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Quattro nuovi tratti di personalità

Sono stati pubblicati su Nature Human Behavior i risultati di un questionario distribuito online e compilato da 1,5 milioni di persone in tutto il mondo. Una disponibilità di dati molto vasta, cosa impensabile fino all’avvento di internet. Prima i ricercatori reclutavano i soggetti nei campus universitari, avendo la possibilità di raggiungere solo poche migliaia di persone. Oggi i dati online permettono valutazioni su larga scala. Alle cinque caratteristiche fondamentali, utilizzate dagli psicologi, oggi si possono aggiungere quattro nuovi tratti: medio, riservato, autocentrato e modello di ruolo. Nuove tipologie atte a raggruppare le personalità umane con un nuovo modello di studio. Dalla ricerca riportata anche su lescienze.it, e condotta dalla Northwestern University, si sono ottenuti risultati che sembrano destinati a far discutere, dato che il concetto sui tipi di personalità è uno dei più dibattuti e controversi nella ricerca psicologica. Da tempi remoti che si tenta di raggruppare in categorie i tratti di personalità, con esiti mai definitivi e scevri da un rigoroso controllo scientifico.

Da questa enorme quantità di dati, i ricercatori hanno rilevato i punteggi per i cinque tratti di personalità normalmente accettati, ovvero i celeberrimi Big Five: apertura all’esperienza (nota anche come apertura mentale), amicalità, coscienziosità, estroversione e nevroticismo (o stabilità emotiva). Grazie a nuovi algoritmi, i big five statisticamente risultano aggregati e formano quattro nuovi tipi personologici, per l’appunto il medio, il riservato, il modello di ruolo e l’autocentrato. La categoria in cui rientra la maggioranza ovviamente è il medio, in particolare le donne. In questa categoria risultano alti punteggi di estroversione e nevroticismo, ma assai bassi in apertura mentale.

Nel modello riservato, i soggetti risultano non essere aperti e non nevrotici ed emotivamente stabili. Non risultano, inoltre, particolarmente estroversi ma coscienziosi e discretamente amichevoli. Il rientrare nel modello di ruolo si verifica con l’avanzare dell’età e, in particolare, se si è donne. In questo tratto si rilevano bassi punteggi nel nevroticismo ed elevati in tutti gli altri. I soggetti autocentrati, invece, ottengono alti punteggi nell’estroversione e al di sotto della media per ciò che riguarda l’amicalità, l’apertura mentale e la coscienziosità. Questo è un tipo di personalità che tende a diminuire fortemente con l’invecchiamento.

 

Verifica dell’attendibilità dei dati

Per dimostrare l’attendibilità di questa titanica ricerca, dove sono riconosciute le nuove aggregazioni di tratti personologici, gli studiosi hanno preso in considerazione un gruppo di adolescenti maschi, notoriamente una categoria molto concentrata su stessa. I dati dimostrano che i giovani uomini sono molto rappresentati nel tratto di personalità autocentrato, a differenza delle giovani donne oltre i quindici anni d’età, che risultano essere molto poche. Questa nuova diponibilità di dati, secondo gli autori dello studio, oltre a tornare utile per gli operatori della salute mentale, lo potrebbe essere anche nel mondo del lavoro.

Questi dati potrebbero essere utilizzati per la scelta del personale e non solo, le aziende potranno utilizzare i quattro nuovi tratti della personalità per selezionare i manager. Un’applicazione molto interessante non c’è che dire, anche se potrebbero sorgere molto controindicazioni. In un ruolo di comando un soggetto autocentrato risulterebbe sicuramente più adeguato rispetto a nevrotici medi e soggetti riservati. Il modello di ruolo si elimina per sopraggiunti limiti d’età. Un autocentrato che deve relazionarsi con i sottoposti manca dell’apertura mentale necessaria alla comprensione delle esigenze di un dipendente, concentrandosi esclusivamente su quelle dell’azienda che egli rappresenta, che grazie al suo autocentrismo sente di impersonare. Sicuramente è solo un’ipotesi, ma con qualche fondamento. Per quanto riguarda gli operatori della salute mentale, bisognerà attendere qualche ufficialità sui nuovi tratti di personalità, per ora continueranno con le conoscenze acquisite dopo anni di studi e di lavoro e probabilmente la genesi di queste nuove teorie potrebbe portare un bel po’ di confusione nelle diagnosi.

 

Il progresso cambia anche le personalità

Chi legge queste poche righe sulla ricerca non può non notare delle attinenze con la realtà che lo circonda e vive quotidianamente. Non stupisce che un soggetto medio sia distinto dalle nevrosi, in questa epoca tutta basata sulla velocità e tempi dettati da rigide tabelle di marcia, anche nel poco tempo libero a disposizione. Il soggetto medio deve essere sempre positivo, estroverso, altrimenti è tagliato fuori dalla vita sociale, questo lo conduce anche ad una scarsa apertura mentale, prende per buono tutto ciò che la massa ritiene opportuno, si affida ciecamente ai quotidiani ritrovati della tecnologia e non è disposto ad un’apertura mentale più ampia, quella necessaria per porsi qualche domanda e avanzare critiche, nonostante dentro di sé non stia benissimo in questo contesto. Apertura mentale non è sempre sinonimo di apertura al nuovo, oggi è necessaria per capire che fare qualche passo indietro non è un atteggiamento reazionario.

Il riservato è colui che ha compreso gli intoppi della vita moderna e si barcamenano con una scarsa apertura mentale, così da non cadere prigionieri delle nevrosi e mantenere stabile la propria emotività. Il modello di ruolo abbraccia l’esperienza, quella che si raggiunge passata l’età del giovane leone e dice al corpo, si abbandonano le nevrosi e si ricerca un contatto umano libero da competizioni. L’autocentrato è quello che si è tuffato nell’immenso oceano dell’era postmoderna, dove il culto dell’ego prolifera senza contrasti, poca coscienziosità, una propensione ad amicizie di comodo e chiusura mentale verso tutto ciò che potrebbe essere d’intralcio allo scopo. Tutto questo, ovviamente, condito dall’estroversione necessaria per tirare fuori le unghie e risaltare in ogni contesto. Sono solo delle considerazioni, nulla di più, ma di certo questi nuovi tratti della personalità aprono alla discussione.