

La memoria è stata definita da Changeux (1988) come la capacità di conservare le informazioni in modo da poterle in seguito recuperare. Intorno agli ’60 Atkinson e Shiffrin hanno sviluppato il modello modale del mente:

  • l’input sensoriale, se è di nostro interesse, viene inserito all’interno della memoria sensoriale.
  • se continuiamo a prestare attenzione all’input sensoriale, esso passa al magazzino della memoria a breve termine che consente di trattenere una piccola quantità di informazioni. Ha quindi una capacità limitata e grazie a Baddeley e Hitch (1974) è stato scoperto che non è un sistema unitario ma bensì composto da diverse parti: il taccuino visuo – spaziale, il loop fonologico e l’esecutivo centrale.
  • il continuo sforzo attentivo e di codifica consente di trasferire l’informazione alla memoria a lungo termine. Tulving (1972) sostiene che esistano due componenti: la memoria episodica, ovvero una sorta di registro autobiografico ed è quindi altamente personale, e la memoria semantica che contiene le conoscenze generali che abbiamo sul mondo ed è, per questo, una base comune a tutti.

Esiste una categoria di eventi che si distacca da quelli di routine, i cosiddetti flashbulb memories, o ricordi lampadina. Sono immagazzinati in una struttura differente da quella che contiene i ricordi episodici, sono estremamente inusuali e danno forma a dei ricordi chiari, particolareggiati e duraturi.

Flashbulb memories ed emozioni

I ricordi lampadina sono stati definiti da Brown e Kulik (1977) come ricordi vividi, dettagliati e persistenti, che illuminano tutti i dettagli di un episodio, anche quelli abitualmente irrilevanti. Essi potrebbero rientrare all’interno della cosiddetta memoria “emozionale” che contiene, oltre al ricordo dell’evento, anche il significato affettivo ad esso legato. La distinzione tra la memoria a breve termine e memoria emotiva viene confermata anche dalle diverse strutture cerebrali coinvolte. L’ippocampo, responsabile dell’immagazzinamento delle informazioni episodiche e l’amigdala di quelle emotive (Bellelli, 1999).

In realtà il legame tra valenza emotiva e ricordo nitido, dettagliato e persistente è controverso. Esistono ricerche che lo confermano (Yuille, & Cutshall, 1986; Talarico et al., 2004) e altre nelle quali l’emozione gioca un ruolo di distrattore nella decodifica e nel mantenimento del ricordo (Schaefer, & Philippot, 2005). A favore di quest’ultima ipotesi, Easterbrook (1959) ha sostenuto che l’emozione incanala la nostra attenzione verso determinati dettagli, comportando la perdita di altri e quindi il ricordo dell’evento risulterebbe impreciso.

Bellelli (1999) inoltre afferma che inizialmente l’emozione viene elaborata ad un livello maggiormente inconscio ed automatico, infatti le strutture cerebrali coinvolte nella memoria emotiva sono subcorticali. Questa elaborazione automatica potrebbe facilitare il mantenimento dell’emozione ma non dei dettagli contestuali che andrebbero persi col tempo.

 

Emozioni senza memoria

Feinstein e collaboratori (2010) hanno condotto un esperimento su pazienti con lesione bilaterale a livello dell’ippocampo, struttura deputata all’immagazzinamento della memoria, specialmente quella a lungo termine. Questi pazienti quindi presentavano un deficit nel recupero di nozioni o di eventi che riguardavano la loro quotidianità. Gli sperimentatori hanno fatto vedere un giorno un film con valenza emotiva triste e un altro giorno uno che invece trasmetteva felicità. In entrambi i casi è presente una dissociazione tra i ricordi episodici ed emotivi. I sentimenti provati ed esperiti durante la visione, risultano più duraturi e permanenti rispetto alla traccia mnestica legata agli eventi del film. I pazienti quindi dimenticavano la trama, i dettagli e le azioni dei protagonisti, ma non le emozioni di tristezza o di piacere provati nel vedere il film.

Nel 2014 Feinstein e collaboratori hanno chiesto a pazienti con Alzheimer di partecipare ad un esperimento molto simile a quello presentato sopra. In questi pazienti la lesione non coinvolge unicamente l’ippocampo ma anche altre strutture cerebrali, comportando un deterioramento progressivo e inarrestabile delle funzioni cognitive, motorie, attentive. I risultati anche di questo secondo esperimento confermano il fatto che il ricordo emotivo perdura maggiormente rispetto a quello episodico. Questo significa che non basta dimenticare una bella notizia, o al contrario un evento traumatico, per cancellare anche l’emozione che questo ricordo imprime nella nostra mente.

Scritto da Federica de Lillis, Dott.ssa in Psicologia dello sviluppo tipico e atipico presso Facoltà di Medicina e Psicologa La Sapienza

 

Riferimenti bibliografici

Bellelli, G. (1999). Ricordo di un giudice. Uno studio sulle flashbulb memories. Napoli: Liguori.

Easterbrook, J.A. (1959). The effect of emotion on cue utilization and the organization of behavior. Psychological Review, 66, 183-201.

Feinstein, J.S., & Melissa, C.D., & Tranel, D. (2010) Sustained experience of emotion after loss of memory in patients with amnesia. Proceedings of the National Academy of Sciences, 107 (17) 7674-7679.

Gray, P. (2012). Psicologia. Bologna: Zanichelli S.p.A.

Guzmán-Vélez, E., & Feinstein, J.S., & Tranel, D. (2014). Feelings Without Memory in Alzheimer’s Disease. Cognitive and Behavioral Neurology : Official Journal of the Society for Behavioral and Cognitive Neurology27 (3), 117–129.

Schaefer, A., & Philippot, P. (2005). Selective effects of emotion on the phenomenal characteristics of autobiographical memories. Memory, 13, 148–160.

Talarico, J.M., & LaBar, K.S., & Rubin, D.C. (2004). Emotional intensity predicts autobiographical memory experience. Memory and Cognition, 32, 1118-1132.

Yuille, J. C. e Cutshall, J. L. (1986). A case study of eyewitness memory of a crime. Journal of Applied Psychology, 71, 291-301.