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Abuso e deprivazione affettiva in infanzia: quale ruolo nella genesi della dipendenza?

Quando si sente pronunciare o si legge la parola trauma si pensa solitamente ad un evento improvviso vissuto direttamente o indirettamente e che ha provocato morte violenta o lesioni fisiche o perdita di persone care o con cui si è quotidianamente in contatto. A causa di influssi mediatici che ci bombardano giornalmente di notizie di cronaca nera, siamo abituati ad associare al termine trauma informazioni e immagini legate a incidenti (che siano stradali, aerei, etc.), terremoti, maremoti, attacchi terroristici, e alle conseguenze sulla salute psicologica e fisica di chi li ha subiti. E ciò è assolutamente corretto.

Trauma, tuttavia, indica anche una condizione di stress molto pressante a cui si è sottoposti – talvolta fin dall’infanzia – in maniera reiterata, continua e persistente per un arco di tempo lungo in ambienti che dovrebbero solo essere dediti alla protezione e alla cura, come l’ambiente familiare. Abusi sessuali, psicologici, trascuratezza, deprivazione emotiva si configurano come traumi intrafamiliari che comportano conseguenze negative sulla salute del bambino che li subisce, al punto da sviluppare disturbi psicopatologici e dipendenze.

Attaccamento e trauma: l’origine della dipendenza

Le dipendenze patologiche, aventi esse come oggetto una sostanza o un comportamento o una relazione, per quanto nocive costituiscono delle modalità adattive con cui la persona tenta di mantenere in equilibrio la propria omeostasi e sopravvivere. Le dipendenze patologiche, dunque, svolgono una funzione di adattamento alla realtà circostante e di fronteggiamento di eventi traumatici e conseguenti disordini interiori, risalenti spesso al periodo infantile. Più dettagliatamente, le origini della dipendenza risultano da rintracciare nel delicato arco di vita in cui il legame con i propri caregiver è fondamentale ai fini della strutturazione di uno stile di attaccamento più o meno sicuro e della costruzione di modelli operativi interni più o meno sani. Secondo l’Infant Research, che ha riconosciuto la centralità delle emozioni nello sviluppo del Sé, l’identità del bambino tende a strutturarsi a partire dall’interiorizzazione delle interazioni esperite con la madre (o, in generale, con il caregiver) e delle sensazioni provate nel corso degli scambi interattivi medesimi: le esperienze affettive così interiorizzate costituiscono prototipi di interazione e, quindi, il nucleo affettivo del sé fin dal primo anno di vita, che verranno riproposti nelle successive interazioni con il mondo.

Un equilibrato sviluppo psico-affettivo del bambino può avvenire in presenza di una madre (o di un caregiver) capace di riconoscere e rinforzare le emozioni del piccolo, primariamente quelle positive, attraverso il rispecchiamento e la condivisione emotiva. Pian piano, il bambino imparerà a riconoscere le emozioni della madre, a comprenderne il significato e a modulare l’intensità di emozioni derivanti da situazioni percepite come stressanti, diventando sempre più autonomo nell’agire l’autoregolazione emotiva. Tuttavia, non tutti i bambini crescono in condizioni ottimali e sostenuti da caregiver sufficientemente buoni, ma vivono gli anni più delicati della loro vita in situazioni relazionali ambigue o deprivanti emotivamente, carenti di cure e affetti, abusanti psicologicamente e/o fisicamente-sessualmente: essi esperiscono, in tal modo, un trauma che viene giornalmente riproposto.

Dipendenza patologica: effetto psicologico del trauma infantile

Le situazioni traumatiche in cui, purtroppo, versa la vita di alcuni bambini provocano conseguenze negative e nocive alla loro salute psicologica, le quali possono sfociare nello sviluppo di personalità problematiche e di disturbi psicopatologici, fra cui quello di dipendenza.

In particolare, indicatori di una condizione patologica sono i seguenti:

  • Incapacità di mentalizzare e di comprendere gli stati emotivi propri e altrui;
  • Incapacità di regolare autonomamente i propri stati emotivo-affettivi (disregolazione emotiva);
  • Incapacità di controllare gli impulsi;
  • Sviluppo di uno stile relazionale di tipo insicuro-ambivalente o disorganizzato;
  • Incapacità di riconoscere ed esprimere le proprie emozioni (alessitimia);
  • Ricorso patologico a meccanismi dissociativi per sopravvivere.

La dissociazione, nel dettaglio, è un meccanismo di difesa che consiste nell’immagazzinare le componenti cognitive ed emotive di un’esperienza traumatica in scomparti separati della coscienza: ricorrendo alla dissociazione, la persona che ha subito un trauma tenta di proteggere il proprio Io dalla frammentazione e dallo scompenso. Tale meccanismo di difesa richiede, per essere agito, un consumo eccessivo delle risorse della persona che, a lungo andare, dovrà ricorrere a sostanze o comportamenti per poter regolare un equilibrio interiore e tornare ad uno stato di quiete, seppur temporaneo e labile.

La dipendenza patologica si configura, in tal modo, come effetto del trauma infantile.

 

Riferimenti bibliografici

Chimienti, V., & De Luca, R. (2012). Impulsività, alessitimia e stili d’attaccamento in giocatori d’azzardo patologici e loro familiari. Italian Journal on Addiction, 2 (3-4), 1-11.

Ciulla, S. & Caretti, V. (2012). Trauma, dissociazione, disregolazione, dipendenza. Psichiatria e Psicoterapia, 31 (2), 101-119.