Skip to main content

Il Disturbo Oppositivo Provocatorio

Il Disturbo Oppositivo Provocatorio è un disturbo del comportamento che si manifesta in bambini di età scolare e prescolare. E’ caratterizzato principalmente da umore collerico, irritabilità e comportamenti rabbiosi e vendicativi, che si verificano in modo frequente. Il bambino affetto da Disturbo Oppositivo Provocatorio litiga spesso con gli adulti e con i bambini della sua età, si rifiuta categoricamente di seguire le regole ridendo se sgridato, tende a irritare gli altri senza alcun limite, accusandoli anche dei propri errori. Questo tipo di comportamento automaticamente tende a creare una tensione sia in famiglia, sia a scuola, nonché nella relazione con i pari.

Cause del Disturbo Oppositivo Provocatorio

Non sono state ancora riscontrate delle vere e proprie cause che portano un bambino a sviluppare il Disturbo Oppositivo Provocatorio, ma si ritiene comunque che alla base vi sia l’interazione tra diversi fattori:

  • Fattori Individuali: In particolare si fa riferimento ai fattori temperamentali e biologici. Per quanto concerne i primi, possono manifestarsi quando si sperimenta un’inadeguata interazione tra il temperamento del genitore e quello del bambino. Di fatto, molto spesso modalità educative troppo rigide limitano l’esplorazione del bambino. Per ciò che riguarda i fattori biologici, di solito nei bambini affetti da DOP risulterebbero compromessi sia il sistema di inibizione del comportamento sia il sistema di attivazione del comportamento. Inoltre, ci sono evidenze rispetto alla presenza di livelli più bassi di cortisolo – l’ormone dello stress – che può far presagire una ipoattività del sistema nervoso centrale nell’area del controllo degli impulsi.
  • Fattori Contestuali: Di solito, è da ricercare nei contesti familiari la causa del Disturbo Oppositivo Provocatorio: i comportamenti negativo vengono evidenziati con punizioni e restrizioni, mentre quelli positivi non vengono presi in considerazione, conducendo ad un circolo vizioso che porterà il bambino a distorcere la propria immagine di sé, rafforzando i comportamenti oppositivi. E’ molto frequente riscontrare alti livelli di depressione nelle madri di bambini con DOP molto superiori rispetto alla media della popolazione generale.

I sintomi

È sempre complicato distinguere tra bambini con un forte temperamento e uno con disturbo oppositivo provocatorio. Di solito è normale, in determinate fasi dello sviluppo, esibire un comportamento oppositivo. Molto spesso, i primi segni del DOP iniziano prima degli 8 anni. A volte possono svilupparsi in seguito, ma quasi sempre prima dell’adolescenza. Quando si sviluppano disturbi di questo tipo, i sintomi tendono a comparire gradualmente per poi peggiorare nel corso del tempo.

Il bambino può mostrare segni di DOP se i comportamenti:

  • Sono persistenti
  • Sono durati per almeno sei mesi
  • Sono nocivi per il contesto familiare e scolastico
  • Sono presenti scatti d’ira, polemiche insistenti con gli adulti, rifiuto di soddisfare le richieste di insegnanti e genitori, rabbia accompagnata da dispetti e/o atti vendicativi
  • Aggressività verso i compagni
  • Mancanza di autostima

Inoltre, il bambino non vedrà il suo comportamento come un problema, poiché vede le richieste fatte verso di lui come irragionevoli ed insensate. Il disturbo oppositivo provocatorio, molto spesso, si presenta insieme ad altri problemi di salute mentale o comportamentali quali:

  1. Attenzione ed iperattività (ADHD)
  2. Ansia
  3. Depressione

Strategie per una corretta gestione del DOP

Come specificato in precedenza, un bambino con DOP è portato a sviluppare e manifestare comportamenti negativistici, provocatori e vendicativi nei confronti delle figure che nella sua vita possiedono autorità. Questo tipo di atteggiamento, se non gestito correttamente, potrebbe portare ad innescare nel genitore ciò che viene definito come ciclo disfunzionale: cicli comunicativi in cui il genitore ed il bambino entrano in competizione o asimmetria aumentando aggressività e violenza.

La prima regola – e la più importante – da rispettare per una buona gestione di un bambino con Disturbo Oppositivo Provocatorio è quella di evitare di rispondere alle provocazioni utilizzando la stessa modalità comunicativa. Bisogna anche tenere presente che un disturbo oppositivo provocatorio si presenta con una pluralità di comportamenti da correggere e dunque bisogna stabilire le priorità attraverso una scala di valori alla quale fare riferimento.

Possiamo individuare alcune strategie per instaurare un rapporto sano con bambini affetti da disturbo oppositivo provocatorio:

  1. Costruire un rapporto significativo: Fondamentale è far capire al bambino l’importanza di stabilire un rapporto basato sulla reciprocità e sulla fiducia. Un modo ideale potrebbe essere quello di praticare attività di role playing, le quali permettono un coinvolgimento diretto del bambino in una situazione che viene simulata, facendogli percepire come i suoi comportamenti possano influenzare una situazione reale
  2. Evidenziare prima i premi, poi le punizioni: Premiare i comportamenti positivi è più efficace, poiché il bambino sperimenta un aumento dell’autostima e della considerazione di sé. Attraverso le uniche punizioni, infatti, il bambino attiverà un arousal negativo che lo porterà ad adottare comportamenti peggiori di quelli precedenti pur di essere notato da chi è intorno a lui
  3. Punire solo i comportamenti ritenuti più gravi: Il DOP comporta la messa in atto di una moltitudine di comportamenti scorretti. Tutti, a modo loro, ritenuti scorretti. E’ consigliabile quindi punire solo i comportamenti ritenuti più gravi, quelli che causano serie conseguenze negative. Fondamentale è che le punizioni ed i rimproveri non devono essere espressi in pubblico, ma bisognerebbe riprendere il bambino da soli.

Il modo di comunicazione deve fare da perno nel rapporto genitore-bambino: un conto è dire “Hai fatto una cosa sbagliata e comporta una conseguenza negativa” piuttosto di “Sei una persona scorretta ed un cattivo bambino, nessuno giocherà più con te!”. Se si aiuta il bambino a recuperare il senso del proprio valore e dei propri atteggiamenti, incentivandolo positivamente e con ottimismo, egli sarà più propenso a cercare di “correggere” i propri comportamenti ascoltando i consigli dell’adulto senza sgradevoli reazioni.

 

 

Riferimenti bibliografici

Fornasier L., (2010), Perché fai così? Comprendere i comportamenti provocatori del proprio figlio per crescere insieme. Catanzaro: Edizioni La Rondine

Bourcier S., (2014), Capricci, collera, aggressività. Come affrontare le situazioni difficili. Milano: Red Edizioni

Cabras E., Verrastro V. (2012), “Capricci: Qual è il confine tra fisiologia e patologia?” in Pediatria Preventiva & Sociale, Atti XXIV Congresso Nazionale SIPPS (Società di Pediatria Preventiva e Sociale) // RELAZIONI 2012 Supplemento n° 2, Anno VII, numero 2.