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Calo del desiderio sessuale nella coppia

In Italia, su 100 coppie almeno 9 non consumano atti sessuali per circa sei mesi: il calo del desiderio si fa sentire sempre di più ed il rischio che si tramuti in una vera e propria disfunzione sessuale risulta altrettanto alto. Il desiderio ardente, la passione, l’eros, la spinta verso un oggetto con cui trovare soddisfazione è uno dei costituenti fondamentali di ogni relazione intima. Tuttavia, esso è chiamato a fare i conti con antagonisti potenti che possono portare a rifiutare il sesso, quali lo stress quotidiano, la cultura che ci impone di realizzarci in primis a livello individuale, una realtà che ci espone a stimoli distrattori di vario genere, una scarsa resistenza all’abitudine, il mutamento dei valori tradizionali, una comunicazione di coppia poco efficace ed accompagnata da un non detto sempre più preponderante.

Questa serie di fattori, interagendo reciprocamente ed influenzandosi a vicenda, si diffondono anche fra le coppie più durature, seminando crisi che si manifestano in vari modi e che non sempre sfociano in un esito favorevole. Una delle forme attraverso cui le crisi si manifestano è costituita dal calo del desiderio.

 

Calo del desiderio: di cosa si tratta e quando si manifesta

Il calo del desiderio sessuale consiste nella riduzione, più o meno brusca e drastica, dell’interesse sessuale e delle fantasie erotiche di una persona rispetto a quanto si è manifestato in passato, comportando conflitti e problematiche all’interno della vita di coppia. A cosa si deve il calo del desiderio?

Le ragioni per cui si sviluppi un calo del desiderio all’interno di una situazione relazionale anche stabile e apparentemente appagante si possono ravvisare in alterazioni ormonali, in sindromi depressive più o meno latenti, in altre disfunzioni sessuali presenti, nelle conseguenze dell’utilizzo di droghe o farmaci, in cause psicologiche. Relativamente a quest’ultimo ordine di ragioni, è possibile distinguere le cause individuali e le cause relazionali.

Le cause individuali riguardano uno solo dei due partner e sono legate alle seguenti condizioni:

  • Convinzioni religiose rigide e severe nei riguardi della sessualità che si impongono alla coscienza della persona;
  • Personalità ossessivo-compulsiva poco predisposta agli aspetti ludici della sessualità e ad esprimere le emozioni;
  • Sviluppo di fobie sessuali (che possono indurre la persona a provare avversione verso l’attività sessuale);
  • Timore della gravidanza, soprattutto a seguito della sospensione dell’uso di anticoncezionali e/o di discussioni con il partner relative alla possibilità di procreare;
  • Timore di perdere il controllo di sé durante l’atto sessuale, ad esempio potendo fare o dire cose inappropriate;
  • Presenza di disturbo dell’identità di genere o di orientamenti parafilici;
  • Mancata elaborazione del lutto nei riguardi del coniuge/partner deceduto e conseguenti sensi di colpa nel caso di nuove opportunità sessuali;
  • Preoccupazioni legate all’invecchiamento incombente e sviluppo di credenze erronee circa la sessualità nella terza età (“ormai il sesso non è più importante”, “ormai non attraggo più”);
  • Stile di vita frenetico, stress quotidiano e affaticamento che sottraggono sempre più tempo alla sessualità e alla vita di coppia.

Le cause relazionali sono rintracciabili all’interno di deficit e conflitti fra i partner di una coppia. Fra esse rientrano le seguenti:

  • Diminuzione dell’attrazione fisica verso il partner, plausibilmente legata a mutamenti fisici di quest’ultimo o alla comparsa di un’altra persona nella propria vita;
  • Carenti abilità sessuali del partner;
  • Risentimento, rabbia e desiderio di vendetta verso il partner, dovuti a motivazioni che esulano dall’ambito puramente sessuale;
  • Incapacità di fondere amore e sesso nel relazionarsi con una persona, per cui il partner amato viene visto come degno di rispetto e purezza al punto da non essere apprezzato a livello sessuale (ad esempio, è il caso di uomini che sposano donne “serie e per bene” che saranno ottime mogli e madri ma che, proprio per tale ragione, non possono essere considerate oggetto di desiderio sessuale, sporco e impuro);
  • Squilibri di potere all’interno della coppia per cui il partner più debole utilizza la sessualità come mezzo di controllo e potere dell’altro;
  • Radicata sessualità del “minimo comune denominatore erotico”, caratterizzata dall’appiattimento delle differenze e da pratiche sessuali condivise ma, a lungo andare, generatrici di noia e calo del desiderio.

In quest’ultimo fattore Clement, esperto in psicoterapia di coppia, rintraccia uno dei fattori maggiormente compromettenti le sorti di una relazione e sottolinea l’importanza della differenza (di gusti e preferenze anche sessuali) fra i partner.

Nel prossimo articolo vedremo come.

 

Riferimenti testuali

Clement, U. (2010). Terapia sessuale sistemica. Milano, MI: Raffaello Cortina Editore.

Dettore, D. (2001). Psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale. Milano, MI: McGraw-Hill.