Skip to main content

Origini e statistiche

“È violenza contro le donne ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà”. Così recita l’art. 1 della dichiarazione ONU, sull’eliminazione della violenza contro le donne (www.interno.gov.it). Le società di stampo patriarcale hanno visto nel passato l’uomo come detentore del potere all’interno della famiglia e sul lavoro e ancora oggi, nonostante i progressi e le campagne di sensibilizzazione legate al problema esso non è risolto. Nell’immaginario maschile l’emancipazione della donne, la maggiore libertà acquisita in un evolversi della società non sono andati di pari passo all’acquisizione di consapevolezza degli uomini, nostalgici dei tempi in cui “i veri uomini raddrizzavano le mogli” e detenevano il potere legittimato dalle leggi civili (ricordo che il delitto d’onore in Italia è stato abolito solo nel 1981).

La violenza di genere è un fenomeno dilagante e diffuso a livello mondiale, che non colpisce una sola determinata fascia di popolazione e, sbagliamo se pensiamo alla violenza di genere come un fenomeno legato a bassa cultura, povertà e limitata ad un territorio specifico. Nel 2018, 379 milioni di donne hanno subito violenza fisica e/o sessuale provocata dal partner e nei paesi colpiti da un conflitto le percentuali purtroppo sono ancora più elevate, (dati Women, peace and security index 2019/20).
Tra i paesi dell’Unione Europea i maggiori casi di violenza di genere si verificano nel Nord Europa e paesi dell’Est. In Italia dal 2016 al 2019 i casi di violenza sono aumentati dal 68% al 71%, il 68% delle donne che hanno subito violenza sono italiane e i loro aggressori della stessa nazionalità. Le vittime sono in prevalenza donne dai 25 ai 44 anni, in maggioranza separate o divorziate con figli minorenni (tra le donne che subiscono violenza psicologica la maggioranza ha un elevato titolo di studio).


Violenza domestica: un fenomeno nascosto e poco denunciato

La violenza domestica è uno dei fenomeni più nascosti, considerata l’apice di un desiderio di potere dell’uomo e di una volontà di detenere il controllo e l’ autorità, frutto di una cultura radicata che pone al centro l’ uomo stesso.
Nel 2017 l’Istat in collaborazione con il Dipartimento delle Pari Opportunità e le regioni ha condotto un’ indagine su 281 centri anti-violenza e i risultati dimostrano che 43.467 donne si sono rivolte ai centri anti-violenza, il 67,2% di esse ha iniziato un percorso di uscita da essa e l’ 82% dei loro aggressori sono partner o ex-partner (violenza scaturita in maggioranza da gelosia, separazione, futili motivi dal nulla). Dai dati Istat 2017 si rileva una importante percentuale legata alla violenza economica e l’attuale crisi dei settori femminili rischia di far aumentare l’incidenza, complici la scarsa educazione finanziaria e il ridotto stimolo all’emancipazione e indipendenza economica femminile.

Sebbene siano stati fatti passi in avanti circa la sensibilizzazione al problema ancora oggi le donne sembrano reticenti rispetto a sporgere denuncia. Tra le cause appaiono rilevanti la paura di non avere aiuti dall’ambiente esterno a quello familiare, timore di non essere credute, vergogna e imbarazzo, amore verso il partner, sfiducia verso le forze dell’ordine, pensare di potercela fare da sole e come scrive la sociologa Chiara saraceno, il 35,4% delle donne non considera la violenza un reato, pertanto appare evidente che manca la consapevolezza della gravità del gesto subito. ( nel quinquennio 2014-2019 sono tuttavia aumentate del 5,1% le denunce rispetto al 2006-2011). Le conseguenze della violenza di genere sono di notevole importanza, passano da problemi di salute della donna a breve e lungo periodo, incluse salute riproduttiva, sessuale e psicologica (dati OMS), alla mancanza di autonomia e limitazione delle interazioni sociali, notevoli sono le ricadute sui figli delle vittime (violenza assistita e possibilità di trasmissione di modelli di violenza tra generazioni), acutizzarsi delle disuguaglianze di genere.

 

Educare per prevenire

Educare per prevenire significa combattere le radici culturali e le cause della violenza. Secondo una ricerca del 2017 (WeWold Onlus) tra le soluzioni più efficaci volte alla riduzione della violenza di genere rientrano la necessità di una legge contro la discriminazione di genere, l’insegnamento ai giovani delle pari opportunità e diritti, intervenire nelle scuole con programmi di sensibilizzazione al tema. La CEDAW ha stipulato una convenzione per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne, ratificata in Italia nel 1985, essa si impegna ad adottare misure e sanzioni volte al contrasto delle disuguaglianze di genere e parità di ruoli. La convenzione di Istanbul (convenzione del Consiglio d’ Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e della violenza domestica) approvata in Italia nel 2013, adotta un piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere e individua le seguenti finalità:

  • Informazione e sensibilizzazione della collettività
  • Promozione di formazione del personale scolastico, studenti e professionisti
  • Potenziamento assistenza alle vittime attraverso il rafforzamento dei servizi territoriali

L’UE negli ultimi anni ha finanziato 173 progetti volti a ridurre la violenza di genere , ad agosto 2019 è entrata in vigore la LEGGE 69 cd “codice rosso” che ha innovato e modificato la disciplina penale e disciplinare sulla violenza domestica e inasprimento delle sanzioni. Il dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri si impegnano a maggiore sensibilizzazione e prevenzione nella lotta contro la violenza di genere (Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne, 2017-2020). Art . 74 del d.lgs. n. 80/2015: dispone il diritto della lavoratrice a fruire di congedi (max 90 gg nell’arco temporale di tre anni) se inserita nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere. Il 25 novembre è stato deliberato dalle Nazioni Unite giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

 

Scritto da Lucia Del Pace, Scienze dell’Educazione e della Formazione, Università di Siena. Ha partecipato a programmi educativi presso la casa circondariale di Arezzo e ha esperienza nell’ambito delle tossicodipendenze

 

Riferimenti bibliografici e sitografici

Calesini L., (2020) ,La negazione della donna. Le radici culturali della violenza di genere, Roma Aracne

Istat, (2018 a), Molestie sessuali sui luoghi di lavoro, Roma, 13 febbraio , consultato il 27-05-2020

Istat, (2018 b), La dinamica della violenza, Roma, consultato il 20-05-2020

Istat, (2018 c), Indagine sui centri anti-violenza, Roma , 23 novembre , consultato il 27-05-2020

Istat, (2018 d), Fattori di rischio e trasmissione intergenerazionale della violenza, Roma , con Istat , (2019 b), I centri anti-violenza, Roma, 28 ottobre , consultato il 27/05/2020

Manente T. , (2017), La violenza attraverso i soldi, se i conti non tornano, Ingenere.it , 31 dicembre

Piazzalunga D., ( 23/11/2018) Numeri che raccontano la violenza contro le donne, Lavoce.info

Redazione, (17/11/2017), Il nostro novembre per uscire dalla violenza, Ingenere.it

Saraceno C. , (20/01/2018), Non si fa spazio alle donne, crescono le disuguaglianze tra di noi, Il manifesto

Saraceno C., (08/07/2019), Donne che chiedono aiuto, La Repubblica

Saraceno C. (06/06/2016), La libertà delle donne (e degli uomini), La Repubblica