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Tempi diversi, stesse dinamiche

I tempi sono cambiati, la recente situazione legata all’emergenza sanitaria ci ha costretto a modificare la nostra quotidinatià e le nostre abitudini. Alcuni di noi riscoprono i vecchi hobby; altri si lasciano trasportare dalle storie proiettate sullo schermo dei pc o della televisione, altri ancora trascorrono il tempo leggendo comodamente seduti in balcone in queste lunghe giornate di sole. Poi ci sono loro…che vorrebbero uscire di casa non semplicemente per distrarsi dalla monotonia ma, per sfuggire da un pericolo forse maggiore di ciò che c’è lì fuori; loro che vorrebbero respirare l’aria leggera invece dei severi richiami del loro persecutore e che sono costrette in casa come tutti noi e non sanno cosa fare e come reagire in un momento difficile e inaspettato come questo: le vittima di violenza.

In questo lungo periodo di isolamento vi è stata nel nostro territorio una decrescita sospetta delle chiamate al 1522 e una diminuzione di richieste ai centri antiviolenza. Questa decrescita non è un caso ma piuttosto evidenzia la crescente difficoltà da parte delle vittime di violenza di ritagliarsi degli spazi in cui chiedere aiuto. Le dinamiche di potere che caratterizzano la relazione violenta tra partner sfociano in un continuo e drammatico rischio per la propria vita e a volte per quella dei propri figli. La presenza assidua del partner violento e l’impossibilità di trovare un modo di comunicare all’esterno tale malessere comporterà, in un futuro immediatamente successivo alla fine dell’emergenza, un aumento improvviso di richieste e una necessità di risorse maggiore di quelle attualmente disponibili.

Violenza domestica tra le mura sigillate di casa

La violenza domestica è una forma di coercizione, più comunemente nota come violenza di genere, caratterizzata da una relazione asimmetrica tra individui, solitamente uomo e donna. Nella maggior parte dei casi infatti è l’uomo ad esercitare il suo potere e la sua coercizione sulla donna, la quale assume il ruolo di vittima. Esistono dunque degli equilibri legati alla relazione di potere asimmetrico e disfunzionale, che partono dall’incontro di due personalità, definite anche come dominante e sottomessa, o dipendente e controdipendente (Ardone, & Chiarolanza, 2007; Cabras, Saladino & Verrastro, 2016).

Le mura di casa divengono luogo di conflitti e litigi ed il percorso che permette di uscire dal ciclo della violenza non è lineare né privo di complessità. Trovare alternative alla violenza tuttavia è possibile grazie alla presenza dei centri antiviolenza e di tutti coloro i quali supportano le persone che hanno bisogno di assistenza. Anche se i tempi sono cambiati questo non significa dimenticarsi delle vittime di violenza domestica. proprio adesso bisogna aumentare gli sforzi per far sì che la protezione e la salvaguardia del benessere di coloro i quali subiscono ingiustizie quotidiane continuino ad essere di interesse prioritario.

Progetti di emergenza

In questo contesto di emergenza l’organizzazione ActionAid ha dato vita all’iniziativa #Closed4women, stanziando dei fondi per supportare i centri antiviolenza e sostenere le spese per le vittime durante questa fase di emergenza sanitaria. Questo progetto ha permesso di arginare seri rischi all’incolumità delle vittime di violenza domestica chiuse in casa e prive di difesa.

Grazie allo stanziamento di fondi sarà possibile sostenere i percorsi di circa 40 donne, mettere in sicurezza le operatrici e supportare almeno 10 centri antiviolenza, garantendo assistenza psicologica. I fondi in oggetto sono stati già in parte utilizzati per le donne in difficoltà che avevano iniziato un percorso di indipendenza economica e che a causa dell’emergenza rischiavano di perdere il lavoro e di tornare nella medesima condizione di rischio. Anche in questo momento di emergenza i centri antiviolenza sono aperti.

 

Riferimenti bibliografici

Ardone, R. & Chiarolanza, C., (2007). Relazioni affettive. I sentimenti nel conflitto e nella mediazione. Bologna: Il Mulino.

Cabras, E., Saladino, V. & Verrastro, V. (a cura di). (2016). Io non ti amo ma ti desidero. Dipendenza affettiva e violenza di coppia. QUALE psicologia, Nuova Serie, Anno 3, Numero 6, Supplemento n. 4.

Covid 19 e violenza sulle donne: Il progetto di emergenza per i centri che aiutano nei percorsi di autonomia

Valeria Saladino - Fondatore di Psicotypo

Psicologo clinico, psicoterapia ad approccio breve strategico, specializzato in scienze criminologiche, forensi e psicologia giuridica. Fondatore e Presidente di “Psicotypo Associazione per l’Informazione e l’Aggiornamento in Psicologia”. Dottore di ricerca e psicologo esperto ex articolo 80 presso la Casa Circondariale di Cassino. Studiosa della psicologia della devianza, in particolare del fenomeno dell’istituzionalizzazione e delle dinamiche psicologiche che costituiscono quest’ultimo, ha partecipato e coordinato interventi di valutazione e trattamento all’interno degli Istituti Penitenziari. Si è occupata inoltre di nuove dipendenze, gestendo il Behavioral Addictions Research Team, Centro di ricerca sulle dipendenze comportamentali. Oltre alla ricerca svolge attività di tutoring e consulenza per chi è interessato al settore della ricerca e alla costruzione di elaborati di tesi a carattere sperimentale.