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Lo sviluppo del linguaggio e le sue funzioni

Il linguaggio è considerato come una capacità prettamente umana. Esso permette all’uomo di sviluppare una funzione comunicativa grazie alla quale egli può trasmettere informazioni e intraprendere interazioni sociali, ed una funzione comunicativa in grado di descrivere gli eventi attraverso concetti. Poichè l’uomo arrivasse a parlare, nel corso del tempo, sono stati necessari 3 passaggi:

  • Acquisire un apparato fonatorio per articolare ed agevolare i suoni
  • Sviluppare un cervello in grado di padroneggiare i codici fono-linguistici
  • Perfezionare il codice linguistico.

Il valore principale del linguaggio è quello di attivare uno stimolo-risposta. Un esempio pratico è il parlare, risposta verbale di una comunicazione.

Il linguaggio svolge una serie di semplici funzioni, comprensibili e visibili da ognuno, tra cui:

  • Funzione espressiva: è un modo di esprimere e di manifestare le proprie emozioni ed i propri stati interni
  • Funzione evocativa: utilizzata principalmente dai neonati, serve per attirare l’attenzione di chi intrattiene una comunicazione con noi
  • Funzione rappresentativa: utilizzata per riportare a qualcuno eventi passati, utile per rappresentare pensieri astratti
  • Funzione intraindividuale: utile per avere un controllo sulla nostra comunicazione; serve per avere maggiore controllo sul comportamento.

Cervello e linguaggio: area di Broca e area di Wernicke

Il cervello è formato da due emisferi: emisfero sinistro ed emisfero destro. Il sinistro è la sede principale delle funzioni linguistiche, il quale a sua volta è suddiviso in due parti: area di Broca e area di Wernicke.

Area di Broca: prende il nome da Paul Broca, chirurgo francese. Egli fece uno studio su un cervello di un individuo che presentava disturbi nel linguaggio e scoprì che lesioni a questa parte del cervello sono correlate a gravi difficoltà di produzione linguistica. Inoltre, egli notò che lesioni presenti nell’area dell’emisfero destro non producevano gli stessi effetti del sinistro. Questo servì per asserire che il linguaggio è localizzato nella parte sinistra del nostro cervello.

Area di Wernicke: prende il nome da un medico tedesco che, come nel caso di Broca, notò che i pazienti con difficoltà di comprensione del linguaggio sviluppavano lesioni proprio in questa parte del cervello. Grazie allo studio si arrivò finalmente alla conclusione che il linguaggio, ed in particolare la sua comprensione, ha sede nell’emisfero sinistro del cervello.

 

Sviluppo del linguaggio: dall’infanzia…

Nell’essere umano lo sviluppo del linguaggio prende vita e si sviluppa principalmente dalla nascita alla seconda infanzia, ed è suddivisibile in tappe:

  • Pianto della nascita: è il primo e più importante predittore del linguaggio. Rappresenta un cambiamento repentino del bambino, il quale passa da uno stretto collegamento con la madre all’individualità.
  • Nascita- 6 mesi: in questo arco di tempo il bambino emette solo grida e pianti di vario tipo. Non conosce altri modi di comunicare. Di solito, dopo il primo mese riesce a discriminare la voce della madre da persone estranee, e a 3 mesi è in gradi di distinguere le varie intonazioni dei toni della voce.
  • 6 mesi- 9 mesi: emette suoni di ogni tipo come se imitasse la comunicazione di chi ha intorno. Il neonato riesce a passare da una ripetizione di una sillaba (pa-pa/ ba-ba) all’associazione fra sillaba ed il suo significato
  • 9 mesi- 1 anno: il bambino riesce a comprendere le prime parole e a riconoscere le intonazioni del proprio ambiente di vita.
  • Primo anno: inizia ad emettere suoni differenziati ed in particolare ad usare una parola per la comprensione dell’intera frase ( molto spesso dicono “pappa” per manifestare la loro sensazione di fame, ad esempio)
  • 18 mesi: è in grado di comporre due parole in una frase e di fare associazioni
  • dai 2 ai 4 anni: a 2 anni comprende e compone frasi sempre più complesse, arricchite da un numero sempre maggiore di parole, iniziando anche ad adottare regole grammaticali. A 4 anni ha ormai a disposizione un bagaglio ampio di regole lessicali e verbali.

Dopo i 4 anni iniziano ad adottare il modo di parlare dell’ambiente in cui vivono, ed in particolare dei genitori.

 

… alla senilità

Per l’uomo, invecchiarsi significa sentire addosso il peso dell’organismo che, anno dopo anno, subisce delle modifiche. Durante l’invecchiamento, infatti, possiamo osservare il decadimento di alcune attività psicofisiologiche, tra cui le funzioni sensoriali, come la vista, o funzioni lessicali, come il linguaggio. La diminuzione delle abilità visive sembrerebbero imputabili ad una serie di cambiamenti degenerativi che progressivamente riducono l’efficienza del sistema visivo. Nonostante il linguaggio è una delle funzioni che risente meno del processo di invecchiamento, esso subisce comunque danni come difficoltà nell’apprendimento e nella memoria. Le funzioni che sembrano perdere progressivamente efficenza sono la produzione verbale, la comprensione lessicale, l’uso del linguaggio scritto e abilità superficiali come lettura ad alta voce. Ovviamente, deficit nel linguaggio e disturbi del linguaggio sono collegati unicamente a lesioni presenti in aree specifiche del cervello. La difficoltà che si presenterà nella comprensione del linguaggio è strettamente correlata al decadimento di altri organi come udito, percezione e vista che, trasversalmente, intaccheranno anche la capacità del soggetto di comprendere correttamente frasi e leggere testi.

 

Riferimenti bibliografici

Devescovi A, D’Amico S., Psicologia dello sviluppo del linguaggio (2013), Milano: Il mulino
Bambini V., Il cervello pragmatico (2017), Milano: Carocci