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Emotività e comunicazione

L’emotività è un aspetto del carattere presente, in misura diversa, in ognuno di noi ed è la capacità che nella maggior parte dei casi determina le nostre risposte. Come insegna lo psicologo Gustav Le Bon l’oratore si deve rivolgere non alla ragione, ma all’irrazionale, all’inconscio attraverso immagini, deve provocare emozioni intense e durature. E se l’affermazione evoca immagini seducenti essa viene accettata anche se non ci sono argomenti o prove logiche. Un buon comunicatore, se vuole, riesce ad agire proprio sulle nostre emozioni e a farci varcare la soglia sulla quale esse sono collocate. La comunicazione persuasiva è propria del buon comunicatore. A volte è una vocazione innata, altre volte è studiata, meditata, fatta di tecniche acquisite per farsi intendere o per convincere ad accettare proposte e a condividere idee.

Tutte le comunicazioni umane avvengono su una sorta di “palcoscenico”, come nella commedia shakespeariana “As you like it”. La costruzione della scena contribuisce alla comunicazione come veicolo di simboli di grande impatto sulle emozioni oltre che come riferimento per l’interpretazione del messaggio verbale. Erving Goffman sosteneva che la vita sociale dell’uomo fosse come una sorta di teatro in cui le persone assumono parti diverse e agiscono come “registi” della loro vita e delle impressioni che destano negli altri. Introduceva così in psicologia e in sociologia il concetto di frame. Un frame come evidenzia Alessandro Barbano nel suo Manuale di Giornalismo, è ciò che potremmo definire un contenitore di “senso”, capace cioè di rendere sensibile un determinato comportamento o situazione sociale, di darle un segno e di distinguere per esempio una situazione tragica da una comica, una formale da una informale, un’aggressione da una minaccia o da uno scherzo. “Il più precoce frame è dato dallo sguardo della madre che sembra avere la funzione di connotare il contesto, sia spazialmente che temporalmente, come un intero o come un contenitore per lo sviluppo dei vari cicli di attività” (Fogel, 1977; Kaye, Fogel 1980, in Manuale di psicologia educativa. Prima infanzia, pag 30).

Grandi comunicatori

Pensando alla parola manipolazione, si affacciano alla nostra mente immagini riprovevoli. Eppure la persuasione può essere usata anche con scopi positivi, per migliorare il mondo in cui viviamo o diffondere un messaggio di speranza. Comunicatori con obiettivi differenti hanno lasciato segni indelebili nella storia dell’umanità. Nel XX secolo grandi comunicatori nel bene sono stati Martin Luther King, Gandhi e Madre Teresa di Calcutta che hanno dato voce agli oppressi. Nel male, dittatori come Stalin, Hitler e Mussolini che hanno dato voce alle loro aspirazioni. Mentre l’antichità vanta uno dei più grandi manipolatori in Ottaviano Cesare Augusto, iniziatore del grande impero romano. Imperatore di fatto ma non di nome, definito da Antonio Spinosa, il grande baro, il più grande di tutti. La manipolazione dell’opinione pubblica è dunque un fenomeno che è sempre esistito ma che, grazie alla diffusione dei mass media, oggi ha raggiunto livelli mai visti prima nella storia dell’uomo. È diventata così pervasiva e così importante per il “successo” personale da richiedere strategie sofisticate e ad effetto e specialisti del condizionamento.

Tecniche di persuasione

Nelle grandi democrazie occidentali la persuasione politica si basa largamente sui media, i quali organizzano i loro contenuti in grandi frames convenzionali, ed i suoi specialisti sono spesso definiti spin doctor. Lo Spin è un effetto particolare impresso alla palla da baseball; in questa espressione viene usato in senso metaforico per indicare l’azione esercitata sulle notizie da divulgare. Diversi psicologi hanno cercato di individuare le tecniche usate dai manipolatori per controllare le proprie vittime. Il framing è il processo con cui essi influenzano la disposizione o l’inclinazione mentale di un individuo che esamina un messaggio. Una volta creato il frame tutto quello che rientra nella cornice rafforza la sua visione del mondo e lo rassicura. Le notizie, anche vere, che escono da questa cornice, vengono automaticamente scartate. Nel contesto dei media ciò significa che le notizie presentate dai mezzi di comunicazione sono sempre trasmesse attraverso determinati frames, in modo da incoraggiare certe interpretazioni e scoraggiarne altre.

Lo spin doctor proviene dal settore della comunicazione e della pubblicità. Opera dietro le quinte, utilizza il condizionamento e agisce in modo da rimodellare l’immagine dei loro clienti. Lo spin doctor si avvale della “strategia della distrazione”, di questo meccanismo sono maestri gli illusionisti, anche nel campo dell’informazione. Forniscono notizie “informali” ai giornalisti, facendole passare per “confidenze” o facendole filtrare come “anonime”, provocando effetti devastanti sulla verità, e creando stereotipi difficili da cancellare. Forniscono alla pubblica opinione versioni “aggiustate” di eventi e notizie. In altri casi si occupano di news management, cioè creano eventi mirati che possano interessare e convincere l’opinione pubblica. Il compito dello spin doctor può avere ampie conseguenze anche in politica. Le sue eventuali azioni manipolatorie possono modificare l’atteggiamento di un target. Modellare una notizia dando sfumature di senso diverse all’oggetto (come quando non si parla di aumento delle tasse, ma di riassetto fiscale) manda in risonanza insiemi difformi di rappresentazioni nella mente del destinatario. La verità o quantomeno qualsiasi approssimazione ad essa viene “destrutturata”.

Tutti sappiamo che esiste la manipolazione. Anche il cinema ne ha mostrato il volto. Molti film hanno trattato il tema mettendo in particolare rilievo la figura dello spin doctor. Tra gli altri “thank for smoking” (1995) e “sesso e potere” (1997). Sappiamo, ma forse dobbiamo esserne più consapevoli. In questi tempi così difficili, pieni di fake news e miti infondati, dovremmo essere in grado di valutare, vagliare le informazioni, verificarle e agire di conseguenza. Essere dei buoni persuasori è un’arte ma anche sapersi difendere dalle varie tecniche di persuasione è una sfida.

Scritto da Giovanni Schiattarella, Dr. In Scienze e Tecniche Psicologiche per l’Analisi dei Processi Psichici nello Sviluppo e nella Salute

 

Riferimenti bibliografici

Stringa P. (2009), Lo spin doctoring: strategie di comunicazione politica. RM: Carocci.

Le Bon G. (2004), Psicologia delle folle, MI: Tea Edizioni.

Ugazio V. (2004) Manuale di psicologia educativa. Prima infanzia, RM: Franco Angeli.

Goffman E. (2001), Frame analysis. L’organizzazione dell’esperienza, RM: Armando Editore.