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I Bambini Plusdotati

E’ un mondo quasi completamente sconosciuto, quello dei bambini plusdotati; un piccolo mondo caratterizzato da perdita di autostima, rifiuto scolastico ed isolamento sociale. Sono dimostrazioni piuttosto chiare ed evidenti, ma molto spesso sottovalutate e minimizzate. Non è raro sentire alcune mamme che, parlando del proprio figlio, lo etichettano come “brillante”: grandi capacità, intelligenza fuori dal normale, completa autonomia già in tenera età.

Molto spesso, però, si tende a commettere l’ingenuo errore di considerare il bambino “brillante” invece di “plusdotato”. Quest’ultimo è estremamente curioso, tendente a preferire le novità piuttosto della quotidianità e della routine, ha idee molto particolari, quasi innovative. Soprattutto: è un acuto osservatore. Grazie ad un’elevata capacità mnemonica è in grado di custodire tutti i dettagli con cura.

“Gifted” (portatori), questo è il loro vero nome; sono considerati portatori di un dono, un talento. Un talento che la maggior parte delle volte non è riconosciuto oppure è ostacolato da genitori ed insegnanti che non riescono ad etichettare il bambino negli standard scolastici prefissati. Il risultato è che, nella maggior parte delle volte, i bambini plusdotati sono giudicati come disturbatori o addirittura iperattivi.

I gifted si differenziano dai loro coetanei e dal gruppo dei pari poiché ottengono risultati unici ed eccezionali in diverse aree, tra cui:

  • Abilità intellettive
  • Specifiche materie scolastiche
  • Pensiero creativo
  • Problem solving ad alto funzionamento
  • Capacità mnemonica
  • Capacità di leadership
  • Abilità motoria
  • Grande proprietà di linguaggio

In particolare, sviluppano queste capacità in età molto più precoce rispetto ai loro compagni, con una velocità fuori dal normale.

Classificazione dei plusdotati

La ricercatrice americana Deborah Ruf (2009) ha proposto una classificazione a 5 livelli per i bambini plusdotati, in base al loro QI ed abilità tipiche che si presentano già dopo la nascita:

  1. Primo livello: riguarda bambini con QI tra il 90 e 98. Sono bambini che spiccano per la loro velocità nell’apprendere nuove nozioni, per i grandi risultati ottenuti a scuola, per essere più predisposti al potenziamento piuttosto che al recupero. Pronunciano parole già prima dei 18 mesi ed usano il computer già a 6 anni.
  2. Secondo livello: già a 5-9 mesi riescono a prestare attenzione se qualcuno legge per loro, comprendono le richieste dei genitori mettendo in atto ciò che gli viene chiesto intorno ai 12 mesi, contano e fanno operazioni già a 5 anni.
  3. Terzo livello: già a poche ore dalla nascita manifestano una grande capacità di attenzione verso il proprio genitore. Sono descritti dai genitori come bambini molto sensibili che fin da piccoli non amano essere trattati in maniera infantile. Molti di loro presentano difficoltà a prendere sonno la notte a causa dell’impossibilità di arrestare il pensiero. Tutti loro, intorno ai 17-24 mesi, sanno già l’alfabeto perfettamente.
  4. Quarto livello: assorbono informazioni in maniera automatica, senza il minimo aiuto da parte dei genitori. E’ in questo livello che le difficoltà iniziano ad essere presenti, soprattutto a livello scolastico. Alle scuole elementari, infatti, i genitori chiedono spesso l’inserimento del bambino ad una classe superiore
  5. Quinto livello: riguarda un soggetto su 250 mila. Sono bambini che hanno un’alta prestazione in ogni dominio di conoscenza, ma allo stesso tempo sono particolarmente fragili. Entro i due anni parlano come un adulto, leggono parole semplici, comprendono concetti astratti e funzioni matematiche entro i 3-4 anni.

 

Bambini plusdotati: istruzioni per l’uso

Gestire il “dono” di questi bambini non è semplice; bisogna innanzitutto comprendere i loro bisogni e le loro richieste, poi offrire un sostegno nel percorso di crescita scolastico ed emotivo:

  • Non chiamatelo “genio” o “campione”, in questo modo potreste alimentare aspettative troppo alte che in determinate occasioni il bambino può anche non riuscire a soddisfare
  • Spronatelo a dare il massimo, qualsiasi sia il risultato. E’ importante ricordarsi che l’impegno è la base delle soddisfazioni, non il suo essere plusdotato
  • Non portarlo a pensare di essere diverso dai suoi compagni. La capacità che lui ha non deve essere considerata un motivo di diversità rispetto al gruppo dei pari, è semplicemente una delle caratteristiche che rendono ogni individuo diverso dall’altro
  • Non forzarlo a socializzare: i bambini plusdotati tendono molto all’isolamento, poiché sentono di non appartenere alla schiera di amici che hanno intorno. Il bambino può anche trovarsi bene con uno o due amici, non ha bisogno di creare una rete amichevole con tutti.

 

Bibliografia

  • Mormando F. (2011), I bambini ad altissimo potenziale intellettivo. Guida per insegnanti e genitori, Trento: Erikson
  • Castelli V., Torriani A., Spinelli S. (2016), Ad alto potenziale. Storie di bambini plusdotati, Reggio Emilia: Imprimatour
  • Ruf D. (2009), 5 Levels of Gifted: School Issues and Educational Options, (2009), Paperback