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Età evolutiva

La Psiconcologia in età infantile e adolescenza

La Psiconcologia in età evolutiva

La psiconcologia, sia in adolescenza che in età infantile, si occupa di indagare e ricercare a fondo i vissuti dei piccoli pazienti oncologici aiutandoli ad accettare la malattia ed i successivi cambiamenti del proprio corpo. Il tumore in età pediatrica rappresenta una patologia rara, ma comunque esistente. Una volta accertato il male, la diagnosi comporta sempre uno shock da parte del genitore, il quale si trova spaesato, e preoccupato per ciò a cui suo figlio andrà incontro.

I tumori infantili possono essere riconducibili a 2 grandi categorie: leucemie e tumori solidi. Questi ultimi interessano vari organi e si presentano: nel SNC, nel sistema linfatico, nell’apparato urogenitale, nell’occhio, e più raramente negli altri apparati.

La sintomatologia, che varia a seconda del grado di malignità e di invasività del tumore, comprende:

  • Sintomi locali, in relazione alla sede colpita (dolore, compressione di organi vicini, fastidio locale)
  • Sintomi generali (malessere, stanchezza, anoressia, febbre, cambiamenti repentini d’umore etc..)

Le cure utilizzate per i tumori infantili, invece, sono di 3 tipi:

  1. Chirurgiche: asportazione del tumore tramite operazione
  2. Antiblastiche: dirette alla distruzione delle cellule tumorali
  3. Palliative: cure ricostituenti come antidolorifici e antiemorragici.

Affrontare la malattia: infanzia…

Solitamente, quando è diagnosticato un cancro ad un bambino, si verifica una regressione completa del sistema familiare che lo circonda. Dopo una diagnosi del genere può succedere che mamma e papà lascino tutti gli interessi che richiedono molta attenzione per concentrare tutte le loro energie sul proprio figlio, il quale nota e si rende conto perfettamente di questo cambiamento repentino da parte dei suoi genitori.

Purtroppo non esiste un manuale per i genitori che spieghi passo dopo passo come comunicare al bambino l’esistenza di un tumore. E’ necessario che questo percorso venga fatto insieme al medico, instaurando un dialogo funzionale. Molti genitori trovano difficoltà a parlare con i figli, specialmente se troppo piccoli: hanno paura a rivelare tutto al bambino.

Quest’ultimo è costretto ad adattarsi ad una vita completamente diversa da quella che ha condotto fino al momento prima della diagnosi: a casa dei frequenti trattamenti per eliminare la malattia sono costretti a ridurre le possibilità di gioco, le relazioni con i pari diminuiscono, la partecipazione a scuola è praticamente inesistente.

Durante il trattamento poi, il bambino potrebbe sperimentare sintomi riconducibili al disturbo depressivo: riferiscono continuamente ai genitori pensieri negativi riconducibili alla morte, correlati da isolamento sociale. In una situazione così delicata, il bambino tende ad eliminare tutte le persone che fino a poco prima facevano parte del suo contorno sociale per cercare una protezione maggiore da parte dei caregivers.

La malattia ed i trattamenti producono dei cambiamenti a livello fisico purtroppo inevitabili: il bambino si trova a dover accettare una nuova visione di sé, una nuova immagine del proprio corpo alterata dalla presenza della malattia. I genitori devono essere in grado di spiegare al bambino tutto ciò che sta avvenendo attraverso un buon dialogo:

  • Il bambino ha bisogno di sapere che è amato nonostante i cambiamenti: i capelli cresceranno più forti e lunghi di prima, che è bellissimo anche con una bandana o con dei cappellini perché nella società attuale vanno di moda, e che nessuno ci farà caso
  • Deve sapere, soprattutto, che la malattia non è colpa sua. Il tumore non è come il raffreddore o l’influenza, non si prende perché ha sudato o perché ha giocato all’aria aperta. E’ un processo inevitabile che non vede colpevoli.
  • Deve sapere, prima di cominciare, che il suo aspetto fisico subirà dei cambiamenti importanti, ma transitori.
  • E’ fondamentale sapere che non dovrà mai smettere di essere un bambino: il gioco non dovrà mai mancare, i suoi doveri da bambino devono essere sempre presenti, insieme alle responsabilità che assumerà nel corso del tempo.

E’ importante preparalo a percorrere un lungo viaggio con uno zaino molto pesante sulle sue spalle, e che questo percorso sarà caratterizzato da lunghe salite e discese, ed è proprio quando si sale che deve tirare fuori, insieme all’aiuto dei suoi genitori, tutta la forza che lo caratterizza dimostrando quanto è forte.

… e adolescenza

L’adolescenza rappresenta il periodo di vita caratterizzato da importanti cambiamenti, sia per l’aspetto fisico che psichico. Nascono i primi amori, si sperimentano le prime delusioni, si pensa che tutto il mondo ce l’abbia con noi. E’ il periodo in cui ci si rende conto di non essere più bambini, e che prima o poi le cose devono essere risolte con la propria forza, senza l’aiuto dei genitori.

Soprattutto, il corpo maschile e femminile va incontro a diversi cambiamenti come il tono della voce, la comparsa dei caratteri sessuali insieme alla maturazione dell’apparato riproduttivo. Le femmine sono coloro che soffrono di più il passaggio dall’infanzia all’adolescenza: i cambiamenti corporei spesso vengono vissuti con disagio e sofferenza perché non accettati. Ci si vede sempre con un’immagine negativa, sempre troppo grasse.

Gli adolescenti malati devono affrontare un doppio cambiamento: quello ormonale e quello della malattia. Per quanto riguarda i cambiamenti corporei, in caso di malattia sono alterati o addirittura interrotti; può verificarsi la perdita dei capelli, variazioni del peso, comparsa di cicatrici e – nei casi più gravi – presenza costante di catetere.

L’adolescente si trova in un mondo completamente senza punti di riferimento: cerca di trovare la sua indipendenza dalla famiglia, ma i genitori sono gli unici in grado di sostenerlo come merita, ha sogni e progetti che vengono infranti ogni volta che si deve affrontare la terapia, cerca di scoprire la sua sessualità ma deve fronteggiare ogni giorno con gli effetti collaterali della terapia.

L’importanza dell’accettazione della malattia

Ricevere una diagnosi di tumore in età adolescente è molto complesso perché sconvolge interamente la vita del giovane: trasforma la quotidianità, la propria autostima, la relazione con gli altri. Nella psiconcologia, il professionista viene interpellato solo se il comportamento del paziente interferisce con il piano terapeutico in corso: si tende a negare o minimizzare la malattia, si sperimentano episodi di rabbia incontrollata e irascibilità.

Il percorso psicologico può nascere per creare un rapporto che sostenga l’adolescente ad accettare la propria malattia ed i suoi conseguenti cambiamenti. L’obiettivo principale della psiconcologia è quello di guidare l’adolescente ad accettare la patologia oncologica attraverso la costruzione di un rapporto d’alleanza psicologo-ragazzo.

 

Bibliografia

Biondi M., Costantini A., Wise T.N., (2014), Psiconcologia, Cortina Raffaello: Milano

Guarino A., (2006), Psiconcologia dell’età evolutiva. La psicologia nelle cure dei bambini malati di cancro. Erickson: Trento

Mastrangelo G., (1986), Manuale di neuropsichiatria infantile. Il Pensiero Scientifico editore: Roma