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Alcool dipendenza, breve storia del fenomeno

L’idromele fu probabilmente la prima bevanda alcolica. Dopo comparve la birra e l’uso di tale sostanza si diffuse rapidamente nel II millennio. Da qui i primi problemi sul consumo di alcol. Anni dopo comparve il vino e nel XVII secolo i distillati. Bevande oggi conosciute come super-alcolici. Allora però non si riscontrava tale fenomeno con un termine comune che ne racchiudesse le problematiche. Nel 1849 con il clinico Magnus Huss venne coniato il termine alcolismo che divenne patrimonio comune di coloro che si occupavano di problemi legati all’uso di alcol. Definendo cosi la problematica e sviluppando una serie di diagnosi e tentativi di cura.

Ad oggi Il consumo e l’abuso di alcol è un fenomeno preoccupante. Per una diagnosi da dipendenza da alcol è importante la presenza costante della tolleranza e dell’astinenza come da definizione del DSM IV: « … uso di alcol disadattivo con compromissione clinicamente significativa, come manifestato, in qualsiasi periodo dell’anno, da almeno tre dei seguenti segni: tolleranza, astinenza, assunzione in quantità maggiore o nel corso di più tempo del previsto; desiderio o tentativi infruttuosi di ridurre o controllarne l’uso; grande quantità di tempo speso per l’ottenimento, l’utilizzo o il recupero da utilizzare, attività sociale, lavorativo o ricreative abbandonato o ridotte, l’uso continuato nonostante la conoscenza di conseguenze fisiche o psicologiche»

 

Dall’adolescenza alla dipendenza 

In giovane età sempre più ragazzi si avvicinano all’alcol, senza conoscere gli effetti che può indurre sul loro cervello ancora in via di sviluppo. Questi vanno incontro a deficit cognitivi e comportamentali. L’adolescente che compie il passaggio verso l’età adulta comincia a creare una propria identità affrontando le sfide della vita quotidiana. Un passaggio spesso intriso di sentimenti d’insicurezza ed inesperienza. Spesso il tentativo di adattarsi sfocia in comportamenti rischiosi nel tentativo di affermare autonomia ed indipendenza. Lontano dalle regole dettate dagli adulti. Una di queste condotte a rischio è proprio l’assunzione di alcolici. Come risultato però si hanno solo danni causati dall’uso di tale sostanza. L’alcol non risolve i timori e le paure ma crea soltanto altre preoccupazioni diventando un fattore di rischio molto rilevante per la salute.

L’abuso di alcol nei giovani avviene generalmente sotto forma di “binge drinking “ ovvero abbuffate alcoliche. Il fenomeno è costituito dall’assunzione in un’unica occasione e in un ristretto arco di tempo di quantità molto elevate di alcol. È possibile distinguere il binge drinking dal heavry drinker, forte bevitore che supera anche quattro episodi di abbuffata alcolica. Influiscono molto nell’assunzione di alcol in adolescenza l’impulsività, la ricerca di nuove sensazioni ed il superamento dei limiti.

 

Predisposizioni comportamentali e comorbilità

Quando ci relazioniamo con gli altri si manifesta il nostro comportamento. Vi sono fattori negli individui correlati alla sfera psicologica e comportamentale, in grado di influenzare anche il comportamento criminale. L’alcool è la sostanza psicotropa capace più di tutte di ridurre la percezione del rischio e accentuare la tendenza aggressiva. L’ alcolismo risulta spesso in comorbilità con disturbi d’ansia e dell’umore, disturbi di personalità, uso di altre sostanze gioco d’azzardo.

Crescere in una famiglia in cui è presente il problema dell’alcool non è facile. I rapporti, i sentimenti vengono messi in discussione. Spesso l’acolista si isola vivendo con la propria dipendenza. Queste persone si annullano. La dipendenza fa dimenticare che ci si può prendere carico delle proprie responsabilità che non è un bicchiere in più a farci sentire migliori ma lo sono i sacrifici, la determinazione nel riuscire a stare lontani dalle nostre stesse paure, affrontandole un po’ di più ed imparando ad essere meno egoisti, più bisognosi e propensi d’affetto che di alcol.

Riferimenti bibliografici

Frilli, V. (2015). Dipendenza da alcol. Sovera Edizioni: Roma.

Valeria Saladino - Fondatore di Psicotypo

Psicologo clinico, psicoterapia ad approccio breve strategico, specializzato in scienze criminologiche, forensi e psicologia giuridica. Fondatore e Presidente di “Psicotypo Associazione per l’Informazione e l’Aggiornamento in Psicologia”. Dottore di ricerca e psicologo esperto ex articolo 80 presso la Casa Circondariale di Cassino. Studiosa della psicologia della devianza, in particolare del fenomeno dell’istituzionalizzazione e delle dinamiche psicologiche che costituiscono quest’ultimo, ha partecipato e coordinato interventi di valutazione e trattamento all’interno degli Istituti Penitenziari. Si è occupata inoltre di nuove dipendenze, gestendo il Behavioral Addictions Research Team, Centro di ricerca sulle dipendenze comportamentali. Oltre alla ricerca svolge attività di tutoring e consulenza per chi è interessato al settore della ricerca e alla costruzione di elaborati di tesi a carattere sperimentale.