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Il vaginismo: ecco di cosa si tratta

Il vaginismo è un disturbo psicofisiologico con elementi fobici, caratterizzato da uno spasmo involontario del muscolo del terzo esterno della vagina; tale contrazione muscolare impedisce la penetrazione, non solo coitale, interferendo con i rapporti sessuali, tanto da evitarli. Il vaginismo influenza non solo la qualità della vita di una donna ma anche la qualità di vita della coppia, ma se adeguatamente affrontato può essere risolto. Dagli Autori viene definito come spasmo involontario ricorrente o persistente della muscolatura del terzo vaginale inferiore, che interferisce con la penetrazione vaginale, associato o meno a un variabile grado di fobia della penetrazione (Graziottin, 2011).  Ed ancora, come una persistente o ricorrente difficoltà della donna ad accettare la penetrazione vaginale del pene, di un dito o di un oggetto, nonostante l’espresso desiderio della donna di farlo. Ci sono spesso un evitamento fobico e una paura anticipatoria del dolore. Anomalie anatomiche o altre anomalie fisiche devono essere escluse o trattate (Basson, 2003).

Il vaginismo interessa l’1-2% delle donne in età postpuberale e rappresenta circa il 15-17% dei casi clinici che si rivolgono al sessuologo. Il vaginismo è frequentemente accompagnato da fobia e disturbi d’ansia. L’intensità dello spasmo muscolare e l’intensità della fobia, ne definiscono la gravità e nei rari casi in cui possa verificarsi una penetrazione, questa risulterà essere molto dolorosa, sfociando quindi in una dispareunia, che spesso accompagna il vaginismo ma che può riconoscere cause diverse, a livello sia biologico, psicosociale che relazionale.

 

Le cause del vaginismo

Le cause del vaginismo si distinguono in:

  • Fattori biologici : in conseguenza ad infezioni vaginali ripetute che diventano la causa di vestibolite vulvare; in conseguenza a distrofie vaginali e quindi alterazioni nell’elasticità a causa di scarsa lubrificazione per carenza ormonale, o in seguito ad endometriosi. Le cause biologiche e fisiche che provocano lo spasmo del muscolo elevatore e che rendono la penetrazione dolorosa o impossibile, compaiono solitamente dopo un periodo di rapporti pressochè normali e il comportamento di evitamento conseguente rientrava in quello che un tempo veniva definito vaginismo secondario. Oggi invece per vaginismo si intende le forme primarie, associate alla fobia del coito, includendo invece tutte le situazioni dolorose legate al momento della penetrazione, sotto il nome di dispareunia.
  • Fattori intrapsichici: dove la sessualità viene accomunata a stimoli e pensieri negativi, in conseguenza a inibizioni e tabù, alla paura del dolore, alle violenze o molestie sessuali subite, o in conseguenza ad un immaginario fobico del coito o di una gravidanza indesiderata.

 

Vaginismo e stile di attaccamento

Il rapporto che queste donne hanno con il loro corpo e in particolare con la loro zona genitale, è spesso difficile e fonte di fastidi che ne impediscono l’esperienza masturbatoria , riscontrando spesso una distorsione cognitiva e una scarsa conoscenza della propria anatomia femminile. Nella maggioranza dei casi, le donne con vaginismo rifiutano di essere visitate da un ginecologo.

Frequentemente presentano uno stile di attaccamento insicuro, presentando una scarsa flessibilità e reciprocità che si traduce poi nella coppia, dove la difficoltà a fidarsi dell’altro porta a manifestare gli affetti in modo eccessivo e ambivalente. La costruzione della relazione inizia probabilmente con un forte desiderio di vicinanza da parte dei due partner, ma mancando di un Sè consolidato faticano a vivere un’intimità sessuale integrata e gratificante per entrambi, riducendo quindi la sessualità ad un modo per soddisfare dei bisogni di attaccamento, bisogni che arriveranno a soppiantare il sesso stesso.

