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Vaccinarsi per uscire dalla pandemia

L’emergenza sanitaria da Covid-19 è la nuova minaccia globale che da oltre un anno i governi di tutto il mondo si trovano ad affrontare. I problemi globali richiedono soluzioni globali. Le misure per proteggere la popolazione e la cooperazione internazionale sono di fondamentale importanza per la sicurezza umana. Ma è soprattutto la disponibilità di vaccini efficaci e sicuri che determinerà l’uscita dalla pandemia. Il nazionalismo vaccinale dovrebbe essere deprecato. L’11 gennaio 2020 è stata pubblicata la sequenza genetica del virus SARS-CoV-2. Da allora scienziati e industrie farmaceutiche di tutto il mondo hanno collaborato per sviluppare il prima possibile vaccini efficaci destinati a prevenire la malattia da coronavirus 2019 (Covid-19). Al momento sono quattro i vaccini contro il Covid-19 in corso di somministrazione in Italia approvati da EMA e AIFA: Pfizer/BioNTech, Moderna, Vaxzevria (ex AstraZeneca) e Johnson & Johnson. Un altro punto cruciale è la percentuale di persone che si sottoporrà alla vaccinazione. Sarebbe utile far passare il messaggio che vaccinarsi è principalmente un diritto e un’opportunità per proteggere se stessi e gli altri, in particolare coloro che per svariati motivi non possono farlo.

In questo contesto non aiuta il fatto che dall’inizio dell’emergenza siamo quotidianamente e continuamente bombardati da un’enorme quantità di informazioni, spesso allarmanti e non sempre veritiere. Ciò influenza la percezione del rischio e la capacità di reagire e comportarsi in maniera corretta. L’informazione deve essere invece coerente, puntuale e promuovere strategie adattive. Un’efficace comunicazione del rischio è essenziale per creare un clima di fiducia e ottenere collaborazione dalla popolazione. Le persone devono essere esattamente informate sui problemi, le cause e i rischi ma anche sulle risorse e sulle norme di comportamento. Utilizzare mezzi di comunicazione diversi in un’ottica integrata da parte di autorità e Istituzioni può aiutare a contenere fake news e disinformazione. Se i vaccini sono stati approvati, vuol dire che hanno quei requisiti minimi di sicurezza ed efficacia richiesti dalle autorità di regolamentazione. C’è un problema comunicativo, oltre che un modo specifico di funzionare del nostro cervello, alla base della sfiducia di molta gente nei confronti dei vaccini.

 

Il vaccino come arma di soft power

La Covid-19 Cyber Threat Coalition è un’iniziativa nata nel febbraio 2020 con l’intento di contrastare lo sfruttamento del tema psicologico del Covid-19 da parte dei criminali informatici. Tra i cyber offender ci sono persone senza conoscenze particolari che usano strumenti comunemente reperibili, ma anche criminalità organizzata, cyber mercenari e gruppi sponsorizzati da Stati. Infine ci sono avversari strutturati, di tipo statuale. Gli obiettivi di questi ultimi sono lo spionaggio cibernetico, il sabotaggio e la propaganda (psychological operations). Gli attacchi sono mirati e complessi e prevedono l’utilizzo di armi non convenzionali digitali. La campagna di disinformazione russa contro il vaccino Pfizer/BioNTech e altri vaccini occidentali, finalizzata a promuovere il vaccino di Mosca, è un’operazione di tipo statuale pubblicamente osservata. Il Wall Street Journal ha riportato che sono state individuate quattro pubblicazioni scientifiche online dietro le quali si celava un’operazione dei servizi di intelligence russi (GRU e FSB). Gli scritti sollevavano sospetti in merito alla meticolosità dei test condotti dalle case farmaceutiche occidentali disseminando notizie non vere circa l’efficacia dei vaccini e i loro effetti collaterali.

La pandemia in corso ha offerto ai regimi impegnati in operazioni psicologiche l’opportunità di beneficiare di un ritorno d’immagine. Si parla di una guerra ibrida e asimmetrica combattuta nell’etere a colpi di disinformazione e misinformazione. Lo Sputnik V, il vaccino russo, è stato il primo vaccino registrato contro il Covid-19. Secondo uno studio pubblicato dall’importante rivista scientifica inglese The Lancet, lo Sputnik V ha un’efficacia del 91,6%. Questo lo ha reso molto ambito e ne ha fatto di conseguenza una risorsa che la Russia intende usare a beneficio della propria reputazione sul panorama internazionale. Il Cremlino ha manifestato l’intenzione di sfruttare a proprio vantaggio la dimostrata capacità tecnico scientifica aiutando gli Stati in difficoltà e supplendo ai problemi produttivi delle aziende farmaceutiche occidentali. Il vaccino contro il Covid-19 diventa così uno strumento di soft power per stabilire relazioni internazionali nell’era post-Covid e raggiungere obiettivi di politica estera. La più grande campagna vaccinale della storia rappresenta un’occasione per influire sugli equilibri geopolitici mondiali.

