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Dipendenza affettiva: siamo ciò da cui proveniamo!

Dipendenza affettiva: questa espressione racchiude la risposta alla domanda che maggiormente ci poniamo quando entriamo in relazione (e in conflitto) con qualcuno: “Perché è così?” Le caratteristiche e la qualità della relazione che lega una mamma al suo bambino, infatti, determinano i modi con cui il bambino, una volta cresciuto, si rapporterà con gli altri.

La dipendenza affettiva consiste nel diventare dipendenti da una persona. Si tratta di una forma di amore patologico che è caratterizzata dall’annullamento di se stessi e dall’assoluta devozione verso l’altro. Il legame con l’altro diviene l’unica ragione della propria esistenza. Tuttavia, non vale lo stesso per il proprio partner.

I dipendenti affettivi, infatti, vengono attratti da individui irraggiungibili o problematici, apparentemente bisognosi d’aiuto. In realtà, sono persone che trascurano, rifiutano, evitano il legame e fanno vivere all’altro esperienze di abbandono. Paradossalmente, è il timore costante di essere abbandonati che fa sentire vive le persone affette da dipendenza affettiva.

 

Love Addiction: le origini nella famiglia

I dipendenti affettivi crescono in contesti familiari disturbati, in cui i genitori sono eccessivamente coinvolti in preoccupazioni personali o conflitti per poter dare affetto ai propri bambini. Per tale ragione, questi ultimi si sentono abbandonati e sviluppano sentimenti cronici di vuoto interiore e terrore di essere lasciati da soli.

Nelle relazioni adulte, i “malati d’amore” rivivono il tormento sperimentato durante l’infanzia con i loro genitori. Stavolta, però, sono disposte a far di tutto pur di riscattarsi dal loro ruolo di figli invisibili e di farsi amare. In particolare, si convincono di dover fare affidamento sul “buon sesso”: gratificare sessualmente il partner diventa la condizione necessaria con cui ottenere il suo amore e controllarlo.

 

I pilastri della dipendenza affettiva

Le persone che soffrono di dipendenza affettiva sono guidate da una serie di credenze, la cui origine è rintracciabile primariamente nelle caratteristiche delle loro famiglie di appartenenza. Si tratta, solitamente, di famiglie in cui i genitori sono stati emotivamente assenti ed hanno trascurato i bisogni dei loro bambini. Questi hanno, così, sviluppato delle credenze erronee rispetto a se stessi, all’altro ed alla relazione con l’altro.

Tali credenze sono:

  • Ritenersi una persona priva di valore;
  • Convincersi di essere una persona incapace;
  • Reputarsi una persona non degna di essere amata;
  • Assumersi la colpa dell’assenza delle proprie figure genitoriali (in passato) e del proprio partner (nel presente);
  • Ritenere il sesso come strumento con cui poter ottenere il pieno amore dell’altro;
  • Vivere nella trascuratezza e nella speranza di poter salvare l’altro;
  • Convincersi che un giorno le cose cambieranno in meglio.

Queste persone confondono, così, i due aspetti principali dell’amore che, per quanto intrecciati, sono distinti: la passione ed l’affetto incondizionato. La loro insicurezza li ha condotti a credere che il desiderio, l’ossessione, la frustrazione e l’ansia provenienti da una relazione con un partner assente coincidano con l’amore libero dalla passione, con la fiducia e la condivisione. Ma non è così e non lo sapranno fino a quando non guariranno dalla dipendenza affettiva.

 

Riferimenti bibliografici

Cabras, E., & Alampi, A. (2016). La sessualità nella dipendenza affettiva e sessuale. Quale Psicologia, 3(6), 15-33.