 

La simmetria della coppia

Le donne vaginismiche mantengono sia una funzionalità eccitatoria, con relativa lubrificazione, che una capacità di provare un orgasmo, attraverso la stimolazione orale e manuale del clitoride, ma da un punto di vista penetrativo si parlerà di matrimonio bianco, quindi non consumato. Spesso infatti, la coppia tende a rimandare la richiesta di un aiuto sessuologico, fino a quando non arrivano a desiderare di voler diventare genitori e quindi il desiderio di una gravidanza.

La difficoltà che la donna presenta a vivere l’atto sessuale penetrativo, la allontana dall’accogliere e condividere una sessualità fatta di incertezza e separatezza che danno origine al desiderio, ma ricercherà un rapporto fusionale, fatto di vicinanza emotiva, ritrovando riscontro in un partner che si approccerà all’atto penetrativo con insicurezza e ansia, con la paura di danneggiare la partner, preferendo così una dinamica relazionale più improntata alla dolcezza e all’affettuosità. Non è insolito infatti che la diagnosi di vaginismo sia accompagnata da disturbi del desiderio, dell’erezione o di eiaculazione del partner. Questo aspetto di simmetria, conferma quanto le problematiche sessuali in coppia necessitino di essere affrontate insieme e non individualmente, come spesso si pensa, e come il sintomo venga in realtà sostenuto dalla coppia stessa.

 

Come affrontare il vaginismo

La natura psicosomatica del sintomo rende necessario un intervento integrato, come la maggior parte delle disfunzioni sessuali, maschili e femminili, focalizzando l’attenzione sulle credenze rispetto alla sessualità, e sulla coppia e il suo funzionamento. Indagare le credenze rispetto la penetrazione vaginale e le credenze metacognitive sul dolore da penetrazione risulta essere importante per comprendere i meccanismi alla base di questo disturbo. La clinica ci indica che la prognosi di trattamento per il vaginismo è decisamente buona, quando questo non è stato possibile, le difficoltà che si sono riscontrate si sono verificate nei casi in cui era presente una storia familiare di vaginismo, una scarsa motivazione al voler risolvere con un partner poco collaborativo, tendente ad incolpare la partner e con forti conflitti relazionali di coppia.

Se il vaginismo è una disfunzione sessuale femminile, nella pratica quotidiana diventa una disfunzione della coppia. Lo sviluppo e il persistere di questo disturbo sembra correlato all’influenza dell’entourage della coppia, dove il sintomo sessuale di uno, sostiene il sintomo sessuale del partner, e dove una adeguata educazione psicosessuale risulta essere assente ma necessaria.

 

 

Riferimenti bibliografici

Graziottin A, Sessualità e fisiopatologia sessuale, In: Zanoi L. Barcellona E. Zacchè G. (a cura di), Ginecologia e Ostetricia, con tavole di F.H. Netter. Elsevier, Milano 2011, pp165-196

Basson R et al. Definition of women’s sexual dysfunction reconsidered: advocating expansion and revision. J Psychsom Obster Gynaecol 2003, 24: 221-229

Senol Turan,. Nazife Gamze Usta Saglam, Hasan Bakay, Mehmet Enes Gokler, Levels of depression and anxiety, sexual functions, and affective temperaments in women with lifelong vaginismus and their male partners, September 24, 2020DOI:https://doi.org/10.1016/j.jsxm.2020.08.018

Gulsen Teksin Unal, Ozge Sahmelikoglu Onur, Evrim Erten, Comparison of Vaginal Penetration Cognitions and Metacognitions between women with genito-pelvic pain and penetration disorder and healthy controls, February 22, 2020DOI:https://doi.org/10.1016/j.jsxm.2020.01.015

Ali Dogukan Angin, ismet Gun, Onder Sakin, Muzaffer Seyhan Cikman, Suleyman Eserdag, Pinar Angin, Effects of predisposing factours on the success and treatment period in vaginismus, 23 marzo 2020.doi: 10.5935 / 0034-7280.20200009.

Rabie Karrouri, Mariage non consommè et vaginisme: à propos de trois cas clinique, Volume 27, Article 60, 29 May 2017

L’approccio integrato in sessuologia clinica, a cura di Chiara Simonelli, Franco Angeli 2006, Milano 11604/pamj.2017.27.60.6694