 

Paura del vaccino e distorsioni cognitive

Il vaccino è un’arma importante per combattere il Covid-19, eppure molte persone lo rifiutano. Come si può spiegare questo comportamento apparentemente insensato? La paura dei vaccini può essere motivata da vari fattori, come le idee complottiste nei confronti di industrie farmaceutiche, scienziati e autorità sanitarie. La fede nelle teorie del complotto è più forte quando le persone provano angoscia o insicurezza. Chi è contrario al vaccino può inoltre essere mosso da sfiducia verso la scienza in generale o da ideali anticonformisti e quindi dal desiderio di andare controcorrente. In realtà nessuno di noi decide e si comporta in maniera assolutamente razionale e spesso le nostre scelte sono determinate da impulsi e da fattori emozionali. I nostri processi decisionali sono frequentemente legati alle euristiche di pensiero, che sono delle scorciatoie utili in quanto ci consentono di prendere decisioni in modo rapido e con il minimo sforzo cognitivo. Tuttavia a volte queste scorciatoie rischiano di condurre a decisioni errate.

I bias cognitivi sono delle euristiche inefficaci che entrano in gioco quando non capiamo bene la realtà che ci circonda e abbiamo poco tempo per comprendere o molte informazioni da elaborare. Queste distorsioni cognitive sono numerose e possono compromettere il nostro senso critico. Il “bias di conferma”, ad esempio, è l’istinto a cercare e ricordare solo le informazioni che confermano le nostre convinzioni e porta a un’interpretazione distorta dei dati scientifici. L’”effetto Dunning-Kruger” ci induce a sovrastimare le nostre competenze in una data materia quando queste sono invece scarse. L’”effetto backfire” ci fa rafforzare le nostre convinzioni sbagliate quando le sentiamo minacciate. Come si fa dunque a convincere gli indecisi a vaccinarsi? Intanto con l’ascolto delle legittime preoccupazioni, poi attraverso il confronto con esperti che spieghino il rigore metodologico con cui sono stati messi a punto i vaccini. Anche la diffusione di messaggi positivi che sottolineino i benefici della vaccinazione piuttosto che le conseguenze negative della non vaccinazione o l’obbligatorietà può essere importante (APA, 2021). In conclusione, occorre una corretta comunicazione in grado di orientare l’opinione pubblica.

 

 

 

Riferimenti bibliografici

American Psychological Association. (2021). Social science and the COVID-19 vaccines. Monitor on Psychology, 52 (2). Retrieved May 7, 2021 from http://www.apa.org/monitor/2021/03/covid-19-vaccines

Baraniuk. C. (2021). Covid-19: What do we know about Sputnik V and other Russian vaccines? BMJ, 372 (743). DOI:https://doi.org/10.1136/bmj.n743

Drinkwater, K. G., Dagnall, N., Denovan, A. & Walsh, R. S. (2021). To What Extent Have Conspiracy Theories Undermined COVID-19: Strategic Narratives? Frontiers in Communication, 6. Retrieved May 7, 2021, from https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fcomm.2021.576198/full

Gordon, M. R. & Volz, D. (2020). Russian Disinformation Campaign Aims to Undermine Confidence in Pfizer, Other Covid-19 Vaccines, U.S. Officials Say. Wall Street Journal. Retrieved May 7, 2021 from https://www.wsj.com/articles/russian-disinformation-campaign-aims-to-undermine-confidence-in-pfizer-other-covid-19-vaccines-u-s-officials-say-11615129200

Logunov, D. Y., Dolzhikova, I. V., Shcheblyakov, D. V., Tukhvatulin, A. I., Zubkova, O. V., Dzharullaeva, A. S. et al. (2020). Safety and efficacy of an rAd26 and rAd5 vector-based heterologous prime-boost COVID-19 vaccine: an interim analysis of a randomised controlled phase 3 trial in Russia. The Lancet, 397 (10275), 671-681. DOI:https://doi.org/10.1016/S0140-6736(21)00234-8

Vargina, V. (2020). Sputnik V Vaccine as a Soft-Power Instrument of Russia. Journal of Governance and Politics, 2 (7). Retrieved May 7, 2021 from https://sgpjournal.mgimo.ru/2020/2020-7/sputnik-v-vaccine-soft-power-instrument-of-russia