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Dipendenza di famiglia

La dipendenza, sia essa da sostanze, da alcol o da comportamenti, si configura come una situazione di profondo disagio che interessa non solo il singolo che la sviluppa bensì l’intero nucleo familiare di appartenenza.

Siamo ciò da cui proveniamo, concetto introdotto in uno degli articoli presenti in questa rubrica dal titolo Dipendenza Affettiva: Non E’ Mai Vero Amore, rappresenta l’assunto centrale di tutte le dipendenze patologiche ed enfatizza come esse siano il risultato di modalità di relazione disfunzionali vissute ripetutamente e persistentemente nella propria famiglia di appartenenza, fin dall’infanzia.

Com’è la famiglia del dipendente? Quali ruoli giocano i membri della famiglia?

Scopriamolo!

I nodi irrisolti dei genitori

La persona che sviluppa una forma di dipendenza patologica ha maturato verso i propri genitori un tipo di attaccamento insicuro-ambivalente, cioè un legame caratterizzato dalla costante paura di essere abbandonato da figure genitoriali imprevedibili e incostanti nel dispensare cure, protezione e affetto.

A loro volta, i genitori dell’Addicted derivano la loro ambivalenza ed imprevedibilità come figure di riferimento da profonde carenze vissute nella relazione con i propri caregiver, ossia con i nonni del dipendente.

Pertanto, risulta inevitabile che ognuno riporti “naturalmente” i propri vuoti affettivi e metta in atto le modalità di azione e pensiero a cui è abituato nel rapporto con l’altro, sia esso il partner e/o i figli. Ci si lega nella vana speranza di poter utilizzare l’altro come mezzo con cui riempire i propri vuoti affettivi e slacciarsi dai malsani e confusi nodi familiari in cui si è intrappolati da una vita.

Si sviluppa un legame di interdipendenza fra i due partner in cui ciascuno è necessario alla sopravvivenza dell’altro e nessuno raggiunge l’autonomia e l’identità personale.

Rimangono, così, bloccati nel limbo dell’ adolescenza patologica, oscillanti perennemente fra bisogno di dipendenza dall’altro e tendenza alla separazione-individuazione.

Cosa accade all’arrivo di un figlio

All’arrivo di un figlio generalmente si verifica lo sviluppo di un rapporto fusionale fra un genitore ed il bambino, con l’esclusione dell’altro genitore. Anche in questo caso, il legame simbiotico ha la funzione di consentire la sopravvivenza di entrambi. Stavolta, però, non si tratta di una relazione fra coetanei bensì fra un caregiver, che dovrebbe fungere da figura autoritaria e dispensatrice di protezione e cure nutritivo-affettive, ed un bambino, che dovrebbe semplicemente ricevere accudimento ed essere accompagnato gradualmente nel processo di esplorazione dell’ambiente e di sviluppo di un’identità individuale.

In una situazione di questo tipo, il genitore “fuso” riveste principalmente il ruolo di amico del bambino e del futuro adolescente, fallendo nella sua funzione di genitore sufficientemente buono: niente esplorazione, niente accoglimento di ansie e angosce, niente esposizione a frustrazioni, niente risoluzione dei conflitti, niente sicurezza.

La soffocante fusione e la mancanza di sicurezza e di autostima, che dovrebbero essere acquisiti con il superamento degli ostacoli incontrati nel corso dell’esplorazione autonoma dell’ambiente circostante, espongono in adolescenza a difficoltà nel processo di separazione-individuazione.

Prendono, in tal modo, piede comportamenti ribelli e trasgressivi volti a “colpire” il genitore opprimente.

L’ingresso dell’altro genitore e il rifugio nella dipendenza

L’ormai adolescente, percependo l’impossibilità di staccarsi dalla simbiosi da solo, chiede aiuto al genitore escluso: quest’ultimo, però, appare rifiutante oppure tende ad accoglierlo con le medesime modalità relazionali dell’altro caregiver.

In balia di se stessi, non rimane che la dipendenza da una sostanza o da un comportamento per raggiungere l’agognata libertà e fronteggiare l’insopportabile vuoto emotivo.

I genitori, incapaci di gestire l’angoscia abbandonica e gli stati depressivi in cui versano, diventano dipendenti dal figlio e dalla sua dipendenza, facendogli vivere i vantaggi delle cure infantili.

E’, così, stabilito il formarsi ed il cristallizzarsi della famiglia dipendente.

 

Riferimenti bibliografici

 

  • Cirillo, S., Berrini, R., Cambiaso, G., & Mazza, R. (1996). La famiglia del tossicodipendente. Raffaello Cortina Editore: Milano.